Palazzo Michelozzi

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Palazzo Michelozzi
Palazzo Michelozzi
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneToscana
LocalitàFirenze
Coordinate43°46′01.54″N 11°14′57.46″E / 43.767094°N 11.249294°E43.767094; 11.249294
Informazioni generali
CondizioniIn uso
CostruzioneXVI secolo
Stilerinascimentale

Palazzo Michelozzi, o Bartolozzi, si trova in via Maggio 11 a Firenze, tra via dei Velluti e via Sguazza.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La famiglia Michelozzi edificò questo palazzo nella seconda metà del Cinquecento, su case acquistate dai Corbinelli. Probabilmente il committente dell'opera fu il senatore Giovanbattista Michelozzi, ricordato per aver commissionato a Giovan Battista Caccini il ciborio marmoreo nella vicina basilica di Santo Spirito. Non si conosce l'architetto del progetto del palazzo, ma viene in genere attribuito allo stesso Caccini.

Nel XIX secolo si estinse la famiglia Michelozzi-Boni e il loro patrimonio passò in eredità ai Donati, ad eccezione del palazzo che andò in dote ad Elena Amerighi[1] nel 1845, in occasione del matrimonio con Leonardo Roti che assunse nella discendenza il cognome Roti-Michelozzi[2] (Il palazzo appare come proprietà Amerighi nell'elenco redatto nel 1901 dalla Direzione Generale delle Antichità e Belle Arti). Da questi il palazzo passò poi ai Bartolozzi.

Nell'androne si trova una targa con testa scolpita in rircordo del pittore Pedro Americo, artista ufficiale del governo brasiliano nel XIX secolo, che qui morì nel 1905.

Architettura[modifica | modifica wikitesto]

Il cortile

La facciata presenta i tre piani tipici dell'architettura residenziale rinascimentale, con lo stile tipicamente fiorentino dell'intonaco bianco (oggi in verità piuttosto scurito dal traffico veicolare nella via) sul quale spiccano gli elementi in pietra serena: il portale ad arco, le cinque finestre inginocchiate, le cornici marcapiano, le finestre ad arco e lo stemma familiare dei Michelozzi. L'insieme è sobrio e piuttosto austero, con un certo contrasto tra il pian terreno, animato dal rilievo delle inginocchiate, e i piani superiori, più semplici.

L'androne, voltato a botte, porta a un elegante cancello moderno, in ferro battuto e con la "B" dei Bartolozzi, passato il quale si arriva al cortile interno, fulcro del palazzo, risalente al momento iniziale della costruzione.

Su due lati si trovano altrettanti loggiati paralleli, con volte a crociera, colonne in pietra serena e capitelli tuscanici. Gli altri due lati hanno arcate cieche e paraste, ravvivate da aperture rettangolari e oculi. I prospetto interno del palazzo verso il cortile è decorato da una doppia cornice marcapiano, ed è particolarmente elaborato sul lato ovest, quello verso la strada, con due finestre ad arco e una loggetta all'ultimo piano, con colonnine e travi lignee.

Nel cortile sono poste due statue da giardino, piuttosto consumate, e due urne scolpite nel marmo. Da qui parte anche lo scalone in pietra per i piani superiori, piuttosto ripido e di reminiscenza medievale.

Altre immagini[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Leonardo Ginori Lisci, I Palazzi di Firenze nella storia e nell'arte, 2ª ed., Cassa di Risparmio di Firenze, Firenze 1972
  • Toscana Esclusiva XIII edizione, Associazione Dimore Storiche Italiane, Sezione Toscana, 2008.


Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN247425117