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La vita agra (romanzo)

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La vita agra
AutoreLuciano Bianciardi
1ª ed. originale1962
GenereRomanzo
Lingua originaleitaliano
AmbientazioneMilano, 1954-1970
ProtagonistiLuciano
CoprotagonistiAnna
Altri personaggiMara, Carlone, la vedova Viganò, Otello Tacconi, Franz il triestino, il dottor Fernaspe, la signora De Sio, Heric e Inge Fissliger

La vita agra è un romanzo del 1962 scritto da Luciano Bianciardi.

È il romanzo che ha avuto più successo dello scrittore, di cui è un'autobiografia. Il protagonista lascia la provincia e con essa la moglie e il figlioletto per andare a vivere a Milano con l'intento iniziale di vendicare i minatori morti in un incidente causato dalla scarsa sicurezza sul lavoro. È ovvio il riferimento all'incidente alla miniera di Ribolla del 1954, in cui persero la vita 43 minatori.

«Ma l’idea della necessità di una ridefinizione dei rapporti tra capitale e lavoro la si trova comunque nell’opera di Bianciardi: la sorte dei minatori morti in miniera è un leit-motiv che percorre il libro e non c’è dubbio che sia una strage dei padroni che esigono il raddoppio della produzione a costo di violare le regole antinfortunistiche di base. Del resto la prima opera pubblicata da Luciano Bianciardi era stata, nel 1956, “I minatori della Maremma”, scritta insieme a Carlo Cassola dopo lo scoppio della miniera di lignite di Ribolla, in provincia di Grosseto, che aveva causato la morte di quarantatré lavoratori[1]».

Il romanzo è una riflessione sulle conseguenze del boom economico italiano sulla società e sui rapporti interpersonali e può essere visto come il terzo di una trilogia iniziata con Il lavoro culturale e L'integrazione.

Al romanzo è ispirato il film La vita agra di Carlo Lizzani, con Ugo Tognazzi che interpreta il Bianciardi/protagonista.

  1. ^ Giuseppe Battarino, Perchè rileggere Luciano Bianciardi, su magistraturademocratica.it. URL consultato il 22 dicembre 2024.

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