Jill Tarter

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Jill Tarter durante la quarta edizione del Starmus Festival a Trondheim nel 2017 fotografata da Max Alexander

Jill Cornell Tarter (16 gennaio 1944) è un'astronoma statunitense che nella sua tesi di dottorato propose per la prima volta il termine di nana bruna nel 1975.

Conosciuta per il suo lavoro sulla ricerca di intelligenza extraterrestre, è stata direttrice del Centro di Ricerca SETI del SETI Institute a Mountain View in California[1][2][3].

I primi anni e l'educazione[modifica | modifica wikitesto]

Jill Tarter crebbe nello stato di New York, e si diplomò alla Eastchester High School nel 1961 (fu eletta dalla sua associazione nella Hall of fame degli alumni nel 2001)[4]. Suo padre (morto quando Jill aveva 12 anni) fu una vera ispirazione, incoraggiando la curiosità della figlia ed evitando di suggerirle di seguire ambiti ritenuti più appropriati per una ragazza quando la figlia annunciò di voler diventare un'ingegnere. In un viaggio con la famiglia verso la Florida lei e suo padre guardarono il cielo scuro, chiedendosi chi o che cosa potrebbe esserci là fuori[5][6].

Tarter guadagnò un Bachelor of Engineering Physics come studentessa della Cornell University e come unica donna nel programma di ingegneria. Il suo interesse professionale verso l'astronomia emerse mentre perseguì un Master's degree e uno PhD alla Università della California - Berkeley[5][6][7]. Fu nella sua tesi di dottorato che coniò il termine nana bruna (brown dwarf, in inglese) mentre stava studiando oggetti stellari di piccola massa che non riescono ad avviare la fusione termonucleare dell'idrogeno[8].

Carriera[modifica | modifica wikitesto]

"Life Beyond Earth" CSICon 2016

Tarter lavorò ad una serie di importanti progetti scientifici, la maggior parte dei quali riguardanti le ricerche sulla vita extraterrestre. Da studentessa laureata, trasse inspirazione per le sue ricerche presso il SETI dal Cyclops Report della NASA[9]. Stuart Bowyer le diede il rapporto da leggere quando scoprì che Tarter poteva programmare l'ormai obsoleto computer PDP-8 che era stato donato da Jack Welch all'Osservatorio Radio Hat Creek per il progetto SETI di Bowyer. Jill Tarter lavorò con Bowyer al progetto di ricerca-radio SERENDIP e creò il corrispondente acronimo inverso, "Ricerca di emissioni radio extraterrestri da popolazioni intelligenti vicine sviluppate"[5]. Lavorò come project scientist per la High Resolution Microwave Survey (HRMS) della NASA tra il 1992 e il 1993 e successivamente divenne direttrice del Project Phoenix (riconfigurazione HRMS) sotto il patrocinio del SETI Institute. Fu co-creatrice con Margaret Turnbull del HabCat nel 2002, un componente principale del Project Phoenix. Tarter pubblicò dozzine di documenti tecnici e conferenze, entrambe sulla ricerca di intelligenze extraterrestri e il bisogno di una corretta educazione scientifica. Dopo 35 anni spesi nella ricerca di vita extraterrestre, annunciò il suo ritiro nel 2012[2][3][10].

Il 20 ottobre, 2006, Tarter apparve nel podcast Point of Inquiry per discutere sulla domanda: "Siamo da soli?". Tarter dichiarò: "Gli umani avranno un punto di vista differente riguardo all'essere umano se e quando sapremo la risposta alla domanda Siamo soli?"[11].

