Presa di Saint Martin (1633)

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Presa di Saint Martin (1633)
parte della guerra degli ottant'anni e della guerra dei trent'anni
La cattura di Saint Martin da parte degli spagnoli, dipinto di Juan de la Corte (1597-1660). Museo Navale di Madrid
Datagiugno 1633
LuogoSaint Martin, Antille olandesi, Caraibi
EsitoVittoria spagnola
Modifiche territorialiSaint Martin venne occupata dagli spagnoli sino alla firma della pace di Vestfalia nel 1648[1]
Schieramenti
Comandanti
Effettivi
Sconosciuti24 man-of-war
31 trasporti
1300 uomini
Perdite
3 navi catturate[2]
77~100 prigionieri[2]
Basse
Voci di guerre presenti su Wikipedia
Isola di Saint Martin

La presa di Saint Martin del 1633 fu uno scontro navale della guerra degli ottant'anni e della guerra dei trent'anni tra l'Impero spagnolo e la Repubblica delle Sette Province Unite. L'isola, pretesa della Spagna sin dal secondo viaggio di Cristoforo Colombo nelle Indie occidentali nel 1493, si trovava a poche miglia ad est di Porto Rico. La sua cattura eliminò la presenza dei corsari olandesi sull'isola, indebolendo la pirateria ed il commercio degli olandesi nei Caraibi.

La battaglia[modifica | modifica wikitesto]

L'avanguardia spagnola rivelò che gli olandesi avevano costruito sull'isola di Sint Marteen una fortezza con 22 cannoni e pertanto l'ammiraglio Cadereyta inviò un emissario a terra dall'ammiraglia Nuestra Señora de Aranzazu a chiedere la resa della guarnigione locale.[3] I soldati presenti erano circa 150 fanti olandesi e 40 schiavi di colore al comando di Jan Claeszoon van Campen, il quale rifiutò l'offerta di Cadereyta. Pertanto, diversi galeoni spagnoli iniziarono a sparare sulla fortezza in un caldo scontro a fuoco durante il quale sette marinai spagnoli morirono nel tentativo di sbarcare sull'isola.[3] Alle 2:00 del mattino successivo, 1000 uomini e 300 marinai vennero inviati a terra dal vice ammiraglio de Hoces, mentre il Maestre de Campo Luis de Rojas y Borgia con due piccoli cannoni da campo diresse l'artiglieria sul posto. Il gruppo riuscì a intraprendere un'ardua marcia nella giungla locale, perdendo almeno sei uomini per il calore e la stanchezza prima di raggiungere infine il retro della fortezza olandese e colpirne le mura il 26 giugno. De Hoces venne ferito da una palla di moschetto. Gli spagnoli iniziarono l'assedio installando la loro prima batteria di cannoni e lanciarono un assalto nella notte del 28 giugno, nel quale rimase ferito il capitano Tiburcio Redín.[2]

Conseguenze[modifica | modifica wikitesto]

Il 1º luglio, van Campen, ferito, assieme a 62 dei suoi uomini e 15 schiavi di colore chiese la resa che gli venne concessa.

Cadereyta occupò la fortezza dal giorno successivo, decidendo di mantenervi una forza spagnola e rafforzando le difese aggiungendovi altri nove cannoni oltre ad una guarnigione permanente di 250 fanti e 50 ausiliari, sempre reclutati tra i locali, al comando del capitano Cebrián de Lizarazu.[2] La flotta spagnola salpò quindi alla volta di San Juan de Puerto Rico, giungendo coi suoi prigionieri e tre navi conquistate agli olandesi il 13 luglio.[4]

La spagna formalmente restituì l'isola alla Repubblica delle Province Unite solo con la firma della pace di Vestfalia.[5]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Lane p.70
  2. ^ a b c d Marley p.121
  3. ^ a b Marley p.120
  4. ^ Hartog p.27
  5. ^ Dewald p.187

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Lane, E Kris. Pillaging the Empire: Piracy in the Americas 1500-1750. M.E. Sharpe Publishers, ISBN 0-7656-0257-1
  • David F. Marley. Wars of the Americas: A Chronology of Armed Conflict in the New World, 1492 to the Present ABC-CLIO(1998) ISBN 0-87436-837-5
  • Dewald, Jonathan. Europe 1450 to 1789: Encyclopedia of the Early Modern World Publisher:Charles Scribners & Sons(2003) ISBN 0-684-31200-X
  • Hartog, Johannes History of Sint Maarten and Saint Martin