Marco Claudio Marcello (console 166 a.C.)
Marco Claudio Marcello | |
---|---|
Console, Tribuno della plebe, pontefice | |
Nome originale | Marcus Claudius Marcellus |
Morte | 148 a.C. Mar Mediterraneo |
Gens | Claudia |
Padre | Marco Claudio Marcello |
Consolato | 166 a.C. 155 a.C. 152 a.C. |
Marco Claudio Marcello (in latino: Marcus Claudius Marcellus; ... – Mar Mediterraneo, 148 a.C.) è stato un politico e militare romano, nipote del più famoso Marco Claudio Marcello, conquistatore di Siracusa.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]La prima notizia che abbiamo su di lui si riferisce al 177 a.C., quando divenne pontefice.
Tribuno della plebe nel 171 a.C., nel 169 a.C. fu eletto pretore e fu incaricato dell'amministrazione delle province di Spagna Citeriore e Ulteriore.
Durante la sua permanenza nella penisola spagnola, secondo la testimonianza di Strabone, fondò la città di Cordova. Poiché i resti archeologici mostrano che l'insediamento è ben più antico, dobbiamo pensare che si tratti di una rifondazione ad opera romana.
Nel 166 a.C. Marcello fu eletto per la prima volta console, come collega di Gaio Sulpicio Gallo. Durante questo primo consolato ottenne il Trionfo per la vittoria su alcune tribù alpine dei Galli.
La vittoria sui Liguri (Apuani e Sengauni) gli valse un nuovo Trionfo in occasione del suo secondo consolato, nel 155 a.C.
Nel 152 a.C. fu eletto per la terza volta console, insieme a Lucio Valerio Flacco, e fu incaricato di condurre la guerra in Spagna. Dopo avere ottenuto delle vittorie sui Celtiberi, agì con clemenza verso gli sconfitti, convincendo anche le altre tribù ancora indipendenti a consegnare ostaggi e a chiedere la pace, mandando ambasciatori a Roma.
La politica di Marcello non piacque al senato romano, che lo sconfessò dando mandato al nuovo console designato di continuare la guerra. Marcello tuttavia lo prevenne, ottenendo la completa resa dei Celtiberi prima del suo arrivo in Spagna.
Nel 148 a.C. Marcello fu inviato come ambasciatore in Numidia, ma morì nel naufragio della nave che lo trasportava.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Tito Livio, Ab Urbe condita libri, XLI, 13.4; XLIII, 11, 15; XLV, 44; XLVI (epitome); XLVIII (epitome); L (epitome).
- Strabone, Geografia, III, 141.
- Polibio, Storie, XXXV, 2, 3.
- Appiano, Hispanica, 48-50.
- Marco Tullio Cicerone, In L. Calpurnium Pisonem, 19.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) William Smith, Dictionary of Greek and Roman Biography and Mythology, v. 2, p. 932, su ancientlibrary.com. URL consultato il 1º giugno 2021 (archiviato dall'url originale il 6 marzo 2013).
Controllo di autorità | VIAF (EN) 16102819 · ISNI (EN) 0000 0000 9921 1254 · LCCN (EN) n81146438 |
---|