Montacuto (Acquasanta Terme)

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Montacuto
ex comune
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Provincia Ascoli Piceno
CircondarioAscoli Piceno
MandamentoArquata del Tronto
Amministrazione
Data di soppressione1866
Territorio
Coordinate42°45′43.35″N 13°24′53.37″E / 42.762041°N 13.414824°E42.762041; 13.414824 (Montacuto)
Abitanti
Altre informazioni
Fuso orarioUTC+1
Codice statistico044805
Cod. catastaleF388
Cartografia
Mappa di localizzazione: Regno d'Italia
Montacuto
Montacuto

Montacuto, citato anche come Monte Acuto, è stato un comune italiano sparso del territorio di Acquasanta Terme, in provincia di Ascoli Piceno, soppresso nell'anno 1866.

Oltre a Pomaro, sede del comune, vi appartenevano i centri abitati di Pito, Pozza, Umito e Vallecchia Monte Acuto[1], attualmente frazioni di Acquasanta.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Menzione di Montacuto si trova nel Quinternone[2], nell'atto con cui Ascoli, nell'anno 1289, ne rilevava la proprietà. Dalla seconda metà del XIII secolo il comune ascolano attraversava un periodo di floridezza economica e consolidava la sua potenza terriera anche con l'acquisizione di castelli e terre vicine. Nella zona compresa tra i fiumi Castellano e Tronto gli furono sottratti dal Giustiziere d'Abruzzo[3] i possedimenti di Montacuto e Montecalvo. Dapprima la città di Ascoli ne rivendicò la proprietà e successivamente li acquistò.

Montacuto era uno dei quattro sindicati in cui era diviso il territorio acquasantano, soggetto al governo del Libero Comune di Ascoli, attorno al XIV secolo. La suddivisione amministrativa dello Stato Pontificio in delegazioni, avvenuta col Moto proprio Quando per ammirabile disposizione di Pio VII del 6 luglio 1816, ha appodiato Montacuto all'interno nella delegazione apostolica di Ascoli, nel Governo distrettuale di Ascoli, comprendendolo nella competenza territoriale di Acquasanta, come riportato nella tabella delle delegazioni dello Stato Ecclesiastico prescritta nel titolo I art. 3.[4]

Nel testo dell’Indice di tutti i luoghi dello Stato Pontificio colla indicazione della rispettiva Legazione o Delegazione in che sono compresi nel Distretto Governo e Comune da cui dipendono le Diocesi alle quali sono essi soggetti e coll'epilogo in fine dei Distretti e Governi di ciascuna Legazione o Delegazione desunto dall'ultimo riparto territoriale ripromesso coll'Editto del 5 luglio 1831 questo paese risulta come: «Monte Acuto con Pomaro. Comune soggetto al Governo d'Arquata: Distretto, Delegazione e Diocesi di Ascoli. Anime 128.»

Nel 1860, con l'emanazione del Regio decreto n. 4495 del 22 dicembre 1860,[5] la ripartizione territoriale del circondario di Ascoli assegnò Montacuto al mandamento di Arquata[6].

Fu comune autonomo fino alla nascita del Regno d'Italia, quando venne accorpato ad Acquasanta insieme a Montecalvo del Castellano, Quintodecimo e Santa Maria del Tronto il 1º gennaio 1866[7].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Composizione territoriale del Sindicato di Montacuto in Efemeridi Letterarie di Roma, op. cit. pag. 299.
  2. ^ Quinternone, pag. LII, CCLXXX 2; CCXXXII, 2.
    Il Qiunternone di Ascoli è un codice membranaceo dell'archivio storico comunale della città. In questo liber iurium le autorità locali hanno disposto che fossero copiati molti dei documenti che attestavano la sovranità del comune sul territorio. Attualmente è conservato presso l'Archivio di Stato di Ascoli.
  3. ^ A. De Santis, Ascoli nel Trecento, op. cit. pag. 84. Funzionario che agiva per conto di Carlo I D'Angiò.
  4. ^ Tabella del riparto territoriale delle delegazioni dello Stato Ecclesiastico prescritta nel titolo I art. 3. in Moto proprio op. cit.
  5. ^ Regio decreto n. 4495 del 22 dicembre 1860 in Collezione celerifera, op. cit. pag. 89.
  6. ^ Mandamento di Arquata nella suddivisione del Circondario di Ascoli Piceno in Collezione celerifera, op. cit. pag. 91.
  7. ^ Regio Decreto n. 2676 del 10 dicembre 1865 in Collezione celerifera, op. cit. pag. 279.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Efemeridi letterarie di Roma, Tomo vigesimoquinto contenente le opere enunciate nell'anno MDCCLXXXXVI, dalle stampe di Giovanni Zempel presso Vincenzo Poggioli, anno 1796;
  • Moto proprio della Santità di Nostro Signore papa Pio VII in data del 6 luglio 1816 sulla organizzazione dell'amministrazione pubblica. 1816;
  • Indice di tutti i luoghi dello Stato Pontificio colla indicazione della rispettiva Legazione o Delegazione in che sono compresi nel distretto governo e Comune da cui dipendono le Diocesi alle quali sono essi soggetti e coll'epilogo in fine dei Distretti e Governi di ciascuna Legazione o Delegazione desunto dall'ultimo riparto territoriale ripromesso coll'Editto del 5 luglio 1831, Dalla Tipografia Camerale, 1836.
  • Collezione celerifera delle leggi, decreti, istruzioni e circolari pubblicate nell'anno 1866 ed altre anteriori, anno XLV, parte prima, Enrico Dalmazzo Editore, Firenze 1866;
  • Antonio De Santis, Ascoli nel Trecento, vol. I (1300 - 1350), Collana di Pubblicazioni Storiche Ascolane, Ascoli Piceno, Grafiche D'Auria, ottobre 1999, pp. 14, 83-84;

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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