Pieve di Santa Maria (Antella)

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Pieve di Santa Maria ad Antella
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneToscana
LocalitàAntella (Bagno a Ripoli)
Coordinate43°43′36.28″N 11°19′21.74″E / 43.726744°N 11.322706°E43.726744; 11.322706
Religionecattolica di rito romano
TitolareMaria
Arcidiocesi Firenze
Consacrazioneesistente nel 1040
Stile architettonicoromanico

La pieve di Santa Maria è un edificio religioso che si trova ad Antella, una frazione di Bagno a Ripoli, in provincia di Firenze.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Stemma della famiglia Dell'Antella, all'esterno

La prima testimonianza su questa pieve risale ad un documento del 4 novembre 1040 quando risulta che vennero donati dei beni posti nelle territorio della plebes de Utinula. I documenti redatti nell'XI e nel XII secolo confermano che pieve fosse a capo di un vasto territorio comprendente l'intera valle dell'Ema.

Da una bolla di papa Lucio III sappiamo che nel 1184 le decime del piviere venivano riscosse dall'abbazia di san Miniato al Monte, proprietaria della pieve, ma già nel 1217 passò sotto il diretto controllo del vescovo di Firenze. Il suo piviere era composto da 18 chiese suffraganee che garantivano notevoli entrate che insieme alla donazioni ricevute dalle famiglie Bonaccorsi, Buondelmonti e Donati, tutte proprietarie terriere nei dintorni, garantivano alla chiesa una ottima situazione finanziaria.

Nel XV secolo la chiesa era il capoluogo della Lega dell'Antella e sede di un capitolo di monaci. In quel secolo il patronato passò dalla famiglia Bardi alla famiglia Guasconi, che fecero realizzare il fonte battesimale in marmi policromi.

Nel XVII secolo furono fatti diversi lavori tra cui la realizzazione della cappella della Compagnia dell'Assunta ma solo un secolo dopo, nel 1744, la chiesa era in pessimo stato tanto che dal 1775 dietro iniziativa dell'Ordine di Santo Stefano papa e martire, allora patrono, vennero effettuati dei nuovi restauri.

Nel 1844 l'allora pievano Giuseppe Scappini restaurò il campanile e fece rifare le quattro campane che furono fuse da Terzo Rafanelli di Pistoia. Mezzo secolo dopo, nel 1895, il terremoto lo danneggiò lievemente e lievi furono anche i danni subiti dalla chiesa. Solo nel 1923 si iniziò a riparali e nel 1928 tutto il complesso fu restaurato in stile neoromanico. Nel 1934 fu elevato il nuovo alter realizzato con frammenti romanici di recupero.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Interno

La pieve di Santa Maria sorge al centro dell'abitato di Antella e con i suoi annessi fa da quinta alla piazza principale del paese. Consiste in una chiesa ad unica grande aula rettangolare con copertura a capriate ed abside quadrangolare.

Esterno[modifica | modifica wikitesto]

La facciata è a capanna ed è stata modificata nella cuspide e nelle aperture durante i restauri degli anni venti. Di epoca romanica è il bel paramento murario realizzato con conci di calcare alberese di color avorio disposti a corsi orizzontali e paralleli; a scopo decorativo sono state inserite delle pietre in serpentino verde, l'archivolto in calcare romanico e alcune lapidi sepolcrali come ad esempio l'arme in marmo dei Buonaccorsi datata 1330.

Nella fiancata meridionale sono visibili quattro alte monofore a doppio strombo. Nella fiancata settentrionale sono quattro monofore e la coronatura è affidata ad una cornice a dentelli fatta in parte con serpentino verde.