Nel 2011, Jill Tarter tenne un dibattito, "Vita intelligente nell'universo: c'è qualcuno là fuori?", al primo Starmus Festival nelle isole Canarie. Il festival, fondato dall'astronomo Garik Israelian, era un misto di astronomia, scienze della vita, musica ed arte. Successivamente, Tarter si unì allo Starmus Board of Directors, insieme all'astrofisico britannico Brian May (componente della band Queen), il fisico teorico Stephen Hawking, il biologo evoluzionista Richard Dawkins ed altri. Il suo discorso del 2011 fu pubblicato nel libro Starmus: 50 Years of Man in Space[12]. Tarter è un membro del Comitato consultivo del Curiosity Stream[13].

Nel maggio del 2013, fu introdotto al Congresso il premio Science Laureates of the United States Act. Tarter fu segnalata da un commentatore come possibile candidato per la posizione di laureato della scienza, se l'atto fosse stato approvato.[14]

Nel 2017, la giornalista scientifica Sarah Scoles pubblicò una biografia di Jill Tarter e la storia di SETI, chiamata Making Contact: Jill Tarter and the Search for Extraterrestrial Intelligence[15].

Riconoscimenti e premi[modifica | modifica wikitesto]

Il lavoro di Tarter sull'astrobiologia e il suo successo come scienziata le hanno fatto ottenere vari premi da numerose organizzazioni scientifiche.

Cultura di massa[modifica | modifica wikitesto]

Il lavoro astronomico di Tarter è illustrato nel romanzo di Carl Sagan, Contact. Nella sua versione cinematografica, la protagonista Ellie Arroway è interpretata da Jodie Foster. Tarter si è tenuta in contatto con l'attrice mesi prima e durante il film, e Arroway fu basato sul lavoro di Tarter[24]. È stata anche inserita nel video musicale Symphony of Science di John Boswell, "La poesia della realtà (Un inno per la scienza)"[25].

Prima di Seticon II nel 2012, Tarter ha affrontato le preoccupazioni riguardo all'invasione da parte degli alieni, come quelle viste nei film di fantascienza, in particolare quelle rappresentate da Stephen Hawking. Correlata alle riserve di Hawking è la sua credenza che gli esseri umani non dovrebbero tentare di trasmettere segnali per contattare civiltà aliene (SETI attivo). Tarter pensa che gli alieni si siano evoluti abbastanza per comunicare e viaggiare sulla Terra[26][27].

