Palazzo Rucellai
Palazzo Rucellai | |
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Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Regione | Toscana |
Località | Firenze |
Indirizzo | Via della Vigna Nuova 18 |
Coordinate | 43°46′16.65″N 11°14′58.3″E |
Informazioni generali | |
Condizioni | In uso |
Costruzione | 1446 - 1451 |
Stile | rinascimentale |
Realizzazione | |
Architetto | Leon Battista Alberti |
Costruttore | Bernardo Rossellino |
Proprietario | Famiglia Rucellai |
Committente | Giovanni di Paolo Rucellai |
Il palazzo Rucellai un palazzo storico del centro di Firenze, situato in via della Vigna Nuova 18 (piazza de' Rucellai) angolo via dei Palchetti. Tra i migliori esempi di architettura rinascimentale privata del Quattrocento, la sua facciata venne progettata da Leon Battista Alberti e fu il primo di una serie di importanti interventi architettonici che eseguì per la famiglia Rucellai. La sua facciata infatti rappresenta uno dei modelli fondamentali del Rinascimento fiorentino, così come lo spazio antistante della piazza con la loggia di pertinenza testimonia un intervento urbanistico esemplare.
Il palazzo appare nell'elenco redatto nel 1901 dalla Direzione Generale delle Antichità e Belle Arti, quale edificio monumentale da considerare patrimonio artistico nazionale.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Il palazzo fu commissionato dal ricco mercante Giovanni Rucellai, ma nonostante l'importanza dell'edificio, sono ancora dibattute le date della sua costruzione, essendo andati perduti tutti i documenti relativi alle sue origini. Sicuramente il palazzo fu definito in più fasi, presumibilmente dal 1455 circa al 1458 e dal 1465 al 1470, a seguito degli acquisti delle preesistenti case che insistevano nel luogo, distribuiti nel tempo e condotti dal Rucellai. Questi (per altro noto per aver sostenuto finanziariamente l'erezione della facciata albertiana di Santa Maria Novella) testimonia nel manoscritto detto Zibaldone Quaresimale dell'impegno profuso nell'impresa, dichiarando come "d'otto chase n'ò fatte una, chè tre rispondevano in via della Vigna e cinque drieto". La trasformazione delle preesistenze in un solo complesso fu condotta da Bernardo Rossellino, che unificò poi l'insieme tramite una nuova facciata realizzata su disegno di Leon Battista Alberti, che era legato al Rucellai da amicizia e da affinità culturale[1].

Così definita, la fabbrica non fu interessata da ulteriori lavori (se non parziali degli spazi interni) nei due secoli successivi, anche grazie al suo permanere nei possessi della famiglia. Negli anni cinquanta del Settecento gli interni subirono più profonde trasformazioni in occasione delle nozze di Giuseppe Rucellai con Teresa Pazzi (1752).
È tuttavia la facciata che si impone per l'equilibrato disegno e il meditato recupero di modelli antichi: progettata a otto o forse nove assi di finestre, risulta incompiuta sulla destra, dove il paramento presenta le ammorsature per la parte non costruita, per quanto l'Alberti stesso sminuì benevolmente il suo intervento definendolo come "decoro parietale". Si tratta invece di un capolavoro di stile e sobrietà, progettato quasi come illustrazione del suo manuale De Re Aedificatoria (Sull'architettura) del 1452, dove si spiega che l'architettura deve imporsi più per il prestigio delle proporzioni che per la dimostrazione di bellezza e fasto: in questo senso il palazzo può essere considerato come il primo esempio di tentativo coerente nel sintetizzare norme pratiche e teoriche, come è evidente nell'uso dei tre ordini classici sulla facciata. Il Rossellino non si limitò a mettere in opera i lavori, ma apportò un aumento delle dimensioni originarie.
Il palazzo appartiene tuttora alla famiglia Rucellai. Per quanto riguarda le più recenti vicende conservative si segnala nel 1938 la stesura di nuovi intonaci nell'androne principale; tra gli anni cinquanta e sessanta il ritrovamento nell'altana del palazzo (originariamente aperta poi chiusa e soffittata su progetto dell'architetto Niccolò Rucellai per crearvi un lussuoso appartamento) di affreschi attribuiti a Paolo Uccello. Fra il 1964 e il 1967 il palazzo ebbe un intervento generale di restauro a opera dell'architetto Piero Sanpaolesi. Un ulteriore intervento di restauro fu realizzato tra il 1995 e il 1999[2].
Negli anni 1990 il palazzo ha ospitato il Museo di storia della fotografia fratelli Alinari.