Campanile[modifica | modifica wikitesto]

La torre campanaria sorge sul fianco sinistro e presenta due fasi costruttive ben distinte. La prima, di epoca romanica, va dalla base ai primi tre piani ed è fatta con bozze di arenaria bruna e calcare di alberese disposte a filaretto; in questa prima parte vi sono due ordini di monofore e uno di bifore, oggi tamponate con archivolti bicromi fatti tra la fine dell'XI secolo e i primi del XII. La seconda fase, risalente al XII-XIII secolo, riguarda i successivi tre piani ed è stata fatta con conci di alberese di color avorio e presenta delle aperture, quasi tutte tamponate, consistenti in tre ordini di trifore. In una forma del tutto simile a come lo vediamo oggi è raffigurato in basso a destra nel quadro di Lorenzo Lippi datato 1660 e collocato all'altare dei Sette Santi fondatori.

Interno[modifica | modifica wikitesto]

Il dipinto di Cecco Bravo
Lorenzo Lippi, Madonna che dona l'abito ai Sette santi fondatori, 1660

L'interno appare ben illuminato sia dalle monofore che dall'occhio in facciata e qui il paramento murario è a vista (è stato riportato a vista durante i restauri novecenteschi) e consiste in bei conci di calcare ben spinati. Sulla parte destra un portale con archivolto bicromo in marmo e serpentino conduce alla canonica.

La parte di fondo dell'arco trionfale è decorata a monocromo come nei matronei del Battistero di Firenze e vi è stata inserita una formella in marmo rettangolare, precedentemente posta in facciata, con scolpito un drago a bassorilievo, riferibile all'ambito lombardo della seconda metà del XII secolo.

Si conservano un tabernacolo affrescato con la Madonna col Bambino, San Francesco e San Giovanni Battista, attribuito a Paolo Schiavo (XV secolo); una terracotta policroma attribuita a Benedetto Buglioni (1510 circa) raffigurante la Madonna col Bambino; al secondo altare di sinistra Madonna con i sette Santi fondatori opera del 1660 di Lorenzo Lippi (nel quadro sullo sfondo è visibile la chiesa di Santa Maria come appariva allora), e opere di Giovanni Antonio Sogliani, di Matteo Rosselli, di Simone Pignoni e di Cecco Bravo.

Nella parete di fondo si apre un grande arco dal quale si accede al vasto presbiterio e da qui all'abside.

Sacrestia[modifica | modifica wikitesto]

La sacrestia in origine era l'oratorio dell'Assunzione ed era staccato dalla pieve. Consiste in una semplice aula coperta a tetto conclusa con un'abside. Nella parte esterna sono visibili tre monofore a doppio strombo e la facciata che ancora conserva l'originale paramento murario. L'interno è coperto a capriate lignee ed è illuminato da due monofore che presentano un archivolto decorato a monocromo.

Questo edificio risale alla metà del XII secolo.

Organo a canne[modifica | modifica wikitesto]

A pavimento nell'abside, a ridosso della parete di sinistra, trova luogo l'organo a canne Mascioni opus 537, costruito nel 1940. Esso si articola in un unico corpo, è a trasmissione elettrica e dispone di 13 registri. La sua consolle, situata nei pressi del corpo d'organo, ha due tastiere e pedaliera.

L'organo Mascioni ne sostituisce uno più antico costruito nel 1857 da Cesare Danti; a trasmissione meccanica, aveva 27 registri ed era in base di 8'.

