Missione di Francia

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Prelatura territoriale della Missione di Francia o di Pontigny
Praelatura Territorialis Missionis Galliae seu Pontiniacensis
Chiesa latina
Suffraganea dell'arcidiocesi di Digione
 
PrelatoHervé Giraud
Prelati emeritiGeorges Edmond Robert Gilson,
Yves François Patenôtre
Presbiteri2, tutti secolari
380 battezzati per presbitero
Diaconi15 permanenti
 
Battezzati760
StatoFrancia
Parrocchie1
 
Erezione15 agosto 1954
Ritoromano
IndirizzoB.P. 101, 3 rue de la Pointe-du-Grand-Chemin, 94170 le-Perreux-sur-Marne CEDEX, France
Sito webmissiondefrance.fr
Dati dall'Annuario pontificio 2022 (ch · gc)
Chiesa cattolica in Francia

La prelatura territoriale della Missione di Francia o di Pontigny (in latino Praelatura Territorialis Missionis Galliae seu Pontiniacensis) è una sede della Chiesa cattolica in Francia suffraganea dell'arcidiocesi di Digione. Nel 2021 contava 760 battezzati. È retta dall'arcivescovo Hervé Giraud.

Territorio[modifica | modifica wikitesto]

La prelatura territoriale non ha in realtà alcun territorio. Estende la sua giurisdizione ai sacerdoti e ai laici della Communauté Mission de France, presente in varie diocesi francesi e anche all'estero.

La cattedrale prelatizia è l'abbazia dell'Assunzione di Maria Vergine a Pontigny.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

A partire dagli anni trenta del XX secolo la Chiesa francese prese coscienza della scristianizzazione degli ambienti operai e rurali e così, il 24 luglio 1941, il cardinale Emmanuel Célestin Suhard istituì la Missione di Francia (in francese Mission de France) per "abbattere il muro" che separava la Chiesa da parte della società. Fedele a questo spirito di incontro e dialogo con coloro che non condividevano la fede cristiana, preti e laici formarono la Communauté Mission de France, presente in varie diocesi francesi e anche all'estero. Seguendo il pensiero di santa Teresa di Lisieux, Suhard nel 1940 aveva scritto: "Sento che parte della missione della santa è da compiere". Il seminario della missione di Francia, da lui fondato il 24 luglio 1941, si trasferì a Lisieux nell'ottobre del 1942 ed era destinato alla formazione dei sacerdoti che volevano dedicarsi all'apostolato tra i lavoratori. Ne fu nominato rettore il padre sulpiziano Louis Augros.[1] La consapevolezza del cardinale venne rafforzata in particolare durante l'attuazione del Service du travail obligatoire da parte del Governo di Vichy.

Molti sacerdoti della missione di Francia, desiderosi di condividere la vita degli operai del loro tempo, diventarono preti operai. Nel 1954 la Chiesa proibì loro di continuare la loro attività professionale perché molti si erano impegnati nei sindacati e, politicamente, si schieravano al fianco dei loro compagni di lavoro nei partiti di sinistra. Il seminario della missione di Francia rischiò la chiusura.

Il 15 agosto 1954 papa Pio XII concesse alla missione di Francia lo status di prelatura territoriale con la bolla Omnium ecclesiarum.[2] Questo si tradusse in un'organizzazione simile a quella di una diocesi classica, con un vescovo (prelato) della missione di Francia, e una sede situata a Pontigny, nel dipartimento della Yonne. I sacerdoti che vi si formano rimangono nella comunità della missione di Francia e vengono inviati principalmente nelle regioni scristianizzate e con pochi credenti. Dalla sua creazione nel 1954 alla riforma delle province ecclesiastiche francesi nel 2002, la prelatura era annessa alla provincia ecclesiastica di Sens. Con la riforma entrò a fare parte della provincia ecclesiastica di Digione.[3]

Diversi preti operai si impegnarono per l'indipendenza dell'Algeria a partire dal 1954, in particolare attraverso la creazione del Comitato di resistenza spirituale. Alcuni di essi furono Jean Urvoas, Louis Augros, Joseph Kerlan, Pierre Mamet,[4] Bernard Boudouresques e Robert Davezies. Diversi ospitarono attivisti del Fronte di Liberazione Nazionale.[5] La squadra del Souk-Ahras fu oggetto di un decreto di espulsione. Diversi sacerdoti ebbero problemi con l'autorità militare e alcuni furono arrestati e imprigionati. Il seminario e un gran numero di squadre vennero perquisite. Nel 1958, con l'approvazione del vescovo della prelatura Achille Liénart, la missione pubblicò una dichiarazione.[6] Dopo l'indipendenza, la missione mantenne numerosi collegamenti con l'Algeria.