In un appartamento al terzo piano, il 16 gennaio 1997, ebbe luogo l'omicidio del conte Alvise Nicolis di Robilant, irrisolto[3].
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]Facciata
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La facciata, di un bugnato di pietraforte uniforme e piatto, è organizzata come una griglia, scandita da elementi orizzontali (le cornici marcapiano e la panca di via) e verticali (le paraste lisce), entro la quale si inseriscono le aperture. Al pianterreno lesene di ordine tuscanico dividono la superficie in spazi dove si aprono i due portali (in origine era uno solo, ma fu raddoppiato simmetricamente quando venne raddoppiato il palazzo e la facciata). Al piano nobile si trovano numerosi elementi classici (i portali, gli ordini architettonici dei capitelli) fusi sapientemente con elementi della tradizione medievale locale, quali il bugnato e le bifore, e con elementi celebrativi dei committenti, come lo stemma e le imprese dei Rucellai, inseriti nei fregi e nei blasoni sopra i portali.
Il piano terra, più alto dei piani superiori, ha i capitelli decorati da una reinterpretazione dell'ordine dorico e due portali rettangolari classicheggianti (in epoca gotica tutti i portali erano ad arco o con arco e architrave). Vi corre davanti una "panca di via", un elemento oltre che di utilità pratica per i passanti, creava una sorta di piano base per il palazzo, come se si trattasse di uno stilobate. Lo schienale della panca riproduce il motivo dell'opus reticulatum romano.
Al primo piano (piano nobile) le paraste sono di tipo composito e vi si aprono delle ampie bifore a tutto sesto, con cornice bugnata, colonnina e oculo al centro. All'ultimo piano si hanno paraste di tipo corinzio, alternate a bifore dello stesso tipo. La sovrapposizione degli ordini come teorizzato da Vitruvio[4], è di conci levigati si ispira all'architettura romana, come nel motivo del basamento a imitazione dell'opus reticolatum. Le paraste decrescono progressivamente verso i piani più alti, dando un effetto prospettico di maggior slancio del palazzo rispetto alla sua vera altezza.
In alto il palazzo è coronato da un cornicione poco sporgente, sostenuto da mensole, oltre il quale è nascosta una loggetta ornata da pitture a monocromo del XV secolo, da alcuni attribuite alla cerchia di Paolo Uccello (staccati, restaurati e conservati nel palazzo): l'elemento della loggia è un'ulteriore riprova della rottura con la tradizione medievale e di apertura verso la grande stagione del Rinascimento. Il fregio del piano terra contiene le insegne della famiglia Rucellai: tre piume in un anello, le vele gonfiate dal vento e lo stemma familiare, che compare anche sui blasoni sopra i portali. A destra si vede bene come la facciata sia incompleta, infatti non finisce in maniera netta, ma è frastagliata perché era prevista la continuazione con un terzo portale.
L'effetto generale è vario ed elegante, per il vibrare della luce tra le zone chiare e lisce (lesene) e quelle scure (aperture, solchi del bugnato)[1]. Nel trattato l'Alberti scrisse infatti "La casa del signore sarà ornata leggiadramente, di aspetto piuttosto dilettevole che superbo".
Lo stile del palazzo costituì un punto di partenza per tutta l'architettura di residenza civile del Rinascimento, venendo citato quasi alla lettera dal suo allievo Bernardo Rossellino per il palazzo Piccolomini a Pienza.
Interno
[modifica | modifica wikitesto]All'interno del palazzo è di rilievo il cortile rinascimentale, con due lati porticati con mpie arcate a tutto sesto, sostenute da slanciate colonne con capitelli corinzi molto elaborati, che ricordano quelli delle colonne sopra il portale del Battistero di San Giovanni.
All'interno spiccano le decorazioni eseguite per il matrimonio di Giuseppe Rucellai con Teresa Pazzi (1752):, quali le decorazioni a fresco nei soffitti di due sale e nella galleria ad opera di Giovanni Domenico Ferretti e Pietro Anderlini (una galleria dipinta da Lorenzo Del Moro risulterebbe successivamente scialbata).
Monumenti correlati
[modifica | modifica wikitesto]Sul retro del palazzo è presente la ex chiesa di San Pancrazio che contiene un altro capolavoro dell'Alberti, il tempietto del Santo Sepolcro, all'interno della ex navata sinistra, l'unico spazio ancora consacrato di questa struttura, che oggi ospita il Museo Marino Marini. Davanti al palazzo sempre Leon Battista Alberti realizzò la Loggia Rucellai. Anche la facciata della vicina basilica di Santa Maria Novella fu disegnata dall'Alberti su incarico sempre di Giovanni Rucellai.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b De Vecchi-Cerchiari, cit., pag. 75.
