Fuligo septica

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Fuligo Septica
Fuligo seprica in fase plasmodiale
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoProtista
PhylumAmoebozoa
ClasseMyxogastria
OrdinePhysarales
FamigliaPhysaraceae
GenereFuligo
SpecieF. septica
Nomenclatura binomiale
(L.) F.H.Wigg
1780
Sinonimi
  • Mucor septicus L. (1763)
  • Reticularia septica (L.) With. (1792)
  • Aethalium septicum (L.) Fr. (1829)

Fuligo septica è una specie di funghi mucillaginosi della classe dei Myxomycetes. E' relativamente comune in tutto il mondo. Le spore maturano in sporangi esterni e sono in genere disperse dal vento.

il nome del genere, Fuligo, deriva dal latino fuligo/fuliginis = fuliggine, per l'apparenza del suo corpo fruttifero (plasmodiocarpo), mentre il nome specifico, septica, deriva dal greco antico epticós, in quanto "infettante", "causa di putrefazione"[1] In inglese è nota con i nomi comuni di scrambled egg slime (melma a uovo strapazzato)[2] a causa del suo particolare aspetto giallastro. E' anche chiamata dog vomit slime mold (muffa melmosa vomito di cane) o jasmine mold (muffa gelsomino). In lingua olandese si chiama invece "heksenboter", ovvero ""burro delle streghe". In lettone Fuligo septica, assieme ad altri funghi mucillaginosi, viene chiamata "ragansviests" ("butto delle streghe") o anche "raganu spļāviens" ("sputo delle streghe"); l'origine di questi nomi non è chiara.

Storia e tassonomia

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La prima descrizione della specie fu redatta dal botanico francese Jean Marchant nel 1727, che la descrisse come "fleur de tan" ("fiore di corteccia"); Marchant la classificò inoltre come una "des éponges" (una "delle spugne").[3] Carlo Linneo la denominò Mucor septicus nella sua opera del 1763 Species Plantarum.[4] La specie venne spostata al genere Fuligo dal botanico tedesco Friedrich Heinrich Wiggers nel 1780.[5]

Descrizione e habitat

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Come molti altri funghi mucillaginosi, le cellule di questa specie si aggregano per formare un plasmodio, una massa pluri-nucletata di cellule indifferenziate che si muove con movimento ameboide durante la ricerca di alimenti. Il plasmodio di F. septica può avere una colorazione che varia dal bianco al giallo-grigiastro.[6] Le sue dimensioni tipiche sono di 2,5-20 cm di diametro e 1-cm di spessore.[7] Il plasmodio si può trasformare in un aethalium spugnoso, analogo agli sporofori[8] dei funghi. Questo corpo fruttifero a maturità si scurisce e, degradandosi, rilascia nell'ambiente circostante spore di colore scuro. F. septica produce l'aethalium più grande tra tutti i funghi mucillaginosi.[9] La specie è nota per la dispersione delle spore ad opera di coleotteri della famiglia dei latridiidi.[10]

Le spore hanno una parete cellulare formata da due strati, con lo strato esterno denso e caratterizzato dalla presenza di spine e quello interno più fibroso. Nel corso della germinazione, lo strato esterno si divide formando una apertura, e lo strato interno, più elastico, si rompe successivamente lasciando uscire il protoplasma. Quanto rimane dello strato interno può persistere e rimanere aderente al protoplasma anche dopo che questo è emerso dalla spora. Una perossidasi presente all'interno della parete cellulare ha un ruolo nella germinazione.[11]

Fuligo septica cresce di solito su legno marcescente e residui vegetali, ma può anche colonizzare foglie e germogli di piante viventi.[12] Dopo la pioggia o una eccessiva irrigazione si può notare abbastanza spesso anche in zone urbane su pacciamature effettuate con pezzi di corteccia. Non molti animali sono in grado di nutrirsi di F.Septica; tra gli uccelli l'unica specie nota risulta la ghiandaia grigia canadese.[13]

