Quartetto per archi n. 3 (Britten)

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Quartetto per archi n. 3
Britten a metà degli anni '60
CompositoreBenjamin Britten
Tonalitàsol maggiore
Tipo di composizioneQuartetto per archi
Numero d'opera94
Epoca di composizioneottobre - 20 novembre 1975
Prima esecuzione19 dicembre 1976
The Maltings, Snape
Amadeus Quartet
PubblicazioneFaber Music, 1977
DedicaHans Keller
Durata media31-32 minuti
Organico2 violini, viola, violoncello
Movimenti
5 movimenti
  1. Duetti. Con movimenti moderati
  2. Ostinato. Molto veloce
  3. Solo. Molto calmo
  4. Burlesque. Veloce – con fuoco
  5. Recitativo e Passacaglia (La Serenissima). Lento

Il Quartetto per archi n. 3 in sol maggiore, Op. 94, del compositore inglese Benjamin Britten, scritto nel 1975, fu la sua ultima opera strumentale importante completata.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

L'opera fu scritta nell'ottobre – novembre 1975 durante la sua ultima malattia: i primi quattro movimenti a casa sua, The Red House, Aldeburgh, e il quinto durante la sua ultima visita a Venezia, all'Hotel Danieli. Era dedicato al musicologo Hans Keller. Nel dicembre 1975, i fratelli Colin e David Matthews lo eseguirono privatamente per il compositore in un duetto per pianoforte. Nel settembre del 1976 Britten ci lavorò con l'Amadeus Quartet, che lo presentò per la prima volta il 19 dicembre 1976 al The Maltings, Snape, due settimane dopo la morte del compositore.[1][2][3][4]

Struttura[modifica | modifica wikitesto]

Il quartetto è in cinque movimenti:

  1. Duetti. Con movimenti moderati
  2. Ostinato. Molto veloce
  3. Solo. Molto calmo
  4. Burlesque. Veloce – con fuoco
  5. Recitativo e Passacaglia (La Serenissima). Lento

Tutti e cinque i movimenti sono in forma ternaria (A-B-A). Il quartetto è nella forma ad arco, con un lento movimento lirico centrale racchiuso tra due scherzi, gli stessi racchiusi tra due movimenti lenti esterni. Il musicologo inglese Peter Evans ha fatto notare che quella struttura invita al confronto con il quarto ed il quinto quartetto per archi di Bartók, per poi ritirare quel confronto quasi subito dopo averlo effettuato.

In "Duetti", Britten esplora tutte e sei le possibili relazioni tra i quattro strumenti in un quartetto.

Il "Recitativo" che dà inizio all'ultimo movimento include cinque citazioni musicali dall'opera Death in Venice di Britten del 1973 (la sua ultima). La "Passacaglia" conclusiva (una delle forme musicali preferite di Britten) è basata su un motivo musicale di quell'opera.[1][3] Il suo titolo, La Serenissima, deriva dallo status storico dell'ex Repubblica di Venezia come repubblica sovrana (La Serenissima), ed è talvolta ancora applicato alla moderna città di Venezia.

Una esecuzione tipica dura circa 25 minuti, sebbene secondo il musicologo Roger Parker, le notazioni di Britten sono così precise che il tempo di ogni movimento è specificato quasi al secondo.[3]

Accoglienza della critica[modifica | modifica wikitesto]

Il musicologo Peter Evans:

«La profonda impressione che ha fatto allora [alla prima esecuzione dell'Amadeus Quartet] potrebbe apparire una conseguenza inevitabile dell'occasione, ma una maggiore dimestichezza con l'opera conferma che la semplicità del suo linguaggio e la serenità a cui aspira rappresentano un distillato, non una diluizione dell'espressività di Britten durante il periodo più toccante della sua vita.[1]»

L'insegnante e compositore Robert Saxton:

«In realtà penso che alcune delle ultime composizioni di Britten siano capolavori. Ho sentito il Quartetto per archi n. 3 suonato al Tanglewood quando insegnavo lì nel 1986 ed è stata un'esperienza commovente assistere a un difficile pubblico americano di musica moderna, novecento o mille, storditi in silenzio alla fine, prima che si sentissero in grado di applaudire. Penso che quando hai qualcuno che offre roba come quella in quel modo, dieci anni dopo la sua morte, a un pubblico americano abituato alla nuova musica, devi stare molto attento a criticarlo.[2]»

Il compositore David Matthews:

