Giovanni Pastrone

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Giovanni Pastrone- accreditato anche con lo pseudonimo di Piero Fosco - (Montechiaro d'Asti, 13 settembre 1883Torino, 27 giugno 1959) è stato un regista, sceneggiatore, attore e tecnico cinematografico italiano attivo all'epoca del cinema muto.

Il cinema

Si diplomò al Conservatorio di Asti in violino e al contempo portò a termine gli studi in ragioneria.
Dopo aver tentato diverse attività, nel 1903 si trasferì a Torino con la moglie per lavorare nell'orchestra del Teatro Regio come secondo violino.

Nel 1905 entrò come semplice contabile nella casa cinematografica di cortometraggio "Rossi & C." di Torino e grazie alla conoscenza di tre lingue straniere (francese, inglese e tedesco), Pastrone ottenne l'incarico di corrispondente. Nel 1907 ne divenne il direttore amministrativo e nel 1908 comproprietario con Carlo Sciamengo dando il via alla nuova casa di produzione "Itala Film".

L'opera cinematografica di Pastrone portò ai massimi livelli la Itala Film, che produsse nel 1910 "La caduta di Troia", una pellicola ambiziosa di 30 minuti. Fu il primo film lungo 600 metri proiettato senza interruzione in mezz'ora di spettacolo.

Giovanni Pastrone è considerato il maggior regista di film storici dell'epoca, anche se in effetti egli diresse, oltre ad una sconosciuta "Agnese Visconti" (1910) solo altri due film storici: il sopra citato "La caduta di Troia" e "Cabiria" (1914). Le opere seguenti furono trascrizioni di testi letterari o teatrali: "Tigre reale" (1916 da Verga) e "Hedda Gabler" 1919 da Ibsen, o di argomento contemporaneo: "Il fuoco" (1915) o la serie dedicata a Maciste.

Sebbene la fama gli giunse attraverso un solo film di rilevo, il cinema di Pastrone rileva un preciso gusto per lo spettacolo, un notevolissimo livello tecnico ed una grande organizzazione pubblicitaria al punto che "Cabiria", pur non essendo dissimile da altre opere dell'epoca, e per il gusto scenografico e per la materia drammatica e "di maniera", ebbe un tale successo da avviare verso un precoce oblìo opere che avrebbero forse meritato una sorte migliore.

Innovazioni

Pastrone considerava il cinema come un'industria e come tale doveva impedirne improvvisazione e rischio: fece costruire nuovi capannoni per circa 22 mila mq. per sfruttare al massimo la luce del sole.

Si affinò nei procedimenti tecnici inventando e brevettando il "fixitè", un procedimento per impedire lo slittamento della pellicola. Creò un circuito di sale cinematografiche per la distribuzione di centinaia di sue pellicole, comiche e drammatiche tra cui moltissime uscite anonime per contrastare la concorrenza.

Nel 1910, a ventotto anni, cominciò ad affrontare la regia a più ampio respiro, che fu d'ispirazione anche per importanti maestri del cinema internazionale come David Wark Griffith, che s'ispirò, per il suo film Intolerance, al kolossal di Pastrone Cabiria del 1914.

Durante questo periodo, sotto lo pseudonimo di Piero Fosco — datogli da Gabriele D'Annunzio — Pastrone diresse altri film: Il fuoco (1915), Tigre reale (1916), basata sulla novella di Giovanni Verga, e Hedda Gabler (1919), tratto dal dramma omonimo di Henrik Ibsen.

Il ritiro

Nel 1919, all'apice del successo, abbandonò l'attività cinematografica e l'Itala Film, che fu assorbita da un'altra compagnia, rifiutando numerose offerte di lavoro per dedicarsi a studi ed esperimenti di medicina.

Non si interessò più al cinema, se non sporadicamente, fino al 1931, quando fece da supervisore nell'arrangiamento musicale della sua grande opera del film muto Cabiria.

«IN QUESTA CASA È NATO
IL 13 IX 1882
GIOVANNI PASTRONE
REGISTA
CON LUI IL CINEMA DIVENTÒ
ARTE INDUSTRIA SPETTACOLO

         28 XII 1995»

Cabiria

Lo stesso argomento in dettaglio: Cabiria.
Poster di Cabiria

La massima produzione di Pastrone è Cabiria (1914), un 35mm di circa 4 ore che contribuì considerevolmente alle produzioni "colossali" che videro l'Italia ai primi posti nell'incremento dei lungometraggi e nella loro distribuzione all'estero.

Questa pellicola fu prodotta nelle stereotipo dei Film d'Arte, lo dimostra il fatto che fu contattato uno dei migliori scrittori italiani del periodo, Gabriele D'Annunzio, per la scenografia e per la traduzione in francese, inglese e tedesco dei sottotitoli del film (le "didascalie vergate", che contribuirono a dare maggior pregio all'intera opera).

La prima del film fu il 18 aprile 1914 contemporaneamente al Teatro Lirico di Milano e al Teatro Vittorio Emanuele di Torino, dove fu accompagnata dall'orchestra e dal coro del teatro: si intendeva presentare uno spettacolo che potesse competere con l'opera e che attraesse sia il pubblico borghese che aristocratico, fino allora disprezzante delle opere cinematografiche considerate popolari.

Il film è ambientato nell'epoca delle guerre puniche con battaglie, distruzioni, incendi e sacrifici umani. Il direttore artistico e primo operatore cinematografico era l'operatore e regista catalano Segundo de Chomón, che in questo film utilizzò delle lampade elettriche per ottenere effetti di chiaroscuro e realizzò la sequenza dell'eruzione dell'Etna con grande realismo Pastrone ricorse per la prima volta in assoluto alla "carrellata", la macchina da presa piazzata su una piattaforma mobile, da lui brevettata due anni prima: la macchina da presa non è più fissa al terreno, ma libera di muoversi tra gli attori. Fino ad ora la macchina da presa creava una scena fissa in cui gli attori entravano in campo, recitavano e ne uscivano con un effetto simile al teatro. Il carrello permise anche di passare dal campo lungo ai primi piani senza "stacco" di ripresa.

Le riprese furono fatte in movimento e non più a immagine fissa, dando alla scena grande profondità di spazio; questa tecnica, nei primi anni del cinema, era stata usata per le sequenze in interni e lo stesso Griffith la utilizzò in alcune riprese paesaggistiche.

Fu uno dei film più costosi del periodo, circa un milione di lire in oro, tra esterni girati in Tunisia, sulle Alpi e in Sicilia e costumi di scena, dando vita a un filone (quello mitologico) destinato a durare per oltre mezzo secolo.

Il successo di Cabiria, che rimase in prima visione per circa un anno a New York e per sei mesi a Parigi, fu soprattutto dovuto all'interpretazione di Bartolomeo Pagano, un ex scaricatore di porto di Genova scoperto da Pastrone, tant'è che negli anni a venire, il personaggio di Maciste di Bartolomeo Pagano fu protagonista in molti altri film.

Restauro

La sera del 13 marzo 2006 al Teatro Regio di Torino è stato programmato il nuovo restauro, effettuato presso i laboratori Prestech di Londra, di «Cabiria», curato dal Museo del Cinema in collaborazione con Joao S. de Oliveira.

La ricostruzione, fedele all'originale, oltreché avvalorata da recenti ritrovamenti di importanti documenti di lavorazione, ha restituito tecnologicamente splendore alle immagini sbiadite dal tempo e dalle ristampe. Ha fatto seguito un tour mondiale passato da New York, Tokyo e Parigi.

Filmografia completa

Film diretti

Film interpretati

Voci correlate