Poltrona Sacco
Sacco è una poltrona progettata dai designer italiani Piero Gatti, Cesare Paolini e Franco Teodoro nel 1968 per l'azienda italiana d’arredamento Zanotta. Si tratta di uno dei prodotti di disegno industriale più rilevanti del XX secolo. Ha guadagnato la fama di pezzo d’arte ed è oggi esposto permanentemente in diversi musei nel mondo (Museum of Modern Art di New York, dal Musée des Arts Décoratifs di Parigi, al Victoria & Albert Museum di Londra al Triennale Design Museum di Milano). Viene selezionato nel 1970 per il Premio Compasso d'oro e viene prodotta ancora all'inizio del ventunesimo secolo.
Sacco prodotto di disegno industriale | |
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Dati generali | |
Anno di progettazione | 1968 |
Progettista | Piero Gatti; Cesare Paolini; Franco Teodoro |
Profilo prodotto | |
Tipo di oggetto | poltrona |
Produttore | Zanotta |
Prodotto dal | 1968 |
al | ancora in produzione |
Materiali | plastica; cuoio; polistirolo espanso |
Storia
La poltrona sacco è un prodotto industriale progettato da Piero Gatti, Cesare Paolini, Franco Teodoro nel 1968. Il primo prototipo della poltrona viene proposto e respinto da una nota azienda chimica nazionale. Successivamente il prototipo viene proposto a Zanotta, che lo sottopone ad un processo di revisione, a cinque mesi dal prototipo si passa alla produzione di serie del sacco, fu esposto al salone del mobile di Parigi nel 1969. Si trasformò in uno dei più grandi successi commerciali e di costume registrato da un oggetto d’arredo. La poltrona sacco nasce da una volontà industriale innovativa ed una sperimentazione d’avanguardia al di fuori delle logiche tradizionali d’arredamento e del mercato. Gatti, Paolini e Teodoro sviluppano l’idea di trasferire a livello dell’oggetto d’arredo la trasparenza e la leggerezza, questa scelta, porta alla scelta di un materiale trasparente per il rivestimento. Prerogativa del progetto parte tuttavia da una matrice paradossalmente funzionalista ed ergonomica.[1]
Filosofia di progetto
Questa “poltrona anatomica” nasce dall’incontro tra una volontà dell’industria in cerca di innovazione ed una sperimentazione di progetto più isolata, puntando sempre all’avanguardia ed al di fuori degli schemi e delle logiche tradizionali dell’arredamento e del mercato. Il sacco è in effetti uno dei casi più significativi di come l’industria possa modificare le abitudini e convenzioni abitative raccogliendo stimoli provenienti dalla cultura non ufficiale del progetto, che fa proprie le esigenze di rinnovamento che, seppur in forma inespressa, sono già presenti a livello sociale. Il progetto del Sacco parte da una matrice paradossalmente funzionalista ed addirittura ergonomica: la scienza dell’adattamento degli oggetti e degli strumenti alle esigenze del corpo umano. I tre giovani architetti torinesi affrontano il tema in termini che andavano contro le opinioni del tempo: infatti invece di progettare complicati meccanismi, pensano a una forma che si modelli sul corpo.[1]
Ergonomia
L’idea è quella di trovare una forma che si modelli sul corpo per semplice inerzia e la possibilità per sollevare e trasportare l’oggetto proprio come un sacco, al primo prototipo viene applicato un maniglione, per accentuare il carattere nomade dell’oggetto.