- ^ Come ampiamente documentato dai contributi indicati in bibliografia e particolarmente nel volume curato da Simonetta Bracciali del 2006 (progettisti e direttori dei lavori: Simonetta Bracciali per la parte architettonica, ingegnere Carlo Succi per la parte strutturale; tra le ditte impegnate nel cantiere la RAM Restauri Artistici e Monumentali per gli interventi sul paramento lapideo, la Figli di Augusto Lorenzini per gli intonaci e le coperture)
- ^ Scheda su Cronaca-nera.it
- ^ De re aedificatoria
Bibliografia
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- Le bellezze della città di Firenze, dove a pieno di pittura, di scultura, di sacri templi, di palazzi, i più notabili artifizi, e più preziosi si contengono, scritte già da M. Francesco Bocchi, ed ora da M. Giovanni Cinelli ampliate, ed accresciute, Firenze, per Gio. Gugliantini, 1677, p. 235;
- Ristretto delle cose più notabili della città di Firenze del dottor Raffaello del Bruno, Firenze, Moucke, 1757, p. 86;
- Gaetano Cambiagi, L'antiquario fiorentino; o sia, Guida per osservar con metodo le cose notabili della città di Firenze, Firenze, Stamperia Imperiale, 1765, p. 141;
- Gaetano Cambiagi, L'antiquario fiorentino o sia Guida per osservar con metodo le cose notabili della città di Firenze, Firenze, Stamperia Granducale, 1771, p. 156;
- Gaetano Cambiagi, L'antiquario fiorentino, o sia, Guida per osservar con metodo le cose notabili della citta di Firenze, Firenze, Stamperia Granducale, 1781, p. 150;
- Marco Lastri, Palazzo Rucellai, e derivazione di questo nome, in L'Osservatore fiorentino sugli edifizi della sua Patria, quarta edizione eseguita sopra quella del 1821 con aumenti e correzioni del Sig. Cav. Prof. Giuseppe Del Rosso, Firenze, Giuseppe Celli, 1831, V, pp. 76-78;
- Pietro Thouar, Notizie e guida di Firenze e de' suoi contorni, Firenze, G. Piatti, 1841, p. 356;
- Federico Fantozzi, Nuova guida ovvero descrizione storico artistico critica della città e contorni di Firenze, Firenze, Giuseppe e fratelli Ducci, 1842, pp. 575-576;
- Federico Fantozzi, Pianta geometrica della città di Firenze alla proporzione di 1 a 4500 levata dal vero e corredata di storiche annotazioni, Firenze, Galileiana, 1843, p. 46, n. 75;
- Nuova Guida Di Firenze, Firenze, Editore Ricci, 1845, p. 137;
- Giuseppe Formigli, Guida per la città di Firenze e suoi contorni, nuova edizione corretta ed accresciuta, Firenze, Carini e Formigli, 1849, p. 125;
- Nuova guida della città di Firenze ossia descrizione di tutte le cose che vi si trovano degne d’osservazione, con piante e vedute, ultima edizione compilata da Giuseppe François, Firenze, Vincenzo Bulli, 1850, p. 124;
- Emilio Burci, Guida artistica della città di Firenze, riveduta e annotata da Pietro Fanfani, Firenze, Tipografia Cenniniana, 1875, pp. 169-170;
- Carl von Stegmann, Heinrich von Geymüller, Die Architektur der Renaissance in Toscana: dargestellt in den hervorragendsten Kirchen, Palästen, Villen und Monumenten, 11 voll., München, Bruckmann, 1885-1908, III, p. 5, tavv. 1-2 (Alberti);
- Ministero della Pubblica Istruzione (Direzione Generale delle Antichità e Belle Arti), Elenco degli Edifizi Monumentali in Italia, Roma, Tipografia ditta Ludovico Cecchini, 1902, p. 249;
- Janet Ross, Florentine Palace and their stories, with many illustrations by Adelaide Marchi, London, Dent, 1905, p. 275;
- Salotto Rucellai, in "Rivista Fiorentina", I, 1908, numero 0, pp. 49-50;
- Walther Limburger, Die Gebäude von Florenz: Architekten, Strassen und Plätze in alphabetischen Verzeichnissen, Lipsia, F.A. Brockhaus, 1910, n. 625;
- Augusto Garneri, Firenze e dintorni: in giro con un artista. Guida ricordo pratica storica critica, Torino et alt., Paravia & C., s.d. ma 1924, pp. 123-124, n. LXXVI;
