Giovanni Martino Spanzotti

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Madonna in trono col Bambino con i santi Ubaldo e Sebastiano (particolare), tempera su tavola, ca. 1480, Torino, Galleria Sabauda

Giovanni Martino Spanzotti (Casale Monferrato, ca. 1455Chivasso, ante 1528) è stato un pittore italiano , tra i principali interpreti del rinnovamento in senso rinascimentale della pittura in Piemonte.

Biografia

Gian Martino Spanzotti nacque verso il 1455 a Casale, da una famiglia di pittori provenienti dal territorio di Varese.

La sua biografia è suffragata, particolarmente nella fase iniziale, da scarse fonti documentali. Il suo primo apprendistato fu verosimilmente a Casale nella bottega del padre, Pietro, bottega nella quale doveva essere attivo anche il fratello Francesco (che la critica tende oggi ad identificare con il "Maestro di Crea").

Gli anni tra il 1470 e il 1480 rappresentano il periodo della sua formazione artistica. Probabile sembra, agli inizi degli anni '70, un suo contatto diretto in Bologna con la scuola di Francesco del Cossa, stante il fatto che il giovane Martino utilizzò sicuramente alcuni cartoni del pittore ferrarese nella sua prima produzione artistica (in particolare nella Madonna con il Bambino presso il Museo Civico di Torino).

È molto verosimile, tuttavia, che la parte più significativa del suo apprendistato si sia svolta a Milano (visto che in un documento redatto a Casale nel 1480 egli viene addirittura definito "Mediolani pinctore"). A Milano dovette soggiornare almeno in due riprese (l'ultima delle quali verso la fine degli anni '80), in modo tale che gli fu possibile restare aggiornato sull'evoluzione della produzione pittorica nella capitale lombarda. Piuttosto evidente (ad es. attraverso l'uso dei toni cinerei nei volti che incontriamo nelle ultime scena della Vita di Cristo nel ciclo di Ivrea) è l'influenza di Vincenzo Foppa; nelle prospettive architettoniche, si avverte la lezione di Bramante e, ancor più, di Bartolomeo Suardi, detto il Bramantino.

A proposito del debito artistico verso il Foppa così si esprime Roberto Longhi:

Fu dunque il Foppa, per quanto i tempi lo concedevano, un luminista, un notturnista del Quattrocento... [..] Taluni [lasciti del Foppa] restano senza sbocco visibile o continuazione particolare, forse per esser accaduti in luoghi eccentrici e, per di più, in giorni che altre novità prepotenti sopravvenivano ad allontanare da quelle tendenze. Non ha seguito, eppure è significante che il vercellese Spanzotti, il quale è bene un parallelo piemontese del Foppa, sappia congegnare tra gli affreschi di Ivrea almeno tre scene a lume di notte e rigorosamente «locale ». Nella Negazione di San Pietro è veramente un anticipo dei caravaggeschi; e per quanto l'educazione dello Spanzotti sia più complessa, il suo stile più greve ma più connesso e sintattico di quello del Foppa, pure i suoi stessi accordi sia con il Rinascimento che col naturalismo nordico non si spiegano senza il sublime empirismo foppesco...
"Crocefissione", scena centrale del ciclo di affreschi della chiesa di San Bernardino a Ivrea
"La cacciata dall'Eden", Ivrea, Chiesa di San Bernardino

Per spiegare un altro debito di Spanzotti, quello verso la pittura fiamminga, si può supporre che nell'ambiente milanese egli abbia incontrato anche le suggestioni dell'arte nordica, interpretate alla corte dei duchi di Milano da artisti quali Zanetto Bugatto.

Recentemente, tuttavia, a questo riguardo, la critica ha messo in risalto l'influenza esercitata su Martino Spanzotti dall'arte provenzale, ed in particolare dall'opera del maestro di origine borgognona Antoine de Lonhy, stabilitosi dal 1462 in Piemonte .

In sintesi, l'opera di Spanzotti si connota come punto d'incontro fertile delle espressioni artistiche presenti sui due versanti delle Alpi, aspetto che caratterizza per molti versi la peculiarità della produzione artistica in Piemonte nel corso di tutto il XV secolo.

Nel 1480 è documentato a Casale, mentre nel 1481 - in un atto redatto a Vercelli – è menzionato con l'appellativo di "magister", che vale come titolo per la direzione di una bottega e come riconoscimento pubblico delle sua capacità pittoriche. Si collocano in questo periodo vercellese (1481-1498) i Santi e Sante ed il Trittico (unica sua opera firmata) conservati nella Galleria Sabauda di Torino e l'affresco dell'Adorazione del Bambino di Rivarolo Canavese.

In questo periodo si colloca anche il praticantato presso la sua bottega del pittore vercellese Giovan Antonio Bazzi, detto il Sodoma.