Resistenza ai metalli tossici

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I funghi mucillaginosi hanno una buona resistenza alla tossicità da metalli; uno studioso ha scritto che "I livelli di zinco in Fuligo septica possono essere così elevati (4.000–20.000 ppm) che è difficile capire come possano venire tollerati da un organismo vivente."[14] La resistenza a livelli così estremi di zinco sembra essere una caratteristica unica di F. septica.[15] Il meccanismo di questa resistenza è oggi noto: F. septica produce un pigmento giallo chiamato fuligorubina A, la cui attività è stata rilevata nella chelazione dei metalli e che li converte in forme inattive.[16]

Composti biologicamente attivi

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Estratti di F. septica hanno evedenziato una attività antibiotica contro Bacillus subtilis e Candida albicans, e una azione citotossica sulle "KB cells", una linea di cellule derivate dal carcinoma umano della rinofaringe.[17]

Fuligo septica contiene un pigmento giallo chiamato fuligorubin A che si suppone coinvolto nella fotorecezione e nei processi di conversione energetica durante il ciclo vitale biologico.[18] Nel 2011 un gruppo di ricerca giapponese riferì di avere isolato e caratterizzato da uno specifico ceppo un nuovo pigmento giallo contenente clorina, che chiamarono dehydrofuligoic acid.[19]

Relazione con gli esseri umani

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Nel folklore scandinavo Fuligo septica viene considerata come il vomito di bjära, un tipo di troll simile al gatto.[20]

Nella tradizione finlandese si riteneva che F. septica venisse usata dalle streghe per rovinare il latte dei loro vicini di casa. Da questa credenza deriva paranvoi, il nome comune dato alla specie che significa "burro del famiglio".[9][21]

Patogenicità per l'uomo

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La specie è nota per innescare episodi di asma e riniti allergiche in soggetti predisposti.[22] [23]

Modello dell'elaborazione dell'RNA

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Gli introni sono le regioni non codificanti di un gene che, insieme agli esoni, vengono trascritte dalle RNA polimerasi durante la sintesi proteica. Data l'abbondanza di introni del Gruppo I, F. septica viene utilizzata come un modello per cercare di capire l'elaborazione e l'evoluzione dell'RNA.[24] [25]