«I due primi quartetti erano stati tra i suoi migliori lavori strumentali; il Terzo è pari ad essi nell'invenzione e superiore nella portata e nella profondità di espressione.[4]»

Il musicologo Roger Parker:

«Questo è, dopo tutto, un lavoro che accenna ancora e ancora ad alcuni dei grandi misteri della vita, le sue sfide più umilianti; i passi che si fanno per comprenderla dovrebbero, forse soprattutto, essere errabondi e lenti, sempre consapevoli del congiuntivo e del limitato.[3]»

Musicologo Ben Hogwood:

«Il terzo quartetto, quindi, è dove Britten si congeda ufficialmente. Ad esso seguiranno una manciata di opere, ma questo è il momento in cui rinuncia alla sua anima, in una musica di suggestiva bellezza. L'ultimo movimento gli assicura di andarsene a testa alta, innovatore e accattivante fino alla fine."[4]»

Incisioni[modifica | modifica wikitesto]

  • 1978 – Amadeus Quartet, Decca LP SXL 6893;[5] rimasterizzato nel 1990 London Records CD 425 715-2[6]
  • 1981 – Alberni Quartet, CRD Records LP CRD 1095; ripubblicato nel 1989, CRD Records CD CRD 3395[7]
  • 1986 – Endellion Quartet[8]
  • 1990 – Britten Quartet[9]
  • 1996 – The Lindsays, ASV Digital CD DCA 608[10]
  • 2002 – Brodsky Quartet, Challenge CD CC 72099[11]
  • 2002 - Verdi Quartett, Haenssler Classic CD 98.394
  • 2005 – Belcea Quartet, EMI Classics CD 7243 5 57968 2 0[12]
  • 2013 – Takács Quartet, Hyperion CD CDA68004 [13]
  • 2017 – Emerson String Quartet, Decca CD B0026509-02[14]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Peter Evans, The Music of Benjamin Britten, London, Melbourne and Toronto, J. M. Dent & Sons Ltd., 1979, pp. 339 – 348, ISBN 0-460-04350-1.
  2. ^ a b Humphrey Carpenter, Benjamin Britten: A Biography, Faber and Faber, 1992, pp. 574 – 575, 580 – 581, 590, ISBN 0-571-14324-5.
  3. ^ a b c d Britten and the String Quartet: A Classical Impulse – String Quartet No.3, su Gresham College, 27 giugno 2013. URL consultato il 6 marzo 2015.
  4. ^ a b c Brian Hogwood, Listening to Britten – String Quartet no.3, Op.94, su goodmorningbritten.wordpress.com, 16 marzo 2014. URL consultato il 6 marzo 2016.
  5. ^ (EN) Britten, Amadeus String Quartet – String Quartets 2 & 3, su Discogs, Zink Media.
  6. ^ (EN) Britten, Amadeus Quartet – String Quartets 2 & 3, Sinfonietta, su Discogs, Zink Media. Modifica su Wikidata
  7. ^ (EN) Benjamin Britten: The Alberni String Quartet – String Quartets Nos. 2 & 3, su Discogs, Zink Media. Modifica su Wikidata
  8. ^ (EN) Benjamin Britten – Endellion String Quartet – Complete Music For String Quartet (String Quartets Nos.1-3 · String Quartet In D · Rhapsody · Phantasy For String Quartet · Phantasy For Oboe And String Trio · Quartettino · Elegy For Solo Viola · Three Divertimenti · Alla Marcia), su Discogs, Zink Media. Modifica su Wikidata
  9. ^ (EN) Britten: The String Quartets No.2 & No.3, su AllMusic, All Media Network. URL consultato il 2 February 2016.
  10. ^ (EN) Tippett, Britten, The Lindsays – Tippet: String Quartet No. 4 / Britten: String Quartet No. 3, su Discogs, Zink Media. Modifica su Wikidata
  11. ^ (EN) Britten, Brodsky Quartet – Britten String Quartets 2 & 3, su Discogs, Zink Media. Modifica su Wikidata
  12. ^ (EN) Britten – Belcea Quartet – String Quartets 1, 2 & 3; 3 Divertimenti, su Discogs, Zink Media. Modifica su Wikidata
  13. ^ (EN) Britten, Takács Quartet – String Quartets 1, 2 & 3, su Discogs, Zink Media. Modifica su Wikidata
  14. ^ (EN) Britten, Emerson String Quartet – Music Of Britten And Purcell: Chaconnes And Fantasias, su Discogs, Zink Media. Modifica su Wikidata

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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