Ragazzo accovacciato

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Il «Ragazzo accovacciato» di Michelangelo Buonarroti

Il Ragazzo accovacciato (ma anche noto come Giovane accosciato) è una scultura di Michelangelo, oggi custodita presso il Museo dell'Ermitage di San Pietroburgo.

La scultura, in marmo, è alta 54 cm e raffigura un giovane nudo, ripiegato su se stesso, forse intento a togliersi una spina dal piede. Anche se non si tratta di una scultura rifinita, i tratti del viso, i capelli e le forme del corpo sono ben riconoscibili.

Appartenuta ai Medici, la scultura fu acquistata dal banchiere John Lyde Browne, un collezionista inglese incaricato dalla zarina Caterina II di procurarle in Europa delle opere da aggiungere alla sua collezione.

Solo in epoca recente l'opera è stata attribuita con sicurezza a Michelangelo. Questo è stato possibile grazie all'intuizione della studiosa tedesca Anny E. Popp, che nel 1923 la mise in relazione con un disegno, conservato al British Museum di Londra, relativo al primo progetto per la Sagrestia Nuova della Basilica di San Lorenzo (Firenze), chiesa che ospita le tombe della famiglia fiorentina. Nel disegno compaiono due figure accovacciate, collocate di profilo all'interno di nicchie, una delle quali somiglia al Ragazzo accovacciato.

I lavori per le tombe dei Medici ebbero inizio nel 1524, mentre il Ragazzo accovacciato sembra databile tra il 1530 e il 1534, anno della partenza dell'artista per Roma. Al momento in cui Michelangelo lasciò Firenze, la statua fu lasciata sul pavimento della Sacrestia e, attraverso complicate vicende, riemerse nel 1785 nelle sale del Petit Ermitage.

Vista l'originaria destinazione, a questa figura introversa e pensierosa bisogna dare un significato allegorico, oltre che di rimando estetico allo stile classico. Alcuni studiosi la ritengono la raffigurazione di una delle anime "non nate", destinate al limbo, o di un genio funerario; secondo altri, in riferimento alle imprese militari della famiglia sepolta nel monumento, potrebbe trattarsi più concretamente di un guerriero o di un prigioniero.

Se la posa rimanda all'antichità, e più precisamente al motivo classico dello spinario, l'impressione suscitata da questa immagine di un uomo oppresso e piegato, nel fisico e nello spirito, è di straordinaria modernità.