Publio Silio Nerva

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Publio Silio Nerva
Console romano
Nome originalePublius Silius Nerva
Nascita53 a.C. circa
Mortepost 16 a.C.
ConiugeCoponia
FigliPublio Silio; Aulo Licinio Nerva Siliano; Gaio Silio
GensSilia
PadrePublio Silio
Consolato20 a.C.
Proconsolato17-16 a.C. a Illirico
Legatus Augusti pro praetore19-17 a.C. in Spagna Tarraconense

Publio Silio Nerva (in latino: Publius Silius Nerva; 53 a.C. circa – post 16 a.C.) è stato un politico e militare romano.

Intimo amico di Augusto, sembra prendesse parte a giochi di dadi con lo stesso imperatore, come ci racconta Svetonio:[1]

«[...] In nessun modo [Augusto] ebbe paura per la sua reputazione riguardo al gioco, e continuò a giocare semplicemente e pubblicamente, perché si divertiva anche quando era vecchio, e non soltanto in dicembre ma anche in tutti gli altri mesi, nei giorni lavorativi e feriali. Di ciò non vi è nessun dubbio. In una lettera autografa scrisse: "Ho cenato, mio caro Tiberio, con le stesse persone; si sono uniti al mio banchetto Vinicio e Silio, il padre: durante la cena abbiamo giocato come dei vecchi, sia ieri, sia oggi. Si gettavano i dadi e ogni volta che ciascuno di noi otteneva il colpo del cane oppure il sei, aggiungeva alla posta in gioco un denario per ogni dado e chi faceva il colpo di Venere prendeva tutto."»

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Famiglia e consolato (20 a.C.)[modifica | modifica wikitesto]

Probabilmente figlio del corrispondente di Cicerone Publio Silio, pretore circa nel 56 a.C. ed elogiato propretore di Bitinia nel 51-50 a.C.[2], Silio, dopo una ottima ma sconosciuta carriera militare pretoria[3], divenne, grazie alla sua intima amicizia con Augusto, console nel 20 a.C. insieme a Marco Appuleio[4].

In Spagna (19-17 a.C.) e Illirico (17-16 a.C.)[modifica | modifica wikitesto]

Dopo il consolato, nel 19 a.C. Silio fu inviato come legatus Augusti nella recentemente costituita e pacificata provincia di Hispania Tarraconensis, dove rimase fino al 17 a.C. e governò in pace in un territorio ormai libero persino dal brigantaggio[5][6]. Nel 17-16 a.C. fu nominato, probabilmente dal suo caro amico Augusto extra sortem[7], proconsole di Illirico[8], dove sconfisse e sottomise le tribù alpine ribelli dei Camunni e dei Vennones, e contrastò efficacemente insieme ai suoi luogotenenti un'incursione in Istria dei Pannoni e dei Norici, i quali vennero poi sottomessi[9].

Discendenza[modifica | modifica wikitesto]

Sposato con Coponia, figlia del pretore del 49 a.C. Gaio Coponio, proveniente da Tibur e noto per un piccato rimprovero in senato ai danni di Lucio Munazio Planco nel 32 a.C.[10][11], Silio ebbe tre figli, che ascesero tutti al consolato sotto Augusto, segno della grande amicizia che lo legava al primo princeps e anche presumibilmente al suo erede Tiberio[12][13]: Publio Silio, legatus Augusti in Mesia[14] e console suffectus nel 3 d.C., probabilmente morto poco dopo; Aulo Licinio Nerva Siliano, adottato (presumibilmente dal triumviro monetale del 47 a.C. Aulo Licinio Nerva) nella gens Licinia, forse vicina ai Silii[15], amico di Augusto e console ordinario nel 7 d.C., morendo subito dopo prematuramente[16]; e Gaio Silio, console ordinario nel 13 d.C., legato e amico di Germanico, per la cui amicizia morì, suicidandosi nel processo a suo carico nel 24 d.C.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ SvetonioAugustus, 70.
  2. ^ Cicerone, ad Familiares, XIII, 61-65; cfr. RE III,1 (1927), s.v. Silius 8 (Münzer).
  3. ^ (EN) Ronald Syme, The Augustan aristocracy, Oxford, Clarendon Press, 1986, p. 43.
  4. ^ CIL XV, 4559
  5. ^ CIL II, 3414
  6. ^ Velleio Patercolo, II, 90, 4.
  7. ^ (FR) Frédéric Hurlet, Le proconsul et le prince d'Auguste à Dioclétien, Bordeaux, Ausonius, 2006, pp. 88-89.
  8. ^ CIL III, 2973
  9. ^ Cassio Dione, Storia Romana, LIV, 20, 1-2.
  10. ^ Velleio Patercolo, II, 83, 4.
  11. ^ Ronald Syme, The Augustan aristocracy, Oxford, Clarendon Press, 1986, p. 44
  12. ^ Ronald Syme, The Augustan aristocracy, Oxford, Clarendon Press, 1986, pp. 52, 95, 97, 101, 425-426.
  13. ^ Diana Gorostidi Pi, Sui consoli dell'anno 13 d.C.: nuovi dati dai Fasti Consulares Tusculani, in Zeitschrift für Papyrologie und Epigraphik, vol. 189, 2014, p. 273 n. 36.
  14. ^ Velleio Patercolo, II, 101, 3.
  15. ^ cfr. RE III,1 (1927), s.v. Silius 8 (Münzer).
  16. ^ Velleio Patercolo, II, 116, 4.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Fonti primarie
Fonti storiografiche moderne
  • Klaus Wachtel, S 726, in Werner Eck, Matthäus Heil, Klaus Wachtel, M. Horster, A. Krieckhaus, A. Strobach (a cura di), Prosopographia Imperii Romani saec. I. II. III, VII.2, 2ª ed., Berlin - New York, De Gruyter, 2006, ISBN 978-3-11-019316-9.
  • (EN) Ronald Syme, The Augustan aristocracy, Oxford, Clarendon Press, 1986.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Fasti consulares Successore
Marco Lollio
e
Quinto Emilio Lepido
(20 a.C.)
con Marco Appuleio
Gaio Senzio Saturnino
e
Quinto Lucrezio Vespillone