Semiotica dell'oggetto[2]
Componente figurativa[3]
L’imbottitura è costituita da palline di polistirolo espanso ad alta resistenza, I rivestimenti scelti sono tessuti o pellami, alla base della seduta è stata inserita una chiusura lampo per permettere il cambio dell’imbottitura. La Sacco è una seduta profondamente diversa dalle altre, ne sconvolge la tradizionale concezione: non ha gambe, non ha uno schienale e non ha nemmeno un piano d’appoggio ben definito in modo da dare una conformazione anatomica alla poltrona durante l’interazione con l’utente/utilizzatore
Componente tassica[4]
Si presenta quindi come un oggetto intero dalla forma non ben definita che da l’idea di morbidezza. Per utilizzarla l’utente essenzialmente si butta sopra l’oggetto definendo il piano d’appoggio mediante il proprio peso esercitato sull’oggetto. Per cui è una seduta non seduta in quanto la posizione d’uso non è vincolata in alcun modo ed è limitata solo dalla fantasia dell'utente.
Categorie plastiche
Categorie topologiche[5]
La poltrona sacco si divide in interno ed esterno:
- interno, amorfo;
- esterno, pur non avendo forma rigida rimanda all’idea del comune sacco di iuta, concetto alla base della poltrona.
Categorie eidetiche[6]
La poltrona sacco non possiede una forma precisa, in quanto è sprovvista di struttura interna o rigida. Internamente è composta da migliaia di palline e sferette che riempiono, non completamente, la struttura esterna che è un sacco in materiale elastico con la forma che ricorda una goccia o un fagiolo. Le forme e le linee dell’oggetto si modificano ogni volta che una persona ci si siede o desidera personalizzarla.
Categorie cromatiche[7]
La seduta sacco presenta due colori, quello interno e quello esterno. L’interno del sacco è composto da migliaia di palline bianche i polistirolo. L’esterno, invece presenta un rivestimento monocromatico con toni saturi e luminosi come il rosso, giallo o verde.
Premi
- Bio 5 Ljubljana, 1973
Nei media
La poltrona sacco è stata utilizzata in vari set cinematografici, tra cui "Fracchia la belva umana", di Paolo Villaggio[8]. È presente nelle strisce Peanuts realizzate da Charles M. Schultz.
Esposizioni
- Museum of Modern Art, New York[9]
- Israel Museum, Gerusalemme[9]
- Umèleckoprumyslovè Muzeum, Praga[9]
- Kunstgewerbemuseum, Berlino[9]
- Kunstmuseum, Düsseldorf[9]
- Museum für angewandte Kunst, Vienna[9]
- Taideteollisuusmuseo Konstindustrimuseet, Helsinki[9]
- Musée des Arts Décoratifs, Parigi[9]
- The Saint Louis Art Museum, Saint Louis[9]
- Museo dell'arredo contemporaneo, Russi (Ra)[9]
- Museum für Kunst und Gewerbe, Amburgo[9]
- Denver Art Museum, Denver[9]
- Dallas Museum of Art, Dallas[9]
- Fondazione Triennale Design Museum, Milano[9]
- Tel Aviv Museum of Art, Tel Aviv[9]
- Vitra Design Museum, Weil am Rhein[9]
- MusÈe National d'Art Moderne, Parigi[9]
- Thessaloniki Design Museum, Thessaloniki[9]
- Brücke-Museum, Berlino[9]
- Fonds RÈgional d'Art Contemporain, Dunkerque[9]
- Centro Arte e Design, Calenzano[9]
- Powerhouse Museum, Sydney[9]
- Museum voor Sierkunst en Vormgeving, Gent[9]
- Philadelphia Museum of Art, Filadelfia[9]
- Shiodome Italia Creative Center, Tokyo.[9]
Note
- ^ a b Casciani 1984.
- ^ Continuum 1995.
- ^ È un'analisi delle parti costitutive e delle relazioni che intrattengono tra loro. il sacco nasce da una forma geometrica ben distinta, attraverso la quale le facce dei materiali costruiscono il contenitore.
- ^ Analisi delle relazioni con gli oggetti e all’interno di sistemi più ampi.
- ^ Identificazione degli elementi dell’oggetto in base alla loro posizione.
- ^ Analisi delle forme che costituiscono l'oggetto a cui vengono attribuiti dei valori percettivi.
- ^ Analisi dei colori che identificano le varie componenti dell'oggetto.