«Spesso gli alieni dei film di fantascienza dicono di più su di noi che su se stessi.... mentre Sir Stephen Hawking ci avvertit che la vita degli alieni potrebbe provare a conquistare o colonizzare la Terra io mi trovo rispettosamente in disaccordo. Se gli alieni fossero in grado di visitare la Terra vorrebbe dire che loro avrebbero capacità tecnologiche abbastanza sofisticate da non avere bisogno di schiavi, cibo o altri pianeti. Se gli alieni venissero qui sarebbe semplicemente per esplorare. Considerando l'età dell'universo, probabilmente non saremmo nemmeno il loro primo incontro extraterrestre. Dovremmo guardare film come Men in Black III, Prometheus e Battleship come divertimento e metafore per le nostre stesse paure, ma non dovremmo considerarli dei precursori delle visite aliene[27]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Jill Tarter, su SETI Institute, SETI Institute. URL consultato l'8 febbraio 2018 (archiviato dall'url originale l'8 febbraio 2018).
  2. ^ a b Dennis Overbye, A Career Waiting for E.T. to Phone, in New York Times, 18 giugno 2012. URL consultato il 19 giugno 2012.
  3. ^ a b Alien hunter retires after 35-year quest for E.T., su foxnews.com, Fox News, 22 maggio 2012. URL consultato il 22 maggio 2012.
  4. ^ EASTCHESTER HS/Alumni Association HALL OF FAME INDUCTEES (PDF), su district.eastchesterschools.org. URL consultato il 22 febbraio 2018 (archiviato dall'url originale il 26 febbraio 2018).
  5. ^ a b c Sarah Scoles, Making Contact: Jill Tarter and the Search for Extraterrestrial Intelligence, New York, NY, Pegasus Books, 2017, ISBN 978-1-68177-441-1.
  6. ^ a b Susan Cosier, 10 Questions for Jill Tarter, Astronomer, su Science Friday, Science Friday Initiative. URL consultato il 6 febbraio 2018.
  7. ^ Marina Koren, Jill Tarter, Feminist Cosmic Icon, su The Atlantic, Hayley Romer. URL consultato il 6 febbraio 2018.
  8. ^ Jill Tarter, Brown is Not a Color: Introduction of the Term 'Brown Dwarf', in Viki Joergens (a cura di), 50 Years of Brown Dwarfs – From Prediction to Discovery to Forefront of Research, Astrophysics and Space Science Library, vol. 401, Springer, 2014, pp. 19–24, ISBN 978-3-319-01162-2.
  9. ^ Project Cyclops (PDF), su NASA.
  10. ^ Jacqui Hayes, Silent witness, su COSMOS, Cosmos Magazine. URL consultato il 22 febbraio 2018 (archiviato dall'url originale il 5 aprile 2012).
  11. ^ Jill Tarter - Are We Alone?, su pointofinquiry.org, Center for Inquiry, 20 ottobre 2006. URL consultato il 18 maggio 2014 (archiviato dall'url originale il 12 giugno 2018).
  12. ^ Starmus Festival and Promotur-Canary Islands Tourism Board, Starmus Festival and Stephen Hawking Launch the Book "Starmus, 50 Years of Man in Space", su prnewswire.co.uk. URL consultato il 26 aprile 2017.
  13. ^ CuriosityStream Advisory Board, su curiositystream.com. URL consultato il 31 agosto 2015.
  14. ^ Jeffrey Marlow, The Science Laureate of the United States, in Wired Magazine, 9 maggio 2013. URL consultato il 12 settembre 2013.
  15. ^ Making Contact, su pegasusbooks.com. URL consultato il 14 agosto 2017 (archiviato dall'url originale il 1º dicembre 2017).
  16. ^ CSI Fellows and Staff, su csicop.org. URL consultato il 7 agosto 2011.
  17. ^ Past Honorees, su techfestival.org, Telluride Tech Festival. URL consultato il 15 ottobre 2011 (archiviato dall'url originale il 17 ottobre 2011).
  18. ^ Women in Space Science, su Adler Planetarium, Adler Planetarium. URL consultato il 7 febbraio 2018 (archiviato dall'url originale l'11 febbraio 2018).
  19. ^ TIME 100: Jill Tarter, in Time, 26 aprile 2004. URL consultato il 27 ottobre 2008 (archiviato dall'url originale il 17 agosto 2013).
  20. ^ CNN: Scientist probes outer space for aliens, in CNN, 19 aprile 2004. URL consultato il 27 ottobre 2008.
  21. ^ Sagan Prize Recipients, in wonderfest.org, 2011. URL consultato il 10 settembre 2011.
  22. ^ Jill Tarter, su TED. URL consultato il 22 febbraio 2018.
  23. ^ Matthew Trost, Exclusive interview with TED Prize-winner Jill Tarter of SETI, su TED. URL consultato il 22 febbraio 2018.
  24. ^ Dr. Jill Tarter: Looking to Make 'Contact', su space.com. URL consultato il 27 ottobre 2008 (archiviato dall'url originale il 5 ottobre 2008).
  25. ^ John Boswell (melodysheep), Filmato audio "The Poetry of Reality (An Anthem for Science)", su YouTube., February 25, 2010
  26. ^ Jessica Orwig, A world leading scientist on the search for extraterrestrials pointed out a flaw in Stephen Hawking's fear of finding intelligent aliens, su Business Insider. URL consultato l'8 febbraio 2018.
  27. ^ a b SETI Institute’s Jill Tarter takes issue with Stephen Hawking, MIB3, Prometheus and Battleship, su SETI Institute. URL consultato il 25 febbraio 2018 (archiviato dall'url originale il 25 febbraio 2018).

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