Ruggero Vitrani

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Ruggero Vitrani
NascitaBarletta, 1908
MorteSardò Mesghi, 2 aprile 1941
Cause della morteCaduto in combattimento
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegio Esercito
ArmaFanteria
CorpoBersaglieri
RepartoLXXXI battaglione, 3ª Brigata coloniale,
Anni di servizio1933-1941
GradoCapitano in s,p.e.
GuerreSeconda guerra mondiale
CampagneArbegnuoc
Campagna dell'Africa Orientale Italiana
Decorazionivedi qui
Studi militariRegia Accademia Militare di Fanteria e Cavalleria di Modena
dati tratti da Combattenti Liberazione[1]
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Ruggero Vitrani (Barletta, 1908Sardò Mesghi, 2 aprile 1941) è stato un militare italiano, insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della seconda guerra mondiale[2].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Barletta nel 1908, figlio di Francesco e Maria Carmela Fiorella.[2] Dopo aver frequentato il Collegio Militare di Roma, nel 1928 entrò nella Regia Accademia Militare di Fanteria e Cavalleria di Modena, da cui uscì nel 1930 con la promozione a sottotenente assegnato all'arma di fanteria, corpo dei bersaglieri.[1] Frequentata la Scuola di applicazione d'arma entrò in servizio presso l'8º Reggimento bersaglieri.[1] Nel luglio del 1938 fu trasferito in Africa Orientale Italiana presso il Comando truppe Amhara, assegnato al LXXXI battaglione della 3ª Brigata coloniale, partecipando alle grandi operazioni di polizia coloniale.[1] Con la promozione di capitano assunse il comando della 1ª Compagnia. Mentre presta servizio nell'Impero, nel settembre 1939 è decorato con la medaglia di bronzo al valor militare e nel febbraio 1940 la croce di guerra al valor militare, per essersi distinto in azioni di guerra.[1] Dopo l'inizio delle ostilità con la Francia e la Gran Bretagna partecipò alle operazioni belliche, e cadde in combattimento a Sardò Mesghi, nel Goggiam, il 2 aprile 1941.[1] Fu decorato con la medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[2]

Negli anni sessanta del XX secolo le sue spoglie mortali vennero trasferite dal cimitero militare di Bahrdar a quello di Verona, dove viveva la moglie, signora Marianna Meloni e la figlia Maria Carmela, tumulate nella tomba di famiglia.[3] Il comune di Barletta gli ha intitolato una via, mentre quello di Bari l'omonima caserma, sede del Reparto Comando e Supporti Tattici "Pinerolo".[3]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Ufficiale di altissime virtù militari, animato da non comune ardimento, seppe confermare in ogni contingenza di guerra il suo alto sprezzo della morte. Durante un violento combattimento, alla testa di due compagnie, si lanciava contro munite posizioni avversarie conquistandole a bombe a mano e col suo slancio meraviglioso e trascinatore. Volle l’onore di giungere per primo sull’ultima posizione avversaria e nell’attraversare un pianoro battuto dal fuoco avversario, venne ferito al fianco. Incurante del dolore e della perdita del sangue proseguiva la propria azione animando gli ascari con la parola e l’esempio, lanciandoli poi in un violento assalto che aveva ragione sul nemico. Cadeva fulminato da una pallottola in fronte sulla posizione raggiunta. Fulgido esempio di eroismo e di magnifiche doti militari. Sardò Mesghi (Mescentè) - Goggiam Settentrionale (A.O.I.), 2 aprile 1941 .[4]»
— Decreto del Capo Provvisorio dello Stato del 27 settembre 1947.
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
— Regio Decreto 21 giugno 1942.
Medaglia di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Ascunà Ghiorghis – A.O., 20 settembre 1939
Medaglia di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante di compagnia fucilieri già distintosi in precedenti azioni, durante due giorni di aspri combattimenti, si lanciava a più riprese alla testa dei suoi uomini contro il nemico, che, sorpreso dall'audace e tempestiva azione volgeva in fuga, lasciando sul terreno numerosi morti. Inviato successivamente col suo reparto in rinforzo ad un battaglione duramente impegnato contro forze preponderanti, con slancio irresistibile e indomito coraggio, assaltava il nemico superiore di numero ed in posizione dominante, ricacciandolo con gravi perdite, e permettendo al battaglione di riassestarsi e riprendere indisturbato il movimento. Torrente Pettam-Stretta di Censa Micael (A.O.I.), 16-17 ottobre 1940.»
Croce di guerra al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Goggiam Meridionale, dicembre 1939 – febbraio 1940

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]


Fonti[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f Combattenti Liberazione.
  2. ^ a b c Gruppo Medaglie d'Oro al Valor Militare 1965, p. 629.
  3. ^ a b Barletta viva.
  4. ^ Medaglia d'oro al valor militare Vitrani, Ruggero, su quirinale.it, Quirinale. URL consultato l'11 luglio 2021.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Gruppo Medaglie d'Oro al Valor Militare, Le medaglie d'oro al valor militare Volume secondo (1929-1941), Roma, Tipografia regionale, 1965, p. 629.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]