Pongo pygmaeus
Orango del Borneo | |
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Pongo pygmaeus | |
Stato di conservazione | |
Critico[1] | |
Classificazione scientifica | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Animalia |
Phylum | Chordata |
Classe | Mammalia |
Superordine | Euarchontoglires |
(clade) | Euarchonta |
Ordine | Primates |
Sottordine | Haplorrhini |
Infraordine | Simiiformes |
Parvordine | Catarrhini |
Superfamiglia | Hominoidea |
Famiglia | Hominidae |
Sottofamiglia | Ponginae |
Genere | Pongo |
Specie | P. pygmaeus |
Nomenclatura binomiale | |
Pongo pygmaeus Linnaeus, 1760 | |
Areale | |
L'orango del Borneo (Pongo pygmaeus Linnaeus, 1760) è una scimmia ominide, endemica del Borneo.
Ha una vita media dai 35 ai 40 anni in natura; in cattività può raggiungere i 60 anni.
Indice
Descrizione[modifica | modifica wikitesto]
I maschi arrivano ad una altezza di circa 1,4-1,7 m e pesano fino a 118 kg, mentre le femmine pesano intorno ai 50 kg [2] Gli arti anteriori sono molto più lunghi e forti di quelli posteriori, e possono addirittura toccare le caviglie quando l'animale è in piedi; l'apertura delle braccia può anche superare i 2 metri[3]. Raggiunta la maturità sessuale intorno ai 12 anni, i maschi sviluppano guance carnose e larghe con cui impressionano i rivali e le femmine; inoltre i maschi adulti presentano anche una sacca golare che amplifica il loro verso. Hanno il pelo rossastro molto lungo sulle spalle, che forma una specie di mantello impermeabile. I cuccioli alla nascita sono molto piccoli ma riescono subito ad arrampicarsi al pelo della madre. Hanno gambe corte e deboli, le quali non riescono a sostenere a lungo il corpo in posizione eretta. Le mani hanno quattro dita molto lunghe e un pollice opponibile che consente all'orango di salire sugli alberi e di prendere il cibo. Hanno braccia molto lunghe e forti che usano per passare da un albero all'altro. Hanno piedi larghi e piatti con dita lunghissime; l'alluce è opponibile e permette una presa solidissima. Il cranio è molto robusto, dotato di mascelle e denti molto forti, in particolare nei maschi adulti.
Biologia[modifica | modifica wikitesto]
Nel loro habitat naturale gli oranghi trascorrono la maggior parte della vita sugli alberi, perché le loro zampe non sono adatte per camminare sul terreno. L'orango, utilizzando i rami degli alberi gode di un'ampia libertà di movimento.
Le fronde degli alberi costituiscono anche un valido riparo: ogni notte l'orango le usa per costruirsi un giaciglio sospeso sopra il terreno.
L'orango è un animale capace di relazionarsi molto bene con l'uomo. Riesce ad apprendere dal comportamento dell'uomo ed è in grado di compiere azioni simili ad esso (piantare chiodi, tagliare un pezzo di legno con la sega, anche solo osservandolo).
Alimentazione[modifica | modifica wikitesto]
L'orango è un grande mangiatore di frutta. Il 60% della dieta è basato sulla frutta selvatica: litchi, frutti del rambutan, dell'albero del pane, manghi e il suo frutto preferito, il durian. Tuttavia, l'elemento più importante nella dieta dell'orango sono i fichi soprattutto perché nascono in diversi periodi dell'anno.
Spesso si pensa erroneamente che nelle foreste tropicali il cibo, ad esempio frutta e fiori, sia facilmente reperibile. In realtà, questo cibo è distribuito in vari punti della foresta e se ne trova in abbondanza
soltanto per vari periodi. Il comportamento e il metabolismo dell'orango si sono adattati a questa situazione. I piccoli apprendono dalla madre a selezionare gli alberi da frutto e sono capaci di ricordare i periodi in cui fruttificano. Quando l'orango trova frutti maturi, ne mangia fino a riempirsi per poi partire in cerca di un'altra fonte di cibo. Spesso capita che debba dividere un albero con i suoi simili o con altre scimmie e uccelli: si tratta di uno dei rari momenti in cui più oranghi si ritrovano nella stessa zona.
In piccola percentuale l'orango mangia anche foglie, corteccia, bacche, noci, germogli, insetti, vermi, piccoli vertebrati e uova d'uccello. Tra le specie maggiormente predate i primati di piccola taglia come il Lori lento.
Riproduzione[modifica | modifica wikitesto]
maturità sessuale | per le femmine in genere 7 anni; il maschio tra i 13 e i 15 anni |
riproduzione | per tutto l'anno |
periodo di gestazione | circa 275 giorni |
numero cuccioli | 1 |
pausa tra le nascite | 3-4 anni, a volte anche di più |
vita media | 35-45 anni |
Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]
L'orango è diffuso nelle calde e umide foreste tropicali del Borneo, che coprono bassipiani, colline e persino paludi costiere.
Conservazione[modifica | modifica wikitesto]
Nel 2016 la IUCN Red List ha classificato Pongo pygmaeus come specie a rischio critico di estinzione (Critically Endangered).[1]
La caccia a questo animale è vietata.
Nel Borneo esiste un centro per la tutela di questi animali. La mascotte di questo centro, già dalla fine degli anni '70 è un orango femmina. Le sono stati insegnati più di trenta segni dell'alfabeto per le persone non udenti ed in tal modo riesce a interloquire con gli esseri umani.
In questo centro arrivano molti piccoli d'orango, spesso orfani, perché le loro madri vengono uccise per impossessarsi dei piccoli. Le donne-collaboratrici di questo centro fungono da madre a questi cuccioli. Controllando la dentatura ed esaminando pelo e sangue (DNA), i veterinari riescono a risalire all'età dell'animale. Gli oranghi rimangono 7/8 anni con la madre e spesso, se le madri hanno altri cuccioli e li allattano, diventano gelosi. Dopo essere stati curati e cresciuti, gli oranghi sono liberati in un parco naturale. Sotto la pelle, viene inserito un microchip, in modo da poter riconoscere ogni individuo.
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ a b (EN) Ancrenaz, M., Gumal, M., Marshall, A.J., Meijaard, E., Wich , S.A. & Husson, S. 2016, Pongo pygmaeus, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2018.2, IUCN, 2018. URL consultato il 12 luglio 2016.
- ^ Orango - Pongo pygmaeus [collegamento interrotto], su windoweb.it.
- ^ Orango, su animalinelmondo.com.
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- (EN) Colin Groves, Mammal Species of the World. A Taxonomic and Geographic Reference, a cura di D.E. Wilson e D.M. Reeder, 3ª ed., Johns Hopkins University Press, 2005, ISBN 0-8018-8221-4.
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
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