- Ettore Allodoli, Arturo Jahn Rusconi, Firenze e dintorni, Roma, Istituto Poligrafico e Libreria dello Stato, 1950, pp. 147-148;
- Gino Chierici, 00Il palazzo italiano dal secolo XI al secolo XIX00, 3 voll., Milano, Antonio Vallardi, 1952-1957, I, 1952, pp. 78-79;
- Piero Sanpaolesi, Precisazioni sul palazzo Rucellai, in Studi in memoria di Gino Chierici, Roma, De Luca, 1965, pp. 61-66;
- Lavori di restauro al palazzo Rucellai, in "Il Giornale del Mattino", 24 settembre 1964;
- Walther Limburger, Le costruzioni di Firenze, traduzione, aggiornamenti bibliografici e storici a cura di Mazzino Fossi, Firenze, Soprintendenza ai Monumenti di Firenze, 1968 (dattiloscritto presso la Biblioteca della Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio per le province di Firenze Pistoia e Prato, 4/166), n. 625;
- Leonardo Ginori Lisci, I palazzi di Firenze nella storia e nell’arte, Firenze, Giunti & Barbèra, 1972, I, pp. 211-217;
- I Palazzi fiorentini. Quartiere di San Giovanni, introduzione di Piero Bargellini, schede dei palazzi di Marcello Jacorossi, Firenze, Comitato per l’Estetica Cittadina, 1972, p. 151, n. 273;
- Domenico Taddei, Piazza Rucellai in Firenze, in "Studi e Documenti di Architettura", 1973, 3, pp. 11-40;
- Charles Randall Mack, The Rucellai Palace: some new proposal, in "The Art Bulletin" 1974, 56, pp. 517-529;
- Touring Club Italiano, Firenze e dintorni, Milano, Touring Editore, 1974, p. 283;
- Piero Bargellini, Ennio Guarnieri, Le strade di Firenze, 4 voll., Firenze, Bonechi, 1977-1978, III, 1978, pp. 281-282;
- Il Monumento e il suo doppio: Firenze, a cura di Marco Dezzi Bardeschi, Firenze, Fratelli Alinari Editrice, 1981, pp. 12, 16;
- Brenda Preyer, The Rucellai Palace, in Giovanni Rucellai ed il suo Zibaldone, II. A Florentine patrician and his palace, London, Warburg Institute, 1981, pp. 155-225;
- Pietro Sanpaolesi, L'architettura del palazzo Rucellai, ibidem, pp. 229-237;
- Giuseppe Rocchi, Contrassegni di lapicidi sulle pietre dei palazzi rinascimentali di Firenze, in "Ricerche di Storia dell'Arte", 1986, 27, pp. 73-80;
- Howard Saalman, Palazzo Rucellai, in "Journal of the Society of Architectural Historians", 1988, 47, pp. 82-90;
- Gian Luigi Maffei, La casa fiorentina nella storia della città dalle origini all’Ottocento, con scritti originali di Gianfranco Caniggia, appendici documentarie di Valeria Orgera, Venezia, Marsilio, 1990, p. 55;
- Ferruccio Canali in Firenze. Guida di Architettura, a cura del Comune di Firenze e della Facoltà di Architettura dell’Università di Firenze, coordinamento editoriale di Domenico Cardini, progetto editoriale e fotografie di Lorenzo Cappellini, Torino, Umberto Allemandi & C., 1992, p. 85, n. 54;
- Guido Zucconi, Firenze. Guida all’architettura, con un saggio di Pietro Ruschi, Verona, Arsenale Editrice, 1995, p. 70, n. 83;
- Marcello Vannucci, Splendidi palazzi di Firenze, Le Lettere, Firenze 1995 ISBN 88-7166-230-X
- Mariella Zoppi e Cristina Donati, Guida ai chiostri e cortili di Firenze, bilingue, Alinea Editrice, Firenze 1997.
- Simonetta Bracciali, Il restauro di Palazzo Rucellai, in "Le Dimore Storiche. Periodico dell'Associazione Dimore Storiche Italiane", XIII, 1997, 3, pp. 4-7;
- Carlo Francini, Palazzo Rucellai: alcune precisazioni sul restauro del Sanpaolesi, in "Bollettino della Società di Studi Fiorentini", 1998, 3, pp. 109-116;
- Pierluigi De Vecchi ed Elda Cerchiari, I tempi dell'arte, volume 2, Bompiani, Milano 1999. ISBN 88-451-7212-0
- Annmaria Giusti et al., La facciata di palazzo Rucellai: un restauro a revisione di un precedente intervento, in "OPD Restauro", 2000, 12, pp. 76-88;
- Sandra Carlini, Lara Mercanti, Giovanni Straffi, I Palazzi parte prima. Arte e storia degli edifici civili di Firenze, Alinea, Firenze 2001.
