Palamismo

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San Gregorio Palamas, con cui Barlaam ingaggiò la sua famosa controversia.

Il Palamismo o teologia Palamite si riferisce agli insegnamenti di Gregorio Palamas (c.1296–1359), i cui scritti difendono l'esicasmo contro gli attacchi di Barlaam di Seminara. I seguaci di Palamas sono talvolta indicati come palamiti.

Dottrina[modifica | modifica wikitesto]

Cercando di difendere l'affermazione che gli esseri umani possono diventare come Dio attraverso la divinizzazione senza compromettere la trascendenza, Palamas distinse tra essenza inaccessibile di Dio e energie attraverso le quali viene a conoscenza e permette di condividere la sua vita divina.[1] L'idea centrale della teologia di Palamas è la «distinzione tra essenza divina ed energie divine»[2] con non è una mera distinzione concettuale.[3]

Il Palamismo è un elemento centrale della teologia ortodossa orientale, inserita nei dogmi della chiesa ortodossa dal V concilio di Costantinopoli.[4] Il palamismo è stato descritto come «la più profonda assimilazione delle tradizioni monastiche e dogmatiche, combinata con un ripudio della nozione filosofica della saggezza esterna».[5]

Storicamente, il cristianesimo occidentale ha avuto la tendenza a rifiutare il Palamismo, in particolare la distinzione "essenza-energie", caratterizzandolo come un'eretica introduzione di una divisione inaccettabile nella Trinità e evocativa di politeismo.[6][7] Inoltre, la pratica associata all'esicasmo e utilizzata per ottenere la Theosis venne caratterizzata come "magia".[4] Più di recente, alcuni pensatori cattolici hanno assunto una visione positiva degli insegnamenti di Palamas, tra cui la distinzione essenza-energie, sostenendo che essa non rappresenta una divisione teologica insormontabile tra il cattolicesimo e l'ortodossia orientale.[8]

Il rifiuto del Palamismo da parte dell'Occidente e da coloro che in Oriente favorirono l'unione con l'Occidente (i Latinophrones), in realtà contribuì alla sua accettazione in Oriente, secondo Martin Jugie, che aggiunge: «Molto presto Latinismo e Antipalamismo, nella mente di molti, sarebbe divenuto essere visto come la stessa cosa».[9]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Gerald O'Collins e Edward G. Farrugia, A Concise Dictionary of Theology, Paulist Press, 2000, p. 186/260.
  2. ^ (EN) Fred Sanders, The Image of the Immanent Trinity, Peter Lang, 2005, p. 33.
  3. ^ (EN) Aidan Nichols, Light from the East: Authors and Themes in Orthodox Theology (Part 4), Sheed and Ward, 1995, p. 50.
  4. ^ a b (EN) Adrian Fortescue, Hesychasm, VII, New York, Robert Appleton Company, 1910. URL consultato il 3 febbraio 2008.
  5. ^ (EN) Adrian Hastings, Alistair Mason e Hugh S. Pyper, The Oxford companion to Christian thought, Oxford University Press US, 2000, p. 88.
  6. ^ (EN) John Meyendorff, Gregory Palamas – The Triads, p. XI.
  7. ^ (EN) Simon Vailhé, Greek Church, in Catholic Encyclopedia, New York, Robert Appleton Company, 1909.
    «Non c'è dubbio che i principali esponenti di ognuna delle visioni religiose tennero in disparte da queste pratiche volgari i monaci più ignoranti, ma d'altra parte si dispersero in teorie teologiche pericolose. Palamas insegnò che con l'ascetismo si poteva raggiungere la visione o la percezione, della Divinità. Dichiarò inoltre che in Dio c'è una vera e propria distinzione tra l'"Essenza Divina" e i suoi attributi, e identificò la grazia come una delle proprietà divine che lo rende qualcosa di increato e infinito. Questi errori mostruosi vennero denunciati dal calabrese Barlaam, da Niceforo Gregora e da Acthyndinus. Il conflitto iniziò nel 1338 e si concluse solo nel 1368, con la solenne canonizzazione di Palamas e il riconoscimento ufficiale delle sue eresie. Venne dichiarato il "medico santo" e "uno dei più grandi tra i Padri della Chiesa", e i suoi scritti sono stati proclamati la guida infallibile della fede cristiana. Trenta anni di incessanti polemiche e consigli discordanti si conclusero con una resurrezione del politeismo.»
  8. ^ (EN) Michael J. Christensen e Jeffery A. Wittung, Partakers of the Divine Nature, Associated University Presses, 2007, pp. 243-244, ISBN 0-8386-4111-3.
  9. ^ (EN) Martin Jugie, The Palamite Controversy, su bekkos.wordpress.com. URL consultato il 27 dicembre 2010.
Controllo di autoritàGND (DE4173128-1 · BNF (FRcb12226457q (data)