L'espressione artistica più alta di questi anni è rappresentata dal ciclo di affreschi (1486 -1491) raffiguranti la Vita di Cristo che si trovano nella Chiesa di San Bernardino in Ivrea, l'opera più importante di Spanzotti (magistralmente commentata dallo scrittore e critico d'arte Giovanni Testori).

Il ciclo sul "tramezzo" della chiesa francescana d'Ivrea riflette non solo la esigenza pedagogica del committente di disporre, per l'ascolto delle prediche, di una "biblia pauperorum" capace di tradurre le scritture in immagini, ma esprime soprattutto i tratti peculiari della devozionalità dell'frati osservanti che punta a restituire una genuina carica umana al racconto evangelico. Spanzotti si dimostra capace di interpretare in modo esemplare il desiderio del committente, sviluppando una poetica nuova in grado di conferire al racconto la verità e la nobiltà dell'esperienza umana che è propria degli umili.

È una nobiltà nuova– scrive Testori – quella che si fonda in questi anni nel Nord dell'Italia e alla quale lo Spanzotti offre questo suo inconfondibile tono: una nobiltà umana, anziché umanistica; il fatto riportato alle sue proporzioni reali e quotidiane, contro il fatto dilatato dall'iperbole dell'ideologia; il profondo del particolare, infine, contro l'esteso dell'universale.

Si era supposta una sua presenza – come scultore ligneo - anche al Sacro Monte di Varallo (ca. 1486) come sembrava testimoniare il Compianto su Cristo morto (la così detta "Pietra dell'Unzione"), oggi alla Pinacoteca Civica di Varallo. Pure essendosi riconosciuta la paternità di tali sculture lignee ai Fratelli De Donati, restano da spiegare le evidenti affinità stilistiche con l'opera di Spanzotti.

Tra il 1498 ed il 1502 Spanzotti fu di nuovo a Casale, dove tenne una sua bottega con i suoi due cognati Aimo e Balzarino Volpi.

Appartiene a questo periodo il Polittico Del Ponte (oggi smembrato, tra la Pinacoteca di Brera a Milano, l'Accademia Albertina di Torino, la National Gallery di Londra ed una collezione privata) dipinto per la Chiesa di San Francesco in Casale.

Elemosina di Sant'Antonio Pierozzi, Torino, Chiesa di San Domenico

Fu poi attivo a Chivasso e, dal 1513, prese la cittadinanza a Torino come pittore alla corte dei Savoia, ove consolidò il suo successo con commesse crescenti.

Tra i pittori formatisi in questo periodo presso la sua bottega troviamo Defendente Ferrari e Gerolamo Giovenone.

Frutti della collaborazione con Defendente Ferrari sono - tra le altre opere in cui è difficile stabilire gli apporti reciproci - il Polittico dei Calzolai ed il Battesimo presso il Duomo di Torino.

L'ultima sua opera conosciuta è il piccolo affresco Elemosina di Sant'Antonio Pierozzi (1523) nella Chiesa di San Domenico a Torino, un brano in cui sembra tardivamente rifiorire la vena poetica dei suoi anni più fertili.

Nel 1528 risulta ormai deceduto in Chivasso.

La sua opera, oltre a diventare punto di riferimento per tutta l'arte piemontese dell'epoca, ebbe una influenza diretta sulla maturazione artistica di Gaudenzio Ferrari.

Musei

Opere di Martino Spanzotti sono conservate nei seguenti musei:

Opere

  • Torino, Museo Civico d'Arte Antica
    • Madonna col Bambino, già Tucker, tavola, ca. 1475-1480,
    • Cristo sul sepolcro con angeli piangenti, tavola
    • Vergine annunciata, vetrata, (proveniente da Crea)
    • Angelo annunciante, vetrata, (proveniente da Crea)
  • Torino, Galleria Sabauda
    • Due scomparti laterali di polittico con i Santi Francesco, Sebastiano, Giovanni Battista, Antonio Abate e il donatore e con le Sante Barbara, Caterina di Alessandria, Maddalena e Margherita, ca. 1475-1480,
    • Madonna in trono col Bambino e santi Ubaldo e Sebastiano, tempera su tavola, 135x55 cm (centrale), 127x38 cm (laterale sinistro), 103x36 cm (laterale destro) ca. 1480,
    • Adorazione dei Magi, piccola tavola
    • (Bottega di G.M. Spanzotti, forse Defendente Ferrari), Adorazione dei Magi, tavola
  • Torino, Accademia Albertina
    • Madonna in trono
    • Santi Agata, Francesco e un donatore, cm 133x60, (pannello del Polittico Del Ponte , già nella chiesa di S. Francesco in Casale Monferrato), ca. 1496
  • Torino, Duomo
    • G. Martino Spanzotti e Defendente Ferrari, Polittico della Compagnia dei Calzolai, (tavola centrale con Madonna in Trono con il Bambino ed angeli , due tavole laterali con i quattro Santi, Crispiano ed Orso a sinistra e Teobaldo e Crispino a destra, coronamento con tre storie relative alla nascita di Cristo predella con cinque scene della Passione; 18 tavolette relative alle storie dei Santi Crispino e Crispiano.) ca 1498-1504,
    • G. Martino Spanzotti e Defendente Ferrari, Battesimo, ca. 1508
  • Torino, Chiesa di San Domenico
    • Elemosina di Sant’Antonio Pierozzi, affresco, 1526
  • Torino, Chiesa di San Agostino
    • G.M. Spanzotti (?), Madonna e Angelo, Frammento di affresco
  • Ivrea, Chiesa di San Bernardino
    • Ciclo di affreschi sulla vita di Cristo, ca. 1486-1491,
  • Rivarolo Canavese, Chiesa di San Francesco
  • Ciriè, Chiesa di San Giuseppe
    • (Bottega di G.M. Spanzotti – forse Defendente Ferrari) , l’Assunta dei Mercanti, tavola
  • Sommariva Perno, Chiesa del Cuore Immacolato di Maria a valle dei Rossi
    • Cristo in Pietà ed Eterno benedicente, tavola, cm 125 x 63,
  • Conzano, Chiesa parrocchiale di Santa Lucia
    • G.M. Spanzotti (collaboratore di) ca. 1490-1495, tavole di un polittico smembrato , Santo Stefano, cm. 127 x 45,5, Santa Lucia. Tavola, cm. 133,6 x 45,5, San Maurizio, cm. 125 x 48, Santa Caterina d’Alessandria, cm. 133,6 x 48,5
  • Conzano, Chiesa di S. Maurizio,
    • G.M. Spanzotti, (attribuito a), Assunta, tela
  • Casale Monferrato, Oratorio del Gesù
    • G. M. Spanzotti (bottega di), Polittico di Sant’Anna,
  • Casale Monferrato, Museo Civico
    • G. M. Spanzotti (bottega di), Stendardo del Corpus Christi, tempera su tela, cm. 170X 112, ca. 1505-1510,
  • Saluzzo, Duomo
    • Maestro spanzottiano, Polittico dei Cosma e Damiano,
  • Milano, Pinacoteca di Brera
    • Sant’Andrea, cm 128x60; Santi Caterina di Alessandria e Sebastiano, cm 128x58; (pannelli del Polittico Del Ponte, già nella chiesa di S. Francesco in Casale Monferrato), ca. 1496
  • Verona, Museo Castelvecchio,
    • G.M. Spanzotti (?), Santa Caterina da Siena
  • Roma, Museo di Castel Sant’Angelo
    • Cristo in Pietà, tavola, cm. 61 x 46,5
  • Londra, National Gallery
    • Santi Nicola da Tolentino e Giovanni Battista, cm 76,5x52; Santi Evasio e Pietro Martire, cm 76,5x52 (pannelli del Polittico Del Ponte, già nella chiesa di S. Francesco in Casale Monferrato) ca. 1496
  • Budapest, Museo delle Belle Arti
    • Cristo in Pietà, tavola
  • Filadelfia, J. G. Jhonson Art Collection
    • Madonna del Gatto, tavola
  • Collezione Privata, Milano (già collezione Giuseppe Visconti, Roma)
    • Adorazione del Bambino, cm 107x60 (pannello del Polittico Del Ponte, già nella chiesa di S. Francesco in Casale Monferrato), ca. 1496
  • Collezione privata, Torino
    • Cristo in Pietà
  • Collezione Privata; già in collezione Stefano Bardini, Firenze
    • Cristo in Pietà
  • Collezione Privata; già in collezione Allario Caresana
    • Compianto su Cristo morto, tempera su tavola, cm 71,5 x 58,5, 1490-95

Bibliografia

  • Giovanni Testori,Giovanni Martino Spanzotti. Gli affreschi di Ivrea, Centro Culturale Olivetti, Ivrea, 1958. (Il saggio è riportato anche nella raccolta La realtà della pittura: scritti di storia e critica d'arte dal Quattrocento al Settecento, a c. di C. Marani, Longanesi, Milano, 1995)
  • Luigi Mallè, G.M. Spanzotti, in Dizionario Enciclopedico Utet, Torino 1961, p. 1135.
  • Giovanni Romano, Un polittico di Martino Spanzotti per San Francesco a Casale, in Brera mai vista: Giovanni Martino Spanzotti. Un polittico ricostruito, Milano, 2003

Voci correlate

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