Operazione Postmaster

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Operazione Postmaster
parte della battaglia dell'Atlantico della seconda guerra mondiale
Carta del golfo di Guinea
Datanotte tra il 14 e il 15 gennaio 1942
LuogoFernando Pó, golfo di Guinea
EsitoVittoria strategica alleata
Schieramenti
Comandanti
sconosciutoBandiera del Regno Unito Sir Neville Syfret
Bandiera del Regno Unito H. M. Burrough
Effettivi
nave mercantili tedeschi Likomba e il Bibundi
nave mercantile italiano Duchessa D'Aosta
40 soldati
1 corvetta
2 rimorchiatori
1 nave
Perdite
3 navi mercantili catturatenessuna
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La operazione Postmaster (in inglese Operation Postmaster) fu un'azione bellica navale avvenuta nella Guinea spagnola (attuale Guinea Equatoriale) nel gennaio 1942, durante la seconda guerra mondiale.

Precedenti[modifica | modifica wikitesto]

Anche la Spagna, pur risultando neutrale nella seconda guerra mondiale, aiutò le Forze dell'Asse a proteggere tutte le navi che si trovavano all'interno delle acque spagnole, così come nella Guinea spagnola. Fin dall'inizio del conflitto (1939) la Spagna cercò di proteggere le navi tedesche e italiane che si erano rifugiate nei porti spagnoli, tra cui quello di Santa Isabel (attuale Malabo).

Le navi oggetto della discordia con gli Alleati erano le tedesche Likomba e Bibundi insieme alla nave italiana Duchessa D´Aosta, arrivata a Santa Isabel il 10 giugno 1940. Queste navi costituirono oggetto di attenzione da parte britannica, in quanto potevano rifornire i sommergibili dell'Asse.

Così fu che gli inglesi attuarono l'operazione Postmaster, un'azione che rimase occultata negli archivi inglesi per più di 50 anni.

Tutto cominciò quando nel 1941 la marina britannica si convinse sempre più che i sottomarini dell'asse disponessero di qualche base segreta in Africa, probabilmente in colonie francesi soggette a Vichy, in cui effettuare rifornimenti di viveri e carburante, oltre a piccole riparazioni d'emergenza.

La base, o le basi, non erano però state individuate, ed erano state avanzate solo alcune ipotesi, quindi il comando della marina inviò in Africa alcuni operatori del Sr 62 Commando (Small Scale Raiding Force o SSRF), un'unità d'élite all'interno del SOE (Special Operation Executive) per un'operazione coperta, che iniziò il 20 settembre 1941 con l'arrivo in Sierra Leone del peschereccio da 65 tonnellate modificato Maid Honor. Con questa imbarcazione "mascherata" da peschereccio il gruppo iniziò a pattugliare gli estuari dei fiumi e i porti secondari dell'Africa occidentale. Queste ricerche diedero tutte esito negativo, ma permisero alle SOE di scoprire le tre navi mercantili dell'Asse nel porto neutrale spagnolo. Queste navi, presumevano i britannici, potevano essere impiegate per prestare aiuto ai sommergibili nemici e, come effettivamente era, inviavano informazioni sui movimenti alleati nel golfo di Guinea alle rispettive marine. Inoltre non si conosceva il carico delle navi, ma si arguiva che la Duchessa D'Aosta, oltre a rame e scorte di lana, trasportasse anche armi. Infine queste unità potevano diventare dei violatori di blocco e portare rifornimenti militarmente sensibili e materie prime all'asse.

Erano però in territorio neutrale, un'operazione ostile contro di esse sarebbe stata proibita dal diritto internazionale, motivo per cui sia il ministero degli esteri, sia l'ambasciatore britannico a Madrid, sia il governatore della Nigeria si dichiararono in diverse occasioni contrari a qualsiasi operazione offensiva contro di esse. La marina replicò con l'intenzione di agire sotto copertura e senza impiegare le proprie bandiere, inoltre la corvetta HMS Violet sarebbe stata distaccata per catturare (legittimamente) le navi se esse fossero uscite dalle acque territoriali spagnole, dichiarando che erano in fuga dalla Guinea come violatori di blocco, anche nel caso che l'equipaggio fosse già stato catturato dai SOE e che questi fossero effettivamente ai comandi.

Due rimorchiatori nigeriani, con equipaggio locale, furono comunque forniti al SOE, malgrado le riserve espresse dal ministero delle colonie e dal governatore della Nigeria, il SOE procedette ad addestrare sommariamente l'equipaggio dei rimorchiatori alle operazioni di abbordaggio (17 uomini), e imbarcò il proprio contingente (formato da 15 operatori).

Nel frattempo uomini dei servizi segreti e del SOE furono inviati in Guinea, presso gli uffici della compagnia di navigazione John Holt e co. di Liverpool, presenti nel medesimo porto, che provvidero a invitare spesso i membri degli equipaggi internati a cena o al bar (con un maggior successo verso quelli italiani). La notte del raid 12 ufficiali e marinai italiani, e 2 tedeschi erano a terra invitati a cena dai "colleghi" britannici.

I rimorchiatori entrarono nel porto con il favore delle tenebre, senza destare sospetti, quindi con piccole cariche esplosive da demolizione fecero saltare le catene d'ormeggio, mentre contemporaneamente prendevano al rimorchio le navi mercantili e ne neutralizzavano l'equipaggio.

Le esplosioni furono scambiate dalla guarnigione spagnola per un bombardamento aereo, le difese costiere rimasero mute, mentre la contraerea iniziò un fitto fuoco di sbarramento. Le unità dell'asse che uscivano dal porto non furono notate, oppure si pensò che stavano sottraendosi al bombardamento, per cui non fu fatto alcun tentativo di fermarle.

Le unità poi consegnavano il loro bottino alla corvetta e, facendosi aiutare da un mercantile, trasportavano le prede in Nigeria, dove furono convertite e mercantili britannici.

I Tedeschi e gli Spagnoli reagirono con veemenza a questa operazione, parlando di pirateria, ma il raffreddamento delle relazioni diplomatiche anglo-spagnole non fu grave, mentre la propaganda tedesca (che parlava di un attacco con cacciatorpediniere nel porto neutrale) fu neutralizzata da quella britannica in maniera brillante (in questa occasione l'ufficiale dei servizi della marina incaricato di questa incombenza fu il futuro scrittore Ian Fleming), e, oltretutto essendo esagerata si rivelò persino controproducente.

Per il SOE fu un importante successo, soprattutto in una fase iniziale del servizio, in cui erano stati persi diversi operatori in missioni senza esito.