  1. ^ Fuligo septica (L.) F.H. Wigg. (1780), su funghi-bormio.it, Gruppo micologico Alta Valtellina. URL consultato il 16 giugno 2024.
  2. ^ (EN) A.M. Young, A Field Guide to the Fungi of Australia, University of New South Wales Press Ltd., 2005, ISBN 9780868407425.
  3. ^ (EN) Ainsworth GC, Introduction to the History of Mycology, Cambridge, UK, Cambridge University Press, 1976, p. 60, ISBN 0-521-21013-5. URL consultato il 18 giugno 2024.
  4. ^ (LA) Linnaeus C., Species Plantarum, vol. 2, Stoccolma, Impensis Direct. Laurentii Salvii, 1763, p. 1656. URL consultato il 18 giugno 2024.
  5. ^ (EN) Wiggers FH e Weber GH, Primitiae Florae Holsaticae, Litteris Mich. Frider. Bartschii Acad. Typogr., 1780, p. 112. URL consultato il 18 giugno 2024.
  6. ^ (EN) Kambly PE, The color of myxomycete plasmodia, in Botany, vol. 26, n. 6, 1939, pp. 386–90, DOI:10.2307/2436838.
  7. ^ (EN) Emberger G., Fuligo septica, su Fungi on Wood, 2008. URL consultato l'8 dicembre 2008.
  8. ^ Ascocarpo per gli ascomiceti e basidiocarpo per i basidiomiceti
  9. ^ a b (EN) the BayScience Foundation, Inc., Fuligo (Genus), su zipcodezoo.com, 2012. URL consultato il 13 maggio 2012.
  10. ^ (EN) Blackwell M e Laman TG, Spore dispersal of Fuligo septica (Myxomycetes) by Lathridiid beetles, in Mycotaxon, vol. 14, n. 1, 1982, pp. 58–60. URL consultato il 18 giugno 2024.
  11. ^ (EN) Stempen H e Evans RC, Behavior of the inner wall layer of the germinating Fuligo septica spore: evidence of peroxidase activity, in Mycologia, vol. 74, n. 1, 1982, pp. 26–35, DOI:10.2307/3792625. URL consultato il 18 giugno 2024.
  12. ^ (EN) Healy RA, Huffman DR, Tiffany LH e Knaphaus G, Mushrooms and Other Fungi of the Midcontinental United States (Bur Oak Guide), Iowa City, Iowa, University of Iowa Press, 2008, p. 340, ISBN 978-1-58729-627-7.
  13. ^ Sutherland, J. B.; Crawford, R. L., Gray Jay feeding on slime mold, in The Murrelet, vol. 60, n. 1, 1979, p. 28.
  14. ^ (EN) Setala A e Nuorteva P, High metal contents found in Fuligo septica L. Wiggers and some other slime molds (Myxomycetes), in Karstenia, vol. 29, n. 1, 1989, pp. 37–44, DOI:10.29203/ka.1989.273.
  15. ^ (EN) Zhulidov DA, Robarts RD, Zhulidov AV, Zhulidova OV, Markelov DA, Rusanov VA e Headley JV, Zinc accumulation by the slime mold Fuligo septica (L.) Wiggers in the former Soviet Union and North Korea, in Journal of Environmental Quality, vol. 31, n. 3, 2002, pp. 1038–42, DOI:10.2134/jeq2002.1038, PMID 12026071.
  16. ^ (EN) Latowski D, Lesiak A, Jarosz-Krzeminska E e Strzalka K, Fuligo septica, as a new model organism in studies on interaction between metal ions and living cells, in Metal Ions in Biology and Medicine and Medicine, vol. 10, 2008, pp. 204–209.
  17. ^ (EN) Pereira EC, Cavalcanti LDH, Campos-Takaki GMD, Nascimento e Silene CD, Antibiotic and cytotoxic activities of crude extracts from Fuligo septica (L.) Wigg. and Tubifera microsperma (Berk. and Curt.) Martin (Myxomycetes), in Revista de Ciencias Biomedicas, n. 13, 1992, pp. 23–32.
  18. ^ (EN) Rahman A., Studies in Natural Products Chemistry, Elsevier, 1988, pp. 237–8, ISBN 0-444-51510-0.
  19. ^ (EN) Shintani A., Toume K., Yamamoto Y. e Ishibashi M., Dehydrofuligoic acid, a new yellow pigment isolated from the myxomycete Fuligo septica f. flava, in Heterocycles, vol. 82, n. 1, 2010, pp. 839–842, ISSN 0385-5414 (WC · ACNP).
  20. ^ (EN) Reimund Kvideland e Henning K. Sehmsdorf, 39. Troll Cat, in Scandinavian Folk Belief and Legend, Minneapolis, Università del Minnesota, 1988, pp. 175–79, ISBN 0816619670.
  21. ^ (EN) Discover Life, Fuligo, su discoverlife.org, 2012. URL consultato il 18 giugno 2024.
  22. ^ (EN) Santili J, Rockwell WJ e Collins RP, The significance of the spore of the Basidiomycetes (mushrooms and their allies) in bronchial asthma and allergenic rhinitis, in Annals of Allergy, vol. 55, n. 3, 1895, pp. 469–71, PMID 4037433.
  23. ^ (EN) Gianini EH, Northy WT e Leathers CR, The allergenic significance of certain fungi rarely reported as allergens, in Annals of Allergy, vol. 35, n. 6, 1975, pp. 372–6, PMID 1239229.
  24. ^ (EN) Lundblad EW, Einvik C, Rønning S, Haugli K e Johansen S, Twelve Group I introns in the same pre-rRNA transcript of the myxomycete Fuligo septica: RNA processing and evolution, in Molecular Biology and Evolution, vol. 21, n. 7, 2004, pp. 1283–93, DOI:10.1093/molbev/msh126, PMID 15034133. URL consultato il 18 giugno 2024.
  25. ^ (EN) Haugen P, Coucheron DH, Rønning SB, Haugli K e Johansen S, The molecular evolution and structural organization of self-splicing group I introns at position 516 in nuclear SSU rDNA of myxomycetes, in Journal of Eukaryotic Microbiology, vol. 50, n. 4, 2003, pp. 283–92, DOI:10.1111/j.1550-7408.2003.tb00135.x, PMID 15132172.

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