Giovanni Accorsi

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Giovanni Accorsi
NascitaFerrara, 18 luglio 1917
MorteBengasi, 4 febbraio 1941
Cause della morteCaduto in combattimento
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegia Aeronautica
CorpoAviazione Legionaria
SpecialitàCaccia
Anni di servizio1935-1941
GradoMaresciallo pilota
GuerreGuerra civile spagnola
Seconda guerra mondiale
BattaglieBattaglia delle Alpi Occidentali
Comandante di366ª Squadriglia
Decorazionivedi qui
dati tratti da Gruppo Medaglie d'Oro al Valor Militare 1965[1]
voci di militari presenti su Wikipedia

Giovanni Accorsi (Ferrara, 18 luglio 1917Bengasi, 4 febbraio 1941) è stato un militare e aviatore italiano, decorato di Medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della seconda guerra mondiale, e di due Medaglie d'argento al valor militare nel corso della guerra di Spagna.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Ferrara il 18 luglio 1917.[2] Appassionatosi al mondo dell'aviazione, si arruolò nella Regia Aeronautica nel maggio 1935, come allievo sergente pilota. Promosso 1º Aviere tre mesi dopo, divenne sergente il 16 ottobre, assegnato in forza all'8º Stormo Bombardamento Terrestre di stanza sull'aeroporto di Poggio Renatico.[3] Dopo la fine della guerra d'Etiopia chiese, ed ottenne, di partire per l'Africa Orientale Italiana per prendere parte alle operazioni di controguerriglia. Arrivò a Massaua il 19 gennaio 1937, venendo assegnato alla 62ª Squadriglia di Addis Abeba.[3] Fu promosso sergente maggiore nel novembre dello stesso anno. Rimase in A.O.I. Per circa un anno, rientrando poi in Patria. Trasferito alla specialità caccia, chiese, ed ottenne, di partire volontario per combattere nella guerra civile spagnola. Arrivato in Spagna entrò a far parte della 25ª Squadriglia "La Cucaracha" del XVI Gruppo, meritandosi due Medaglie d'argento al valor militare e un encomio solenne.[3] Promosso maresciallo nel marzo 1939, dopo l'entrata in guerra del Regno d'Italia combatté sul fronte occidentale.[3]

Nell'agosto 1940 entrò in forza alla 366ª Squadriglia del 151º Gruppo Caccia Terrestre, equipaggiato con i Fiat C.R.42 Falco.[3] Il 6 settembre partì da Caselle Torinese alla volta dell'Africa Settentrionale Italiana, giungendo a Castelbenito l'8 dello stesso mese.[4]

Il 4 febbraio 1941 era impegnato in volo di recupero su un Caproni Ca.133[N 1] scortato[5] da 4 C.R.42 Falco pilotati da Guglielmo Chiarini, dal 1º aviere motorista Callerani, dal maresciallo Giulio Cesare e dal sergente Antonio Camerini.[5] Nel cielo sopra Barce l'aereo da trasporto fu intercettato a 150 metri di quota da un gruppo di Hawker Hurricane Mk.I, la B Flight del No. 73 Squadron [5] composta dal Pilot Officer George Goodman, Pilot Officer J. B. 'Chips' McColl e Pilot Officer Ken M. Millist.[4] Il Ca.133 fu colpito e danneggiato gravemente da McColl, e cercò di compiere un atterraggio di emergenza, ma l'aereo si fracassò al suolo ed entrambi gli aviatori a bordo morirono.[4] Mentre gli Hurricane stavano abbattendo il Caproni, Chiarini e gli altri due piloti di C.R.42 (meno armati e potenti degli Hurricane) si lanciarono sui caccia nemici [5], ma i piloti inglesi li videro arrivare e virarono per affrontarli [6]. Nel violento combattimento che ne seguiva, Chiarini veniva abbattuto in fiamme ed ucciso da George Goodman[7] (vittoria numero sette delle 10 totalizzate durante la guerra), che volava sul caccia Hurricane Mk.I matricola V7716 "TP-U" e che dichiarò l'abbattimento di un C.R.42 che stava attaccando McColl.[4]

