Quinto Plauzio
Quinto Plauzio | |
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Console dell'Impero romano | |
Nome originale | Quintus Plautius |
Nascita | 2 a.C. circa |
Morte | dopo il 36 |
Figli | Plauzio Laterano |
Gens | Plautia |
Padre | Aulo Plauzio |
Madre | Vitellia |
Consolato | gennaio-giugno 36 (ordinario) |
Quinto Plauzio (in latino: Quintus Plautius; 2 a.C. circa – dopo il 36) è stato un magistrato e senatore romano, console dell'Impero romano.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Appartenente alla recentemente emersa gens Plautia, proveniente da Trebula Suffenas[1][2][3][4], Quinto era verosimilmente[5][6] fratello del console suffetto del 29 Aulo Plauzio[7], marito di Pomponia Grecina[8] figlia del console suffetto del 12 Gaio Pomponio Grecino[9], e di Plauzia[10], moglie del console suffetto del 19 Publio Petronio[11]. I tre erano figli[5][6] del console suffetto dell'1 a.C., Aulo Plauzio[12], e di Vitellia[13], sorella del procurator Augusti Publio Vitellio[14] e zia del console suffetto del 32 Aulo Vitellio[15], del console ordinario del 34 Lucio Vitellio[16], del comes di Germanico Publio Vitellio[17] e dell'espulso dal senato Quinto Vitellio[18] - cugini, quindi, di Quinto[6]. Il console dell'1 a.C. era poi[6] cugino di Marco Plauzio Silvano[19], figlio dell'amica di Livia Urgulania[20], console ordinario del 2 a.C. e padre del pretore del 24 Marco Plauzio Silvano[21] (probabilmente padre adottivo di Tiberio Plauzio Silvano Eliano[4][22], console suffetto del 45), di Aulo Plauzio Urgulanio[23], di Publio Plauzio Pulcro[24] e soprattutto di Plauzia Urgulanilla[25], prima moglie del futuro princeps Claudio[26].
A parte questi notevoli legami, di Quinto non molto è noto. L'unica carica documentata è però al culmine della politica romana: Quinto ricoprì il consolato come ordinario per il primo semestre del 36 insieme all'homo novus Sesto Papinio Allenio[27][28][29][30][31][32][33], venendo poi sostituiti a luglio da Gaio Vettio Rufo e Marco Porcio Catone[31][34]. Il consolato di Allenio e Quinto vide le morti di Vibuleno Agrippa, Tigrane ex re di Armenia, Gaio Sulpicio Galba, Quinto Giunio Bleso e il fratello, Emilia Lepida[35] e Trasillo[36]; il proseguimento del conflitto con Artabano di Partia[37]; l'esondazione del Tevere[33] e l'incendio dell'Aventino[33] e l'istituzione della task force di valutazione danni composta dai progeneri Caesaris (Gneo Domizio Enobarbo, Lucio Cassio Longino, Marco Vinicio, Gaio Rubellio Blando) e dal cognato di Quinto, Publio Petronio[38].
È ricostruibile, infine, un figlio di Quinto. Infatti, al momento della scoperta dell'adulterio di Messalina con Gaio Silio nel 48, Claudio evitò di condannare a morte Plauzio Laterano[39], limitandosi ad espellerlo dal senato, in segno di riconoscenza per i meriti di suo zio paterno[40]: dal momento che è noto che Aulo Plauzio fu comes di Claudio e principale protagonista della conquista della Britannia[7], è quindi ipotizzabile che Laterano fosse figlio proprio di Quinto, fratello di Aulo[5][39]. In seguito alla sua espulsione dal senato, Laterano fu poi riammesso sotto Nerone nel 55[41], per poi, da console designato, partecipare alla congiura del 65 contro il princeps, secondo Tacito per motivi di puro patriottismo[42]: arrestato, Laterano fu poi decapitato senza denunciare nessun altro[43][44].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ L. Ross Taylor, Trebula Suffenas and the Plautii Silvani, in Memoirs of the American Academy in Rome, 24 (1956), pp. 7-30.
- ^ A. Licordari, in Epigrafia e ordine senatorio, II, Roma 1982, pp. 45-47.
- ^ M. G. Granino Cecere, in Epigrafia e ordine senatorio, II, Roma 1982, pp. 671-677.
- ^ a b A. Tortoriello, I fasti consolari degli anni di Claudio, Roma 2004, pp. 540-545.
- ^ a b c PIR2 P 459 (Wachtel).
- ^ a b c d Cfr. anche PIR2 VI (1998), Stemma 20: Plautii (tra pp. 196 e 197).
- ^ a b PIR2 P 457 (Wachtel).
- ^ PIR2 P 775 (Vidman).
- ^ PIR2 P 717 (Vidman).
- ^ PIR2 P 482 (Wachtel).
- ^ PIR2 P 269 (Wachtel).
- ^ PIR2 P 456 (Wachtel).
- ^ PIR2 V 756 (Wachtel/Heil).
- ^ PIR2 V 744 (Wachtel/Heil/Heinrichs).
- ^ PIR2 V 738 (Wachtel/Heil).
- ^ PIR2 V 741 (Wachtel/Heinrichs).
- ^ PIR2 V 743 (Wachtel/Heinrichs).
- ^ PIR2 V 746 (Wachtel/Heil).
- ^ PIR2 P 478 (Wachtel).
- ^ PIR2 V 1010 (Heil).
- ^ PIR2 P 479 (Wachtel).
- ^ PIR2 P 480 (Wachtel).
- ^ PIR2 P 481 (Wachtel).
- ^ PIR2 P 472 (Wachtel).
- ^ PIR2 P 488 (Wachtel).
- ^ Svetonio, Vita di Claudio, XXVI, 2 e XXVII, 1.
- ^ CIL VI, 32342.
- ^ CIL VI, 10409.
- ^ CIL XV, 4573.
- ^ CIL XV, 4582.
- ^ a b CIL XII, 4407.
- ^ Tacito, Annales, VI, 40, 1.
- ^ a b c Cassio Dione, Storia Romana, LVIII, 26, 5.
- ^ Fasti Ostienses, frgm. Ch (Vidman).
- ^ Tacito, Annales, VI, 40.
- ^ Cassio Dione, Storia Romana, LVIII, 27, 1.
- ^ Tacito, Annales, VI, 41-44.
- ^ Tacito, Annales, VI, 45, 1-2.
- ^ a b PIR2 P 468 (Wachtel).
- ^ Tacito, Annales, XI, 36, 4.
- ^ Tacito, Annales, XIII, 11, 2.
- ^ Tacito, Annales, XV, 49,3 e 53, 2.
- ^ Tacito, Annales, XV, 60, 1.
- ^ Arriano, Diatribe, I, 1, 19.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- PIR2 P 459 (Wachtel).