Pop-filosofia

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La pop-filosofia (anche chiamata pop filosofia[1] o filosofia pop, originariamente in francese pop’philosophie) è un concetto inventato da Gilles Deleuze durante gli anni '70. Consiste principalmente nell’affermare una possibile connessione tra la filosofia e la cultura popolare intesa come l’insieme della produzione culturale di massa del mondo contemporaneo. La definizione precisa di questa relazione, tuttavia, ha subito nel tempo una profonda evoluzione.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Origini[modifica | modifica wikitesto]

La “pop’philosophie” [2] appare per la prima volta nel 1972 ne L'Anti-Edipo di Deleuze e Guattari [3]. L’idea di una filosofia o di un’analisi che fosse “pop” era un sogno di Deleuze [4] che mirava a scrivere un libro non specializzato, che riuscisse a toccare immediatamente i profani e propagarsi come la musica pop di quegli anni, che d’altronde era stata teatro di fenomeni di affluenze collettive, spettacolari e varie del calibro di Woodstock o del Maggio francese. L’idea della pop' philosophie può in parte spiegare il successo delle pubblicazioni di Deleuze e Guattari al di fuori degli ambienti filosofici e della psicoanalisi. [5]. Questo sogno di un impatto puro ed immediato dei libri di filosofia trova giustificazione nella teoria delle intensità di Deleuze, come dimostrato da un passaggio di Lettera a un critico severo, sempre a proposito di L’Anti-Edipo:

«Al contrario, chi sa poco o non è corrotto dalla psicoanalisi ha meno problemi, e lasciano allegramente da una parte le cose che non comprendono. Questa è una delle ragioni che ci hanno spinto a decidere di scrivere questo libro per un pubblico dai quindici ai vent’anni. (…) Considerare un libro come una macchina asignificante il cui unico problema è se funziona e come funziona… quest’altra lettura lo è in intensità: qualcosa succede o non succede. Non c’è niente da spiegare, niente da interpretare, niente da comprendere. È una specie di connessione elettrica.»

Ritorno in auge nel XXI secolo[modifica | modifica wikitesto]

Una volta iniziato l’interesse per questa nozione, un altro libro viene pubblicato nel 2003. Un gruppo di giovani filosofi vicini a Alain Badiou pubblica una raccolta di saggi dedicati alla dimensione metafisica del popolare film americano Matrix, carico di riferimenti filosofici più o meno espliciti. [7] Le diverse rivendicazioni del termine pop filosofia emergono a partire dal 2004 hanno tutte una cosa in comune: confrontare la filosofia a ciò che teoricamente c’è di più estrinseco ad essa: la subcultura. Da allora si sono pubblicati una serie di libri di filosofia dedicati al cinema commerciale o al rock, come la raccolta «Philosophie et cinéma» di Éric Dufour, o l’opera Rock’n philo di Francis Métivier. Appaiono anche opere di più difficile interpretazione come le raccolte Fresh Théories, che trattano mostre d’arte contemporanea del Palais de Tokyo, oppure l’intervista Pop philosophie di Mehdi Belhai Kacem, un filosofo che vede il punto cieco dello strutturalismo lacaniano nell’attrice di cinema. [8] Simone Regazzoni pubblica nel 2010 Pop filosofia, una raccolta di saggi che affronta diversi aspetti della cultura pop da un punto di vista filosofico. La moderna cultura pop-filosofica si differenzia in due aspetti principali con la pop’philosophie teorizzata da Deleuze: da una parte, il successo mediatico e popolare dei nuovi testi non è comparabile con l’Anti-Edipo; dall’altra, la loro presentazione è a volte più sofisticata, perché seguono codici propri dell’arte contemporanea e fanno riferimenti rivolti agli iniziati di questo argomento (per esempio il sopracitato Fresh Théories fa riferimento alla nozione snob di French Theory). Pertanto non si tratta più di scrivere opere filosofiche per un pubblico di profani, ma di offrire ad un pubblico di iniziati alla teoria opere dedicate a oggetti qualsiasi, i quali sono elevati ad oggetti di buon gusto, in un processo paradossale, ma frequente. [9]

Festival dedicati alla Pop filosofia[modifica | modifica wikitesto]

Nel 2009, Jacques Serranno, che da anni lavora ad una comparazione tra arte e teoria, crea a Marsiglia la Semaine de la pop philosophie (Settimana della pop-filosofia) [10]. L’espressione pop-filosofia torna dunque in quel momento ad essere sinonimo di un rinnovato interesse degli intellettuali per i prodotti culturali popolari. Interesse perfettamente esemplificato, tra le altre cose, dalla pubblicazione degli Écrivains en séries di Leo Scheer, che contiene articoli e testimonianze di letterati sulla cultura televisiva. [11] Tra gli altri eventi dedicati a questa corrente culturale al di fuori della Francia, in Italia dal 2011 si svolge Popsophia, ideato e diretto da Lucrezia Ercoli, con eventi in diverse città delle Marche (principalmente Civitanova Marche, Pesaro e Tolentino). Il festival ha ospitato numerosi filosofi e intellettuali (quali Simone Regazzoni[12], Umberto Curi e Massimo Donà[13]) e giustappone lectio magistralis e dibattiti tradizionali a spettacoli musicali e momenti divulgativi[14].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ http://www.treccani.it/vocabolario/pop-filosofia_%28Neologismi%29/
  2. ^ Dork Zabunyan, « Deleuze fait cours : une pédagogie du concept cinématographique » in Critique, 715, 2006, p. 1065-1068.
  3. ^ . La nozione fa la sua comparsa in Lettera a un critico severo, pubblicata da Michel Cressole nel 1973 ed è ripresa in Pourparlers, edizioni Minuit 1990. Questa lettera difendeva L’Anti-Edipo e i suoi autori da diverse critiche e accuse
  4. ^ (FR) « Et sans doute on ne peut pas dire que L'Anti-Œdique soit débarrassé de tout appareil de savoir : il est encore bien universitaire, assez sage, et ce n’est pas la pop’philosophie ou la pop’analyse rêvées. » Ibid. p. 16
  5. ^ si veda l’intervista a Élie During, «Deleuze: La pop'philosophie », su Sciences humaines, numero speciale 3: Foucault, Derrida, Deleuze: Pensées rebelles, maggio-giugno 2005.
  6. ^ Pourparlers, op. cit., p. 17. Queste idee si trovano in Dialogues con Claire Parnet, 1977, p. 10.
  7. ^ Matrix : machine philosophique, Ellipse, 2003. Il saggio pioniere di questo libro è Élie During, Patrice Maniglier, « Que reste-t-il de la pop' philosophie ? », in Fresh Théorie, a cura di Mark Alizart, Christophe Kihm, Léo Scheer, 2005, p. 169-186.
  8. ^ L'Essence n de l’amour, di Mehdi Belhaj Kacem, co-edizione Fayard/Tristram - ISBN 2-213-61126-2, nuova edizione arricchita, J'ai Lu, 2010.
  9. ^ Pierre Bourdieu, La Distinction, Minuit, 1979.
  10. ^ (FR) Philo Pop, Humour bof, dal Nouvel Observateur
  11. ^ (FR) La literature se shoote aux series sul Nouvel Observateur. La raccolta è presentata in occasione della prima Semaine de la pop philosophie.
  12. ^ La pop filosofia spiegata da Simone Regazzoni su filosofia.rai.it.
  13. ^ La pop filosofia spiegata da Massimo Donà su filosofia.rai.it.
  14. ^ Gianluca Briguglia, Popolare o populista?, in Il Sole 24 Ore, 10 luglio 2016.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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