Palazzo Dami

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Palazzo Dami
Palazzo Dami, facciata
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneToscana
LocalitàFirenze
Indirizzovia Maggio 38
Coordinate43°45′58.12″N 11°14′54.59″E / 43.766144°N 11.248497°E43.766144; 11.248497
Informazioni generali
CondizioniIn uso

Palazzo Dami si trova in via Maggio 38 a Firenze. Il palazzo attraversa tutto l'isolato raggiungendo nella parte tergale il Borgo Tegolaio, sul quale si trova l'antica rimessa della carrozza con annesso l'alloggio per lo stalliere.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il palazzo venne acquistato nel 1735 da Giuliano Dami, Aiutante di Camera e "favorito" del settimo e ultimo Granduca di Toscana, Gian Gastone de' Medici, dalle suore dell'ordine del Raffaello; probabilmente presentava le caratteristiche di una residenza quattrocentesca ricavata da una casa torre del XIII secolo. Gli architetti Ferdinando Ruggieri e Gioacchino Fortini ne curarono l'ammodernamento in stile rococò, ad eccezione della corte che preserva a tutt'oggi il loggiato quattrocentesco, unica testimonianza della preesistenza rinascimentale insieme al soffitto ligneo del piano nobile.

Dopo la morte del Dami, avvenuta nel 1750, l'edificio fu alienato dai nipoti e acquistato dalla nobile famiglia fiorentina dei Bicchierai, che lo divise in tre grandi appartamenti, apportando lievi modifiche che tuttavia non ne stravolsero il progetto settecentesco. Dai Bicchierai passò poi nel Novecento a nuovi proprietari.

L'intervento più evidente fu la creazione di un mezzanino interno alla corte e la scala elicoidale d'accesso al nuovo livello; adoperato fino in epoca recente come cucina in servitù al piano nobile.

Architettura[modifica | modifica wikitesto]

Esterno e cortile[modifica | modifica wikitesto]

Il cortile del palazzo

L'edificio esternamente presenta elementi di pregio, quali i rinfasci dei due finestroni del piano nobile ed il mascherone nella chiave di volta dell'arco del portale che sovrasta una raffinata inferriata a volute coeva, nonché, ancora originale del XVIII secolo, il portone su strada in abete del Casentino; all'interno dispone di un piccolo ma grazioso cortile che ne fanno un interessante esempio dello stile eclettico con vari elementi tra cui una vera da pozzo in ferro battuto, una scaletta ricurva, peducci di forme diverse e alcuni stemmi, che andarono a arricchire il portico con due archi a sesto acuto sul lato est sorretti da una colonna in pietra serena.

L'elaborata grata in ferro che dà luce al primo piano, nel vano scale, è invece di un rimaneggiamento ottocentesco, affissa a scapito della parziale demolizione della volta istoriata della galleria del piano nobile, che proseguiva sino al Salone da Ballo, quando il palazzo era un unico corpo abitativo. Questa traumatica modifica fu adoperata intorno alla seconda metà del XIX secolo per dare più luce al vano scale.

Interno[modifica | modifica wikitesto]

La galleria
La galleria (particolare)

Spiccano tra le decorazioni interne la Galleria del piano nobile ed il quartiere estivo a piano terra, affrescati da Niccolò Pintucci nel 1735. Al secondo piano, abitato nel XVIII secolo probabilmente dalla moglie del Dami, si trova l'antica cappella del palazzo.

Un'antica scala interna in pietra serena, ancora presente, d'epoca manierista, collegava i tre livelli del palazzo alle cantine medievali.

La galleria del piano nobile è scandita da lesene in finto marmo, decorate da stucchi che ripropongono nel disegno le tre mazze nodose, presenti nell'arma di cittadinanza del Dami. Le quattro importanti nicchie circondate da cartigli dipinti, sono attribuite al Foggini e si pensa ospitassero, originariamente, busti di imperatori romani, oggi dispersi.

Le quadrature del Pintucci ritraggono paesaggi antichi, schermati da capricci architettonici, parzialmente coperti da una selvaggia vegetazione. Al centro della Galleria un ampio riquadro raffigura divinità pagane abbandonate in una composizione bucolica. La volta è animata da putti che sciolgono nastri di seta cremisi e ghirlande di fiori, circondati da un volo di uccelli fantastici.

Altre immagini[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Alberto Bruschi, Giuliano Dami. Aiutante di Camera del granduca Gian Gastone de' Medici, Opus libri, Firenze, 1997.

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