Piccole labbra (film)

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Piccole labbra
Eva (Katya Berger) in una scena del film
Lingua originaleitaliano
Paese di produzioneItalia, Spagna
Anno1978
Durata86 min
Generedrammatico
RegiaMimmo Cattarinich
SoggettoDaniel Sánchez, Mimmo Cattarinich
SceneggiaturaDaniel Sánchez, Mimmo Cattarinich
ProduttoreJosé María Cunillés, Félix Tussell
Casa di produzioneAlba Cinematografica, Estela Films
Distribuzione in italianoUnifilm Stefano
FotografiaSandro Mancori
MontaggioRafael De La Queva
MusicheStelvio Cipriani
ScenografiaRamon Ivars
CostumiAlessandro Dell'Orco
TruccoGiuseppe Ferranti
Interpreti e personaggi

Piccole labbra è un film del 1978 diretto da Mimmo Cattarinich.

Cattarinich, ex fotografo di scena per registi quali Pasolini, Fellini, Lizzani e Ferreri, è qui alla sua unica regia cinematografica.

Trama[modifica | modifica wikitesto]

L'ufficiale viennese Paul torna dalla Grande guerra nella sua tenuta di campagna – curata dai suoi domestici Franz e Anna – mutato nel carattere. Era un uomo che amava soprattutto le donne, e i suoi ricordi sono pieni di amplessi passionali, ma le sue giornate sono silenziose e malinconiche. Una ferita di guerra lo ha privato della capacità di avere rapporti amorosi. L'amicizia con Eva, una dodicenne implume ma già morbosa, gli fa sperare di potere intrecciare una relazione erotica ma casta al contempo. Scrive anche un romanzo dove fa di Eva la protagonista. Il gioco però non dura a lungo, Eva lo tradisce con leggerezza con uno zingaro. L'ufficiale non trova motivo per continuare a vivere e si spara un colpo di pistola in testa.

Distribuzione[modifica | modifica wikitesto]

Il film è uscito in Spagna il 30 ottobre 1978. In Italia è stato distribuito dalla Unifilm l'8 febbraio 1979, vietato ai minori di 18 anni, con doppiaggio eseguito presso la N.C. con la collaborazione della Doppler.

Critica[modifica | modifica wikitesto]

«Piccole labbra ha le sue piccole ambizioni: lecite, ma contraddittorie come la ruffiana ambiguità del titolo. Da una parte s'avvolge nel richiamo un poco torbido del cinema di erotismo infantile, dall'altra s'addentra con opportuni indugi in un capitolo di letteratura decadente. C'è un personaggio che non può amare e una bambina che vuol essere iniziata all'amore. Non è necessario richiamare l'invenzione di Lolita per dire il peso delle bambine nei libri e sullo schermo. Piccole labbra s'apparenta piuttosto a film come Maladolescenza dove c'erano le acerbe e goffe nudità di Eva Ionesco. Qui il livello, bisogna riconoscere, è un poco più alto [...]. Poteva essere un capitolo di letteratura scritto in modo intenso; il regista, fotografo di nascita, l'ha ricoperto di ricerche decorative, di bei paesaggi, di passeggiate, di colazioni sull'erba, di torbidi interni, di nudità fanciullesche, di riflessioni fuori campo come si usa nei più abili romanzi per uomini. È stato elegante, ma anche pruriginoso; e in queste convergenti debolezze stanno le caratteristiche di un film che si sforza di stare difficilmente in bilico tra i generi e di affidarsi ad un pubblico più indulgente che morboso. Le musiche di Stelvio Cipriani cercano, naturalmente, di addolcire gli sforzi e le situazioni.»

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Roberto Curti, Piccole labbra, Nocturno Book n. 7 (speciale Maladolescenza), p. 33.

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