Antico piviere dell'Antella[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Fonte battesimale
  • Giovanni Lami, Sanctae Ecclesiae Florentinae Monumenta, Firenze, Tipografia Salutati, 1758.
  • Ildefonso da San Luigi, Delizie degli eruditi toscani, Firenze, Tipografia Cambiagi, 1770-1786.
  • Emanuele Repetti, Dizionario geografico, fisico, storico del Granducato di Toscana, Firenze, 1833-1846.
  • Luigi Santoni, Raccolta di notizie storiche riguardanti le chiese dell'Arci Diogesi di Firenze, Firenze, Tipografia Arcivescovile, 1847.
  • Emanuele Repetti, Dizionario corografico-universale dell'Italia sistematicamente suddiviso secondo l'attuale partizione politica d'ogni singolo stato italiano, Milano, Editore Civelli, 1855.
  • Attilio Zuccagni-Orlandini, Indicatore topografico della Toscana Granducale, Firenze, Tipografia Polverini, 1857.
  • Cesare Paoli, Il Libro di Montaperti (MCCLX), Firenze, Viesseux, 1889.
  • Luigi Torrigiani, Il Comune del Bagno a Ripoli descritto dal suo Segretario Notaro Luigi Torrigiani nei tre aspetti Topografico, Religioso e Civile, Parte II, Monumenti e Ricordi Religiosi della Parrocchia Plebana di S. Maria all'Antella, 1894, manoscritto inedito, Biblioteca Moreniana Firenze.
  • Luigi del Moro, Atti per la conservazione dei monumenti della Toscana compiuti dal 1 luglio 1893 al 30 giugno 1894. relazione a S.E. il Ministro della Pubblica Istruzione, Firenze, Tipografia Minori corrigendi, 1895.
  • Luigi del Moro, Atti per la conservazione dei monumenti della Toscana compiuti dal 1 luglio 1894 al 30 giugno 1895. relazione a S.E. il Ministro della Pubblica Istruzione, Firenze, Tipografia Minori corrigendi, 1896.
  • Guido Carocci, I dintorni di Firenze, Firenze, Tipografia Galletti e Cocci, 1906.
  • Mario Salmi, Architettura romanica in Toscana, Milano-Roma, Bestetti&Tumminelli, 1927.
  • Pietro Guidi, Rationes Decimarum Italiae. Tuscia. Le decime degli anni 1274-1280, Città del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, 1932.
  • Carlo Celso Calzolai, La Chiesa Fiorentina, Firenze, Tipografia Commerciale Fiorentina, 1970.
  • Italo Moretti, Renato Stopani, Chiese romaniche in Val di Pesa e Val di Greve, Firenze, Salimbeni, 1972.
  • Italo Moretti, Renato Stopani, Architettura romanica religiosa nel contado fiorentino, Firenze, Salimbeni, 1974.
  • Renato Stopani, Il contado fiorentino nella seconda metà del Duecento, Firenze, Salimbeni, 1979.
  • AA. VV., Toscana paese per paese, Firenze, Bonechi, 1980.
  • Alessandro Conti, I dintorni di Firenze: arte, storia, paesaggio, Firenze, La Casa Usher, 1983.
  • Silvano Guerrini, La parrocchia di Santa Maria all'Antella, Oratori della parrocchia di Santa Maria all'Antella, Tabernacoli della parrocchia di Santa Maria all'Antella in "La terra benedetta. Religiosità e tradizioni nell'antico territorio di Ripoli", Firenze, Salimbeni, 1984, pp. 197-290.
  • Franco Baggiani, Regesto di notizie organarie tratte dalla gazzetta toscana (1766-1865), Pisa, Pacini, 1987, pp. 69-70, ISBN non esistente.
  • Vittorio Cirri, Giulio Villani, La Chiesa Fiorentina. Storia Arte Vita pastorale, Firenze, LEF, 1993.
  • Marco Frati, Chiesa romaniche della campagna fiorentina. Pievi, abbazie e chiese rurali tra l'Arno e il Chianti, Empoli, Editori dell'Acero, 1997, ISBN 88-86975-10-4.
  • Silvano Guerrini, Rintocchi all'Antella, in "1997. Decimo Annuario del Circolo Ricreativo Culturale Antella", Edizioni CRC Antella, Firenze, 1998, pp. 34-52.
  • Cristina Acidini, I dintorni di Firenze, collana "I Luoghi della Fede", Milano, Mondadori, 2000, ISBN 88-04-46793-2.
  • AA. VV., Firenze, Milano, Touring Club Italiano, 2001, ISBN 88-365-1932-6.

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