Nethuns

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Nethuns nella mitologia etrusca fu, inizialmente, la divinità dei pozzi; in seguito divenne il dio delle acque e dei mari.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Venne assimilato al dio greco Poseidone e al romano Nettuno. Il nome Nethuns è probabilmente collegato al dio celtico Nechtan e alle divinità vediche che condividono il nome di Apam Napat.

Si è anche pensato che, per la permanenza dell'attributo originario, sia parzialmente identificabile con il dio greco Dioniso: questo, infatti, oltre ad essere onorato come dio del vino, nei culti misterici era venerato come dio dell'abisso e dell'ignoto. Nethuns probabilmente era dio delle acque e del mare, dei pozzi e dell'abisso. C'è chi è giunto a ipotizzare, e anche senza essere disprezzato, che fosse anche dio degli accessi al Tufulta, l'oltretomba etrusco.

Nethuns è menzionato sul fegato di Piacenza, un modello in bronzo del III secolo a.C. di un fegato di pecora usato per i riti divinatori dell'aruspicina, come Neθ, abbreviazione del suo nome completo.[1] Come dio patrono il suo profilo, con un copricapo di Ceto (mostro marino), appare su una moneta di Vetulonia, circa 215 - 211 a.C.; è accompagnato dal suo tridente tra due delfini.

Nettuno è inciso su uno specchio etrusco in bronzo conservato nel Museo Gregoriano in Vaticano.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ L.B. van der Meer, The Bronze Liver of Piacenza: Analysis of a Polytheistic Structure (1987).
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