L'esperienza della missione ebbe un suo momento di grande notorietà negli anni immediatamente precedenti il Concilio Vaticano II, quando il modello di evangelizzazione che la missione proponeva fu uno dei tentativi di incontro tra Chiesa e mondo del lavoro. Ad essa si ispirò anche il movimento dei preti operai, che, sospeso negli anni cinquanta, fu promosso di nuovo dopo il Concilio. Infatti, nel 1965, papa Paolo VI autorizzò nuovamente i sacerdoti a lavorare nei cantieri e nelle fabbriche. Nel 1976, i preti-operai attivi in Francia erano circa 800.

Nel 1980 i vescovi francesi stabilirono tre orientamenti per la missione:

  • essere presente tra coloro che sono lontani dalla Chiesa;
  • ricercare l'intelligenza e l'espressione della fede cristiana;
  • promuovere la comunione ecclesiale.

Dal 1996 al 2024 la prelatura territoriale fu affidata all'arcivescovo di Sens.

Nel 2002 venne creata la comunità missione di Francia che riunisce sacerdoti, diaconi e per la prima volta laici che erano stati a lungo associati alle azioni e alle istituzioni della missione di Francia. Da quel momento in poi, i laici furono coinvolti nell'opera della missione di Francia formando équipe della comunità missione di Francia.

Nel 2008 la missione di Francia espresse, in un bollettino, le sue riserve sull'enciclica Humanae Vitae, a 40 anni dalla sua pubblicazione, chiedendo "una maggiore fiducia da parte dei responsabili della [loro] Chiesa nei confronti delle coppie".

Cronotassi dei vescovi[modifica | modifica wikitesto]

Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.

Statistiche[modifica | modifica wikitesto]

La prelatura nel 2021 contava 760 battezzati.

anno popolazione presbiteri diaconi religiosi parrocchie
battezzati totale % numero secolari regolari battezzati per presbitero uomini donne
1990 ? ? ? 1 1 0 1 1
1999 850 ? ? 2 2 425 4
2000 850 ? ? 1 1 850 5
2001 840 ? ? 1 1 840 5
2002 840 ? ? 1 1 840 5
2003 800 ? ? 1 1 800 6
2004 800 ? ? 7
2013 850 ? ? 1 1 850 14 1
2016 760 ? ? 2 2 380 15 1
2019 760 ? ? 2 2 380 15 1
2021 760 ? ? 2 2 380 15 1

Istituzioni omonime[modifica | modifica wikitesto]

La chiesa della Mission de France, a Marsiglia, è nota con questo nome dal XVII secolo, perché è stata la chiesa di un seminario dei padri lazzaristi, noto come seminario maggiore o seminario della missione di Francia per distinguerlo da un'altra missione dei sacerdoti provenzali (i lazzaristi infatti provenivano da Parigi). La strada adiacente è anche chiamata rue de la Mission de France.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (FR) Charles Suaud e Nathalie Viet-Depaule, Prêtres et ouvriers: une double fidélité mise à l'épreuve, 1944-1969, Parigi, Éditions Karthala, 2004, p. 562. URL consultato il 12 dicembre 2021.
  2. ^ (LA) Omnium ecclesiarum sollicitudo (PDF), in Acta Apostolicae Sedis, XLVI, 1954, pp. 567-574. URL consultato il 12 dicembre 2021.
  3. ^ (FR) Histoire récente, su catholique-sens-auxerre.cef.fr. URL consultato il 12 dicembre 2021.
  4. ^ (FR) Robert Davezies, Un temps pour la guerre, Losanna, L'âge d'homme, 2002, pp. 129. URL consultato il 12 dicembre 2021.
  5. ^ (FR) Les responsables, su lamaisonislamochretienne.com. URL consultato il 12 dicembre 2021.
  6. ^ (FR) Sybille Chapeu, Des chrétiens dans la guerre d'Algérie: l'action de la Mission de France, Parigi, Les éditions de l'Atelier, 2004, p. 272, ISBN 978-2-7082-3778-0. URL consultato il 12 dicembre 2021.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN147270235 · ISNI (EN0000 0001 2111 497X · LCCN (ENn82129186 · GND (DE811650-7 · BNF (FRcb119395361 (data) · J9U (ENHE987007604248505171 · WorldCat Identities (ENlccn-n82129186