Alla memoria di Accorsi e Chiarini,[8] venne assegnata la Medaglia d'oro al valor militare, massima decorazione italiana[8]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Giovane pilota da caccia di rara perizia, volontario d’Africa e di Spagna, più volte decorato al valore, dall’inizio dell’attuale guerra sul fronte occidentale prima e sul fronte marmarico poi, sosteneva aspri combattimenti aerei e partecipava quindi a reiterati mitragliamenti a volo radente su mezzi meccanizzati nemici dando luminosa prova delle sue magnifiche doti di combattente. Venuto a conoscenza che un camerata era stato costretto ad un atterraggio di fortuna in posizione avanzata, chiedeva di essere designato al suo salvataggio con l’apparecchio plurimotore. Conscio della gravità della missione e del pericolo che essa comportava, incalzando il nemico in quel momento con crescente violenza, chiedeva di essere unico pilota a bordo. Attaccato dalla caccia che gli incendiava l’apparecchio, rinunciando alla possibilità di salvarsi col paracadute, immolava la fiorente vita nel generoso tentativo di portare a salvataggio il motorista. Cielo dell’Africa Settentrionale (Ben gasi), settembre 1940-4 febbraio 1941.[9]»
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Abile ed ardito pilota da caccia, volontario in missione di guerra per l'affermazione degli ideali fascisti, compiva numerose azioni belliche e sosteneva cinque ardui combattimenti contro forze avversarie soverchianti, contribuendo, con la sua azione irruenta ed audace all'abbattimento di ventinove apparecchi nemici. Cielo di Spagna, agosto-dicembre 1938
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Pilota da caccia valoroso, già distintosi in precedenza, partecipava a molte altre azioni di guerra ed a tre combattimenti, dando nuova conferma del suo coraggio. In asprissimo scontro contro forze avversarie soverchianti, impegnava tre apparecchi nemici che minacciavano pericolosamente il suo capo sezione. Col velivolo ripetutamente colpito e con un principio d'incendio a bordo, non desisteva dalla lotta se non dopo aver abbattuti due avversari e fugato il terzo. Con mezz'ala già consumata dal fuoco, rinunciava a lanciarsi col paracadute per non cadere prigioniero e riusciva a ricondurre l'apparecchio in territorio nazionale, prendendo terra quando già cominciavano ad esplodere le munizioni di bordo. Ferito alla faccia e contuso in più parti del corpo, dopo breve degenza all'ospedale, rinunciava alla convalescenza, per riprendere, con rinnovato ardore, la sua brillante attività bellica. Cielo di Spagna, dicembre 1938-gennaio 1939

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ L'aereo doveva recuperare il pilota di un C.R.42 della 368ª Squadriglia, che per un guasto al motore non era riuscito a rientrare alla base e fu costretto ad atterrare sulla pista di Barce, campo ormai sotto il tiro dei cannoni nemici, e che entro breve tempo sarebbe stato occupato dagli inglesi.

Fonti[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Ruggero Bonomi, Viva la Muerte. Diario dell'"Aviacion del El Tercio", Roma, Ufficio Editoriale Aeronautico, 1941.
  • autore3 Gherardo Cosolo Emilio Brotzu e Michele Caso, Dimensione Cielo n.4 Bombardieri, Roma, Edizioni Bizzarri, 1972.
  • Gruppo Medaglie d'Oro al Valor Militare, Le medaglie d'oro al valor militare Volume primo (1924-1941), Roma, Tipografia regionale, 1965.
  • (EN) Marco Mattioli e Tony Holmes, 53º Stormo, Botley, Osprey Publishing Company, 2010, ISBN 1-84603-977-0.
  • Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare, Testi delle motivazioni di concessione delle Medaglie d'Oro al Valor Militare, Roma, Stato Maggiore dell'Aeronautica Militare, 1969.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]