Lacerta trilineata

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Ramarro gigante
Stato di conservazione
Rischio minimo[1]
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Chordata
Classe Reptilia
Ordine Squamata
Famiglia Lacertidae
Genere Lacerta
Specie L. trilineata
Nomenclatura binomiale
Lacerta trilineata
Bedriaga, 1886
Areale

Il ramarro gigante (Lacerta trilineata Bedriaga, 1886) è un rettile squamato appartenente alla famiglia dei Lacertidi[2].

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Il ramarro gigante, corpulento e dalle zampe lunghe, è il più grande di tutti i Lacertidi, con una lunghezza fino a 16-17 cm e una coda lunga almeno il doppio. Assomiglia al ramarro orientale, con il quale può anche comparire negli stessi habitat.

Il dorso degli adulti è di colore più o meno uniforme, in genere verde erba, giallognolo o verde-brunastro, il tutto finemente cosparso di puntini neri. Piccoli, giovani e molte femmine sono invece brunastri, con al centro del dorso e sui fianchi 3 (o 5) strette bande longitudinali biancastre (alle quali fa riferimento il nome scientifico della specie), a volte anche sbiadite. I maschi esibiscono, soprattutto durante il periodo degli accoppiamenti, una regione giallo-arancione o verdastra sulla gola, raramente anche azzurrognola (in tal caso soprattutto ai lati del collo). Le parti inferiori vanno dal verdognolo al giallognolo, senza macchie. Le scaglie ventrali sono distribuite su 8 file longitudinali (nel ramarro orientale su 6 file). In genere si possono contare più di 20 scudi temporali e una fila continua di 8 minuscole squame granuliformi tra gli scudi sopraccigliari e gli scudi sopraorbitali, inoltre la narice tocca sempre lo scudo rostrale[3].

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

Specie diurna, perlopiù schiva, che si mantiene a distanza di sicurezza elevate da eventuali nemici. Il ramarro gigante si arrampica con grande agilità (a volte anche su alberi molto alti) e preferisce prendere il sole nei pressi di boschetti in cui poter fuggire se disturbato. La sua dieta è costituita da grandi insetti, ragni e lumache, ma anche da piccoli Lacertidi. La riproduzione ha luogo in primavera, dopo un lungo letargo invernale, con la deposizione di circa 5-20 uova (a volte anche per 2 volte nella stessa stagione riproduttiva) da maggio a luglio. La schiusa delle uova avviene ad agosto e settembre[3].

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

Il ramarro gigante è diffuso nel sud, ovest ed est della penisola balcanica, in prevalenza ad altitudini basse e intermedie, fino a 1000 m. Inoltre è presente anche in Asia occidentale, dove può raggiungere anche i 2000 m di altitudine. Predilige habitat semiaperti secchi e soleggiati, per esempio oliveti, dune sabbiose ricche di vegetazione arbustiva, falde detritiche o muretti a secco e cataste di legna; è invece più raro in zone umide o in prossimità di corsi d'acqua[3].

Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]

Vengono riconosciute le seguenti sottospecie[2]:

  • Lacerta trilineata cariensis Peters, 1964
  • Lacerta trilineata citrovittata Werner, 1935
  • Lacerta trilineata diplochondrodes Wettstein, 1952
  • Lacerta trilineata dobrogica Fuhn e Mertens, 1959
  • Lacerta trilineata galatiensis Peters, 1964
  • Lacerta trilineata hansschweizeri Müller, 1935
  • Lacerta trilineata major Boulenger, 1987
  • Lacerta trilineata polylepidota Wettstein, 1952
  • Lacerta trilineata trilineata Bedriaga, 1886

La forma nominale L. t. trilineata vive nelle regioni centrali (compresi Peloponneso e isole ionie meridionali) e orientali della Grecia, L. t. major nei Balcani occidentali (Grecia a ovest della catena del Pindo, isole ionie settentrionali, da Corfù alla Slovenia) e L. t. dobrogica dalla Tracia lungo le coste del Mar Nero della Bulgaria e della Romania. Altre tre sottospecie sono inoltre distribuite sulle isole egee della Grecia: L. t. citrovittataì su Tinos, Mykonos e Andros, L. t. hansschweizeri su Milos, Kimolos, Serifos e Sifnos, L. t. polylepidota a Creta e L. t. diplochondrodes su Rodi, Kos e altre isole situate di fronte alle coste turche nonché in Medio Oriente, dove sono presenti ulteriori due sottospecie.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Wolfgang Böhme, Petros Lymberakis, Rastko Ajtic, Varol Tok, Ismail H. Ugurtas, Murat Sevinç, Pierre-André Crochet, Idriz Haxhiu, Hans Konrad Nettmann, Bogoljub Sterijovski, Yusuf Kumlutaş, Nazan Üzüm. 2009, Lacerta trilineata, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020. URL consultato il 30 ottobre 2017.
  2. ^ a b (EN) Lacerta trilineata, in The Reptile Database. URL consultato il 30 ottobre 2017.
  3. ^ a b c Lacerta trilineata, su ittiofauna.org. URL consultato il 30 ottobre 2017.

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