- ^ Addio a Piero Gatti, inventore della poltrona sacco: il ricordo nella mitica scena di Fracchia deejay.it
- ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x y classicdesign.it.
Bibliografia
- Stefano Casciani, Mobili come architetture: il disegno della produzione Zanotta, Milano, Arcadia, 1984.
- Beppe Finessi, Design: 101 storie Zanotta, Silvana, 2015.
- (EN) Jean-Marie Floch, Visual Identities, Milano, Continuum, 2000.
- Mel Byars, The Design Encyclopedia, New York, John Wiley & Sons, Inc., 1994
- Emilio Ambasz [a cura di], Italy: The New Domestic Landscape - Achievements and Problems of Italian Design, New York, Museum Of Modern Art, 1972
- Grace Lees-Maffei, Kjetil Fallan [editori], Made in Italy Rethinking a Century of Italian Design, London, Bloomsbury Academic, 2014.
- Bernhard E. Bürdek, Design Storia, Teoria e Pratica del Design del Prodotto, Roma, Gangemi Editore, 2008
- Modern Chairs 1918-1970, London: Lund Humphries. 1971.
- Victor Papanek, Design for the Real World, New York: 1974
- Moderne Klassiker, Mobel, die Geschichte machen, Hamburg, 1982
- Kathryn B. Hiesinger and George H. Marcus III (eds.), Design Since 1945, Philadelphia, Philadelphia Museum of Art, 1983.
- Fifty Chairs that Changed the World: Design Museum Fifty, London's Design Museum, London, ISBN 978-1840915402
- Charlotte Fiell, Peter Fiell, Plastic dreams: synthetic visions in design, Carlton Books Ltd, 2010, ISBN 978-1906863081
- Anne Bony, Design: History, Main Trends, Major Figures, Larousse/Chambers, 2005
- Bernd Polster, Claudia Newman, Markus Schuler, The A-Z of Modern Design, Merrell Publishers Ltd, 2009, ISBN 978-1858945026
- Domitilla Dardi, Il design in cento oggetti, Federico Motta Editore, Milano, 2008, ISBN 978-88-7179-586-7
- Charles Boyce, Joseph T. Butler, Dictionary of Furniture, Simon and Schuster, New York, 2014, ISBN 9781628738407
Sitografia
- classicdesign.it, https://classicdesign.it/Sacco_poltrona_zanotta.html . URL consultato il 4 dicembre 2017.
- magazine.designbest.com, https://magazine.designbest.com/it/design-culture/oggetti/zanotta-poltrona-sacco/ . URL consultato l'11 dicembre 2017.
- blog.arredodalpozzo.it, https://blog.arredodalpozzo.it/la-poltrona-sacco-zanotta-un-concetto-diventato-icona . URL consultato il 1º dicembre 2017.
- arredaclick.blogspot.it, https://arredaclick.blogspot.it/2010/10/poltrona-sacco-la-storia-di-unicona-del.html . URL consultato il 1º dicembre 2017.
- youtube.com, https://www.youtube.com/watch?v=0KaCOAoHSWI . URL consultato il 2 dicembre 2017.
- youtube.com, https://www.youtube.com/watch?time_continue=5&v=0KaCOAoHSWI . URL consultato il 2 dicembre 2017.
- Giovanna Mancini, Salone del Mobile 2019, l’essenza dell’arredo-design in 10 icone storiche, Il Sole 24 Ore, 7 aprile 2019
Altri progetti
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Sacco
Collegamenti esterni
- Vitra Design Museum
- Museum of Modern Art, New York
- Centre Pompidou, Parigi
- Sacco Chair | Object Lesson
- Italy: The New Domestic Landscape, Museum Of Modern Art, New York
- Cesare Paolini [architect], Museum Of Modern Art, New York
- Franco Teodoro, Museum Of Modern Art, New York
- Piero Gatti, Museum Of Modern Art, New York