Matteo Brigandì

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Matteo Brigandì

Senatore della Repubblica Italiana
LegislaturaXII
Gruppo
parlamentare
LN
Collegio7 - Settimo Torinese
Sito istituzionale

Deputato della Repubblica Italiana
LegislaturaXV e XVI
Gruppo
parlamentare
Lega Nord
CircoscrizioneLombardia 2 (XV) e Marche (XVI)
Sito istituzionale

Componente del Consiglio superiore della magistratura
Durata mandato2010 - 2011

Dati generali
Partito politicoLega Nord
Titolo di studioLaurea in Giurisprudenza
UniversitàUniversità degli Studi di Torino
Professioneavvocato

Matteo Brigandì (Messina, 20 marzo 1952) è un avvocato e politico italiano della Lega Nord. Già senatore e deputato, dal 2010 è stato componente eletto dal parlamento del Consiglio superiore della magistratura, carica da cui è stato dichiarato decaduto il 13 aprile 2011, per incompatibilità.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Laureato in Giurisprudenza, Brigandì è avvocato patrocinante in Cassazione. È stato l'avvocato di Umberto Bossi e "procuratore generale" della Padania.[1]

Nel 1994 viene eletto al Senato. Nel 1998 è candidato in quota Lega come membro laico del Consiglio Superiore della Magistratura ma dopo aver ottenuto 225 voti al terzo scrutinio gli è preferito il prof. Giuseppe Riccio candidato dall'Udr di Cossiga che viene appoggiato anche dal Polo delle Libertà. Dal 2000 è consigliere regionale in Piemonte e dal 2002 è assessore al Commercio estero e alla Formazione con delega al Legale e al Contenzioso.[2] Accusato di corruzione, prima rimette le deleghe al Legale e al Contenzioso e poi si dimette.[3] Condannato in primo grado, viene assolto in appello[1], con sentenza confermata in Cassazione.

Nel 2006 viene eletto alla Camera nella circoscrizione IV (Lombardia 2); nel 2008 viene rieletto nella circoscrizione XIV (Marche). Il 29 luglio 2010 viene eletto dal Parlamento come componente laico del Consiglio superiore della magistratura con 627 voti in quota Lega superando la concorrenza interna dell'avv. Mariella Ventura Sarno, già consigliere laico CSM dal 2002 al 2006, proposta da Bossi e poi ritirata: il 30 luglio 2010 cessa dal mandato parlamentare e viene sostituito da Roberto Zaffini.

Il 1º febbraio 2011 il consigliere laico Brigandì viene indagato per abuso di ufficio dalla Procura di Roma per aver passato delle carte secretate presso il CSM riguardanti il PM Ilda Boccassini, magistrato inquirente nel caso Ruby per concussione e prostituzione minorile che vedono imputati il Premier Berlusconi, alla giornalista de Il Giornale Anna Maria Greco che due giorni dopo un incontro a Palazzo Grazioli tra Brigandì e Berlusconi scrive un articolo intitolato La doppia morale della Boccassini riguardante un vecchio procedimento disciplinare risalente agli anni 80 su una presunta relazione amorosa del magistrato. È stato condannato in primo grado a 2 anni di reclusione. La sentenza, oggetto di ricorso per cassazione rigettato, è poi divenuta irrevocabile (Cass. n. 39452/2016).

Il 13 aprile 2011 il Plenum del Consiglio superiore della magistratura, con 19 sì, tre no e due astenuti, dichiara la sua decadenza per non essersi dimesso per tempo dal ruolo di amministratore della Fin Group, dato che la legge stabilisce l'incompatibilità tra l'essere componente di un consiglio di amministrazione di una società commerciale e l'incarico di consigliere del Csm. Brigandì ha ritenuto l'atto una punizione dopo il clamore mediatico e politico che lo ha coinvolto nella vicenda sulla Boccassini.[4][5]

Incarichi parlamentari[modifica | modifica wikitesto]

XII Legislatura (Senato)

XV Legislatura (Camera)

  • Componente della Giunta per le autorizzazioni dal 22 maggio 2006 al 28 aprile 2008
  • Componente del Comitato parlamentare per i procedimenti di accusa dal 6 giugno 2006 al 28 aprile 2008
  • Componente della V Commissione (bilancio, tesoro e programmazione) dal 6 giugno 2006 al 16 ottobre 2006
  • Componente della VI Commissione (finanze) dal 16 ottobre 2006 al 28 aprile 2008
XVI Legislatura (Camera)
  • Vicepresidente della Commissione parlamentare di inchiesta sugli errori in campo sanitario e sulle cause dei disavanzi sanitari regionali dal 1º aprile 2009 al 30 luglio 2010
  • Componente della II Commissione (giustizia) dal 15 maggio 2008 al 30 luglio 2010
  • Componente del Comitato parlamentare per i procedimenti di accusa dal 22 maggio 2008 al 30 luglio 2010
  • Componente della Commissione parlamentare di inchiesta sugli errori in campo sanitario e sulle cause dei disavanzi sanitari regionali dal 24 marzo 2009 al 30 luglio 2010
  • Componente della Giunta per le autorizzazioni dal 21 maggio 2008 al 30 luglio 2010

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Paolo Tessadri, Chi è Brigandì, leghista anti Ilda, su espresso.repubblica.it, l'Espresso, 2 febbraio 2011. URL consultato il 3 marzo 2011 (archiviato dall'url originale il 22 febbraio 2012).
  2. ^ Cristina Marrone, «Truffa sull'alluvione»: assessore arrestato, su archiviostorico.corriere.it, Corriere della Sera, 31 luglio 2003. URL consultato il 3 marzo 2011 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2016).
  3. ^ Cristina Marrone, Piemonte, si dimette l'assessore sotto inchiesta per corruzione, su archiviostorico.corriere.it, Corriere della Sera, 2 agosto 2003. URL consultato il 3 marzo 2011 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2016).
  4. ^ Csm, Brigandì dichiarato decaduto, in Corriere della Sera, 13 aprile 2011.
  5. ^ Il caso "Brigandì incompatibile, è decaduto" Decisione senza precedenti del Csm, in La Repubblica, 13 aprile 2011.

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