Pelodiscus sinensis

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Tartaruga guscio molle cinese
Stato di conservazione
Vulnerabile[1]
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Chordata
Classe Reptilia
Ordine Testudines
Famiglia Trionychidae
Genere Pelodiscus
Specie P. sinensis
Nomenclatura binomiale
Pelodiscus sinensis
(Wiegmann, 1835)
Sinonimi

Trionyx sinensis
Wiegmann, 1835

La tartaruga guscio molle cinese (Pelodiscus sinensis Wiegmann, 1835) è una specie di tartaruga della famiglia dei Trionichidi[2].

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

È una tartaruga di medio-piccole dimensioni, con il carapace che può raggiungere i 250 mm di lunghezza (nei maschi solo 180 mm). Questo è di forma ovale e presenta una cresta marginale. La colorazione è generalmente verde-oliva-marrone. Il piastrone è rosso-arancio, con macchie scure.

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

L'areale si estende per tutta la Cina orientale (province di Anhui, Fujian, Gansu, Guangdong, Guangxi, Guizhou, Hainan, Hebei, Henan, Hong Kong, Hubei, Hunan, Jiangsu, Jiangxi, Shaanxi, Shandong, Shanxi, Sichuan, Yunnan e Zhejiang), il Giappone (Honshū, Kyoshu, Shikoku), Taiwan e il Vietnam settentrionale. Nel corso degli anni è stata introdotta in Indonesia (Kalimantan, Sumatra, Timor), nell'isola di Guam, in alcune località del Giappone (Isole Bonin, Arcipelago Ryukyu), in Malaysia, nelle Isole Marianne settentrionali, nelle Filippine (Bohol, Cebu, Latvia, Leyte, Luzon, Mindanao, Mindoro, Panay), a Singapore, in Corea del Sud, Spagna, Thailandia, Timor-Leste[3] e nelle Hawaii (Kauai, Oahu)[4]. Popola ecosistemi dulciacquicoli di ogni tipo, dalle pozze temporanee ai laghi, dai fiumi ai canali. Predilige fondali ricchi di vegetazione, fangosi o sabbiosi. Nel luglio del 2018 ne è stato catturato un esemplare allo stato selvatico nel lago di Garda.[5]

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

La tartaruga guscio molle cinese è in grado di rimanere immersa in acque basse, respirando tenendo fuor d'acqua il lungo muso e le narici tubolari. Per riposare giace immobile sul fondo, seppellita nella sabbia o nel fango, dal quale spunta solamente la testa, tenuta fuori per respirare o catturare le prede.

Va a caccia di notte e si ciba di crostacei, molluschi, insetti, pesci e anfibi.

Si riproduce due volte all'anno, deponendo da 17 a 28 uova per covata. Inoltre può, in caso di necessità, praticare cannibalismo di piccoli di altri esemplari.

Conservazione[modifica | modifica wikitesto]

Il trend delle popolazioni è considerato in declino generale a causa dell'enorme prelievo al quale è sottoposta. Si tratta, infatti, del chelone più commerciato al mondo (oltre 200 milioni di esemplari l'anno)[6], principalmente a scopo alimentare, dato che con le sue carni si prepara il «brodo di tartaruga». È inoltre molto diffusa tra i terraristi. L'importanza economica di questa specie ha fatto sì che P. sinensis sia stata introdotta, volontariamente o accidentalmente, in molti paesi al di fuori dell'areale originario.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Buhlmann, K., Rhodin, A. & van Dijk, P.P. (Tortoise & Freshwater Turtle Red List Authority) 2016, Pelodiscus sinensis, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ Pelodiscus sinensis, su The Reptile Database. URL consultato il 12 ottobre 2016.
  3. ^ C.H. Ernst, R.G.M. Altenburg & R.W. Barbour - Turtles of the World - Pelodiscus sinensis Copia archiviata, su nlbif.eti.uva.nl. URL consultato il 15 maggio 2009 (archiviato dall'url originale l'8 giugno 2011).
  4. ^ Brock, V. E. 1947. The establishment of Trionyx sinensis in Hawaii. Copeia 1947(2):142
  5. ^ Guscio molle, proboscide e occhi in fuori: nel lago di Garda spunta la tartaruga “aliena” (che nasconde un segreto), su ilfattoquotidiano.it, 13 luglio 2018.
  6. ^ Haitao Shi, James F Parham, Zhiyong Fan, Meiling Hong e Feng Yin, Evidence for the massive scale of turtle farming in China, in Oryx, vol. 42, Cambridge University Press, 1º gennaio 2008, pp. 147–150, DOI:10.1017/S0030605308000562. URL consultato il 30 agosto 2020.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Wiegmann, A. F. A. 1835. Beiträge zur Zoologie, gesammelt auf einer Reise um die Erde, von Dr. F. J. F. Meyen. Amphibien, Nova Acta Acad. Leopold.-Carol. 17: 185-268.

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