Manuele Caleca

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Manuele Caleca o Manuel Kalekas (in greco Μανουὴλ Καλήκας?; 1360 circa – Mitilene, 1410 circa) è stato un monaco cristiano, letterato, teologo e traduttore bizantino, sostenitore della riunificazione tra la Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Imparentato con Giovanni Caleca, e critico come lui delle dottrine di Gregorio Palamas, Caleca era un discepolo di Demetrio Cidone. Visse in Italia, a Creta e a Lesbo dove tradusse in greco opere di Boezio e Anselmo di Canterbury,[1] e diversi testi liturgici latini come la Missa Ambrosiana in Nativitate Domini.[2] Caleca tradusse il Comma Johanneum in greco dalla Vulgata. Fervente unionista, Caleca cercò per tutta la vita la riconciliazione tra la Chiesa ortodossa e la Chiesa cattolica. Nel 1390, scrisse un'opera che criticava i bizantini per essersi separati dalla Chiesa occidentale. Caleca ritornò a Costantinopoli nel 1403 con l'imperatore Manuele II Paleologo, ma con sua sorpresa, non ricevette un'accoglienza calorosa dai suoi vecchi amici. Di conseguenza, fu costretto a cercare rifugio presso i domenicani a Mitilene.[3] A Mitilene aderì alla Chiesa Cattolica e indossò l'abito Domenicano. Sebbene non fosse un prete, gli fu affidata la cappella di San Giovanni di Mitilene, dove fu sepolto alla sua morte avvenuta nel 1410.

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Prima del 1391, quando divenne discepolo di Demetrio Cidone, Caleca scrisse un trattato di teologia dal titolo Περὶ πίστεως καὶ περὶ τῶν ἀρχῶν τῆς καθολικῆς πίστεως (Sulla fede e sui principi della fede cattolica), un'esposizione della dottrina cristiana in dieci capitoli, basata in particolare sulle opere di Sant'Agostino e di San Tommaso d'Aquino, che i fratelli Cidone avevano in parte tradotto in greco; ma non toccò i punti controversi tra le due Chiese.[4].

Dopo la sua conversione al cattolicesimo, Caleca scrisse diverse opere teologiche prendendo chiaramente posizione a favore della dottrina occidentale e contro il palamismo: il Περὶ οὐσίας καὶ ἐνεργείας (Sull'essenza e l'energia), che fu duramente attaccato da Marco di Efeso; il Περὶ τῆς τοῦ Ἁγίου Πνεύματος ἐκπορεύσεως (Sulla processione dello Spirito Santo); il grande trattato in quattro libri che ha lasciato incompiuto alla sua morte e che è conosciuto in latino con il titolo Adversus Græcos. Quest'ultima opera fu portata a Roma dal legato pontificio Antoine de Massa, di ritorno da Costantinopoli, nel 1422, e nel 1424 papa Martino V la fece tradurre in latino da Ambrogio Traversari. L'originale greco è andato successivamente perduto.

Manuele Caleca, sulla scia del fratelli Cidone, tradusse anche diversi testi teologici latini in greco, tra i quali il De Trinitate de Boezio e il Cur Deus homo di Sant'Anselmo. Lasciò anche una corrispondenza di ottantanove lettere, i cui autografi sono conservati nel Vat. gr. 1879 (lettere 1-12: da Costantinopoli, lettere 13-82: da Pera tra il 1396 e il 1399, lettere 83-89: da Mitilene tra il 1404 e il 1410).

Edizioni[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Robert Browning, The Byzantine Empire, CUA Press, 1992, p. 268.
  2. ^ Andrea Massimo Cuomo: " La terza messa ambrosiana di natale tradotta in greco e commentata da Manuele Caleca", in: Ricerche Storiche sulla Chiesa Ambrosiana 27 (2010) pp. 9–99|url=https://oeaw.academia.edu/AndreaMassimoCuomo/Papers/1342756/La_terza_messa_ambrosiana_di_natale_tradotta_in_greco_e_commentata_da_Manuele_Caleca
  3. ^ Michael Angold, Eastern Christianity, Cambridge University Press, 2006, p. 71.
  4. ^ Nei suoi trattati di teologia, Manuele Caleca non nomina mai le sue fonti. Il suo Περὶ πίστεως fu integrato dal patriarca anti-latino Dositeo II di Gerusalemme nel suo Τόμος ἀγάπης (1688) con il seguente commento: "molto teologico, molto edificante, molto chiaro, molto ortodosso."

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Daniel Stiernon, article « Manuel Calécas, dominicain, théologien grec, † 1410 » du Dictionnaire de spiritualité, vol. 10, col. 231.
  • Jean Gouillard, « Les influences latines dans l'œuvre théologique de Manuel Calécas », Échos d'Orient, vol. 37, n° 189-90, pp. 36–52.
  • Claudine Delacroix-Besnier, « Manuel Calécas et les frères Chrysobergès, Grecs et prêcheurs », Actes des congrès de la Société des historiens médiévistes de l'enseignement supérieur public, n° 32, 2001, pp. 151–164.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN121882476 · ISNI (EN0000 0000 8043 5469 · SBN SBLV131998 · BAV 495/17837 · CERL cnp00166494 · GND (DE10095281X · BNE (ESXX1221966 (data) · BNF (FRcb14529023t (data) · WorldCat Identities (ENviaf-121882476