- Simonetta Bracciali, Carlo Succi, Palazzo Rucellai: restauro come atto conoscitivo, in "Bollettino Ingegneri", LII, 2004, 7, pp. 3-22;
- Franco Cesati, Le strade di Firenze. Storia, aneddoti, arte, segreti e curiosità della città più affascinante del mondo attraverso 2400 vie, piazze e canti, 2 voll., Roma, Newton & Compton editori, 2005, II, p. 544;
- Franco Cesati, Le piazze di Firenze. Storia, arte, folclore e personaggi che hanno reso famosi i duecento palcoscenici storici della città più amata nel mondo, Roma, Newton & Compton editori, 2005, pp. 194-195;
- Touring Club Italiano, Firenze e provincia, Milano, Touring Editore, 2005, p. 277;
- Franco Feola, L'architettura del numero e del suono: il legame tra architettura, musica e matematica nella facciata di palazzo Rucellai di Leon Battista Alberti, in Arte e matematica, Napoli, Arte Tipografica Editrice, 2006, pp. 193-205;
- Brenda Preyer, La facciata di palazzo Rucellai, in L'Uomo del Rinascimento. Leon Battista Alberti e le arti a Firenze tra ragione e bellezza, catalogo della mostra (Firenze, Palazzo Strozzi, 11 marzo-23 luglio 2006) a cura di Cristina Acidini e Gabriele Morolli, Firenze, Mandragora, 2006, pp. 159-160;
- Simonetta Bracciali, Il cantiere di restauro di Palazzo Rucellai come atto conoscitivo, ibidem, pp. 161-164;
- Mauro Matteini, La facciata in pietra forte del palazzo Rucellai a Firenze, un restauro a correzione di un precedente intervento, ibidem, p. 165;
- Restaurare Leon Battista Alberti. Il caso di palazzo Rucellai. Contributi e ricerche in corso, a cura di Simonetta Bracciali, con una presentazione di Antonio Paolucci, Firenze, Libreria Editrice Fiorentina, 2006;
- Toscana Esclusiva XII edizione, Associazione Dimore Storiche Italiane 2007.
- Chiara Martelli in Atlante del Barocco in Italia. Toscana / 1. Firenze e il Granducato. Province di Grosseto, Livorno, Pisa, Pistoia, Prato, Siena, a cura di Mario Bevilacqua e Giuseppina Carla Romby, Roma, De Luca Editori d’Arte, 2007, p. 422, n. 136;
- Toscana esclusiva, pubblicazione edita in occasione dell’iniziativa Firenze, Lucca, Pisa, Siena: cortili e giardini aperti, 20 e 27 settembre 2009, a cura dell’Associazione Dimore Storiche Italiane, Sezione Toscana, testi a cura dell’Associazione Culturale Città Nascosta, Firenze, ADSI, 2009, pp. 46-47;
- Giuseppina Carla Romby, Maria Antonietta Rovida, Qualità dell’abitare nelle città toscane. Libri di fabbrica, muramenti, inventari (sec. XV). Firenze - Siena, Firenze, Edizioni Polistampa, 2012, pp. 18-19, 28.
- Lisa Leonelli, Palazzo Rucellai: La galleria con Flora e Imeneo, in Fasto privato: la decorazione murale in palazzi e ville di famiglie fiorentine, I, a cura di Mina Gregori e Mara Visonà, Firenze, Edifir per l'Ente Cassa di Risparmio di Firenze, 2012, pp. 130-133, tav. XCV;
- Angiolo Pucci, I giardini di Firenze, IV, Giardini e orti privati della città, a cura di Mario Bencivenni e Massimo de Vico Fallani, Firenze, Leo S. Olschki, 2017, p. 103;
- Gianluca Belli, Paramenti bugnati e architettura nella Firenze del Quattrocento, Firenze, University Press, 2019, p. 409, n. 38, figg. 27, 97-99
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Palazzo Rucellai
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Claudio Paolini, schede nel Repertorio delle architetture civili di Firenze di Palazzo Spinelli (testi concessi in GFDL).
- (EN) Palazzo Rucellai, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 173570207 · LCCN (EN) sh2007009187 · GND (DE) 4232545-6 · BNF (FR) cb11963733q (data) |
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