Roveleto

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Roveleto
frazione
Roveleto – Veduta
Roveleto – Veduta
Palazzo comunale
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Emilia-Romagna
Provincia Piacenza
Comune Cadeo
Territorio
Coordinate44°58′02″N 9°51′11″E / 44.967222°N 9.853056°E44.967222; 9.853056 (Roveleto)
Altitudine65 m s.l.m.
Abitanti3 870[1] (2020)
Altre informazioni
Cod. postale29010
Prefisso0523
Fuso orarioUTC+1
Giorno festivo16 luglio
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Roveleto
Roveleto

Roveleto (Ruvlé, in dialetto piacentino) è una frazione del comune italiano di Cadeo di 3 870 abitanti[1] in provincia di Piacenza, nella regione Emilia-Romagna.

È la frazione più grande del comune di Cadeo, che ha la sua sede proprio a Roveleto[1].

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

Roveleto si trova nella pianura Padana a 66 m s.l.m.[2]. La frazione è attraversata dai torrenti Chero e Chiavenna; proprio nei pressi del centro abitato si trova la foce del Chero nel Chiavenna[3].

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Santuario della Beata Vergine del Carmelo

La storia di Roveleto è legata alla costruzione del santuario della Beata Vergine del Carmelo: il santuario trae le sue origini nel 1676 quando viene edificata, su iniziativa del nobile Francesco Maria Albrizio Tadini, una nicchia dedicata alla vergine con al suo interno un dipinto di Pietro Martire in località Roveleto, che all'epoca era un fondo in aperta campagna[4]. Nel 1679, accanto alla nicchia, venne costruita una piccola cappella, ad opera del parroco di Fontana Fredda.

Nel 1750 viene iniziata la costruzione di un santuario di stile barocco settecentesco, con influenze neoclassiche posto accanto all'originaria cappella su progetto redatto dalla famiglia Galli dei Bibiena. La costruzione viene poi portata a termine nel 1773 con alcune modifiche sul progetto originale[4].

Il 2 gennaio 1809 la diocesi di Pavia rinuncia alle parrocchie piacentine[5] della pieve di Fontana Fredda e Roveleto di Cadeo[6] e della pieve di val Nure che passarono quindi alla diocesi di Piacenza.

Dopo la prima guerra mondiale l'allora sindaco di Cadeo Castellari, con l'intento di dare un contributo alla lotta alla povertà dei cittadini del comune, incarica l'ingegner Lodovico Scarabelli di predisporre un piano per lo sviluppo di Roveleto, che venne completato nel 1926[1]. Parallelamente a ciò viene anche costruito il nuovo municipio, posto di fronte al santuario, che viene inaugurato nel 1931, contestualmente allo spostamento della sede comunale da Cadeo[7].

La crescita della frazione, a discapito del capoluogo e delle altre frazioni del comune, continua anche dopo il secondo conflitto mondiale, con il censimento del 1961 che certifica Roveleto come il centro più grande del territorio comunale con 1 312 residenti contro i 964 abitanti di Cadeo[1], mentre nei decenni successivi vengono messi in pratica vari piani di lottizzazioni e urbanizzazioni, sia da parte del comune che da parte di privati[8].

La stazione ferroviaria

Infrastrutture e trasporti[modifica | modifica wikitesto]

Roveleto è attraversato dalla via Emilia e dalle due ferrovie Milano-Bologna: quella dell'alta velocità e quella tradizionale, su quest'ultima è posta la stazione di Cadeo che, pur prendendo il nome dal capoluogo, si trova a Roveleto[8].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e Valentina Paderni, Roveleto iniziò a "mangiare" Cadeo per rimediare alla disoccupazione, in Libertà, 16 marzo 2021, p. 27.
  2. ^ 14° Censimento Generale della Popolazione e delle Abitazioni - Popolazione residente - Piacenza, su dawinci.istat.it, Istituto nazionale di statistica. URL consultato il 15 maggio 2019 (archiviato dall'url originale il 4 giugno 2020).
  3. ^ Molossi, p.47.
  4. ^ a b Cenni storici, su digilander.libero.it. URL consultato il 31 dicembre 2019.
  5. ^ Destefanis e Guglielmotti, p. 15 Fig. 2: I territori diocesani di Piacenza e Bobbio.
  6. ^ Molossi.
  7. ^ Comune di Cadeo, su turismoapiacenza.it. URL consultato il 31 dicembre 2019.
  8. ^ a b Valentina Paderni, "L'insediamento di importanti aziende ha portato espansione e nuovi residenti, in Libertà, 16 marzo 2021, p. 27.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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