Phrygillos

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Syracusae: tetradracma
Testa di Arethusa, ΦPY sulla ampyx; Σ-Y-[P]-A-KΩ-ΣI-ΩN e quattro delfini interno. Auriga su quadriga veloce; sopra Nike; in esergo, spiga.
AR; 25mm, 17,31 g, 12h
Syracusae: tetradracma
Nike su quadriga veloce; sopra, Nike in volo; in esergo, Scilla, con tridente; dietro delfino, davanti pesce e firma ΕΥΘ (Euth-) Testa di Aretusa, circondata da quattro delfini; firma ΦΡΥΓΙΛΛ/ΟΣ in due linee sotto il taglio del collo.
AR; 16.86 g. Dritto firmato da Euth-, rovescio da Phrygillos. Circa 415-406 a.C.

Phrygillos (in greco antico: Φρυγίλλος?), noto anche come Frigillo, (fl. V secolo a.C.) è stato un medaglista e un incisore di coni greco antico, attivo a Siracusa e in altre città della Sicilia ellenica e della Magna Grecia.

Esiste una gemma incisa, che rappresenta un Eros mentre gioca con gli astragali. La gemma reca la firma ΦΡVΓΙΛΛ[1]. L'autenticità della gemma non è comunque certa[2].

Vengono attribuite a Phrigillos monete siracusane con la firma ΦΡΥΓΙΛΛΟΣ (tetradracmi) e ΦΡΥ (dracme e monete in bronzo)[2].

Alcune monete hanno uno dei conii con firma di un altro artista, come ΕΥΘ (Euthimos ?) o ΕΥΑΡΧΙΔΑ (Euarchidas)

Esistono anche due monete di Thurium, due stateri, il primo presente al British Museum[3][4] e l'altro catalogato come HN Italy 1881[5], che hanno le lettere ΦΡΥ. Percy Gardner[6] suggerisce che si tratti di Phrygillos. Questa ipotesi non è sostenuta da Rutter et al. che notano che le differenze stilistiche non supportano questa ipotesi e propendono per un altro atelier il cui nome inizi con le stesse lettere[4].

Esistono inoltre monete con la lettera Φ coniate da alcuni centri della Magna Grecia: Heraclea, Terina, Velia etc. Gardner ipotizza anche in questo caso che si possa trattare di Phrygillos[6]. Anche in questo caso le opinioni degli studiosi più recenti non sostengono l'ipotesi[2][4].

  1. ^ Winckelmann, Storia delle arti del disegno presso gli antichi (vol. II), pag. 121
  2. ^ a b c Breglia.
  3. ^ British Museum Catalogue, Italy, p.287; HN Italy 1771
  4. ^ a b c Rutter, p. 147.
  5. ^ Rutter, p. 153.
  6. ^ a b Gardner, p. 121.

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