Flo Steinberg

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Una foto di Flo Steinberg, editrice della Big Apple Comix, con un manifesto cinematografico

Florence Steinberg (Boston, 17 marzo 1939[1]New York City, 23 luglio 2017[2][3]) è stata un'editrice statunitense.

Nel 1975 è stata l'editrice della prima pubblicazione di fumetti in stile ibrido underground/alternativo Big Apple Comix.

E' stata, durante la Silver Age degli anni '60, una delle protagoniste dell'espansione della Marvel, ricoprendo prima il ruolo di segretaria dell'editore della Marvel Comics Stan Lee, per poi divenire receptionist ed infine responsabile della comunicazione con i fan.

Florence Steinberg è anche apparsa in forma immaginaria nei fumetti Marvel, ha partecipato come ospite a diverse fiere del fumetto e ha ispirato il profilo di una rivista.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Infanzia[modifica | modifica wikitesto]

Florence Steinberg è nata a Boston, in Massachusetts[4] ed è cresciuta nei quartieri di Dorchester e Mattapan.[5] Ha frequentato la Roxbury Memorial High School for Girls, dove ha ricoperto il ruolo di presidente del consiglio studentesco Steinberg. Si è laureata nel 1960 in storia alla University of Massachusetts Amherst,[5] dove è stata membro della sorellanza Sigma Delta Tau. In seguito, mentre lavorava come rappresentante di servizio per la New England Telephone Company, a Boston, fu volontaria per la prima campagna di Ted Kennedy al Senato. Dopo essersi trasferita a New York nel 1963, Steinberg lavorò anche per alla candidatura al Senato di Robert Kennedy.[5]

Carriera[modifica | modifica wikitesto]

Marvel Comics nella Silver Age[modifica | modifica wikitesto]

Steinberg nel 1980

Nel marzo del 1963,[4] Steinberg si trasferì a New York e, come accadeva spesso alle donne a quei tempi, trascorse alcuni mesi vivendo in una YWCA (Young Women's Christian Association), cercando un impiego attraverso l'agenzia per il lavoro. "Dopo un paio di colloqui, sono stata mandata in questa casa editrice chiamata Magazine Management", ha detto in un'intervista del 2002. "Lì ho incontrato un collega di nome Stan Lee che stava cercando quella che allora chiamavano una girl Friday (in italiano "ragazza venerdì", indicando un'impiegata che lavora come assistente amministrativa e svolge una vasta gamma di mansioni diverse per l'azienda). Stan aveva un ufficio individuale in un enorme piano di altri uffici che ospitava le molte sezioni della rivista. Magazine Management ha pubblicato i Marvel Comics così come riviste maschili, cinematografiche, parole crociate, editoria rosa, riviste confessionali e detective stories. Ogni reparto si alternava, un giorno alla settimana, coprendo il centralino quando l'operatore regolare faceva la pausa pranzo".[6]

All'epoca gli unici membri dello staff Marvel erano Lee e Steinberg, mentre il resto del lavoro era affidato a collaboratori esterni.[7] Steinberg ha dichiarato che il direttore di produzione Sol Brodsky "arrivava e costruiva un piccolo tavolo da disegno supplementare dove poter fare gli incollaggi e la grafica per gli annunci".[8] Ha ricordato che il "primo vero Bullpen"[9] è stato creato quando la Marvel ha spostato in centro alcuni uffici dal 655 Madison Avenue al 635 Madison Avenue. "Stan finalmente aveva il suo ufficio. Ero in un grande spazio con le finestre e Sol Brodsky, che ora faceva parte del personale, aveva la sua scrivania".[8] Ha detto che in quel momento "Si era fortunati a guadagnare $60 a settimana di partenza e Stan mi ha offerto 65 dollari, questo fu un grande incentivo per firmare!".[10]

Oltre a svolgere il ruolo di segretaria di Lee, Steinberg ha collaborato e seguito gli artisti per consegnare il loro lavoro entro le scadenze previste, ha risposto alle lettere dei fan, inviando anche ai soci paganti il kit fan-club Merry Marvel Marching Society e spedito le opere alla Comics Code Authority per essere esaminate al fine di portare il sigillo di auto-censura del codice fumettistico del settore.[11] Ha anche dovuto incontrare i fan non invitati che sarebbero apparsi in ufficio, sperando d'incontrare i creatori di fumetti. "Le persone hanno iniziato a venire in ufficio. E dovevo andare a vedere cosa volevano. I bambini piccoli cercavano di correre da me e dovevo fare un giro con loro. Tutti pensavano che fosse bello il fatto che i bambini si avvicinassero, ma allo stesso tempo, il nostro era un business".[12]

L'artista Jim Mooney una volta ha ricordato:

(EN)

«She was wonderful! You’d go to DC and it was a business-like thing and I’d come out of there and I’d feel, “Oh God, I need a drink.” <laughter> I’d go to Marvel and I’d come in and Flo would say “Hello Jim! Oh, I’ll call Stan right away! Stan!!! Jim Mooney is here!!!” And I’d think ‘Oh my God, who am I? I’m a celebrity’. <laughter> She was great. It wasn’t just me, believe me, it was everybody and anybody, but I still felt well it was really just me.»

(IT)

«Era meravigliosa! Si andava in DC Comics ed era una cosa simile a un business, uscivo da lì e sentivo: "Oh, Dio, ho bisogno di un drink" <risata> Andavo alla Marvel e entravo e Flo diceva: "Ciao, Jim! Oh, chiamerò subito Stan! Stan! Jim Mooney è qui!" E penso: "Oh Dio mio, chi sono io? Sono una celebrità" <risata> Lei era grande. Non si trattava solo di me, credetemi, era così per tutti, ma mi sentivo, beh, come se si trattasse di me.»

La tuttofare Steinberg (che aveva il soprannome di Fabulous Flo) ha detto:

(EN)

«She became so overwhelmed with the fan mail and the Merry Marvel Marching Society fan club that Stan started. There was just so much work! I need extra help and had gotten this wonderful letter from a college girl in Virginia by the name of Linda Fite. She came up and was hired to help me out, though she eventually went on to do writing and production work»

(IT)

«Sono rimasta così sopraffatta dalla posta dei fan e dal fan club Marvel Marching Society che Stan ha iniziato. C'era così tanto lavoro! Avevo bisogno di ulteriore aiuto e avevo ricevuto questa meravigliosa lettera da una studentessa di un college in Virginia di nome Linda Fite. Lei è venuta su ed è stata assunta per assistermi in questo, anche se alla fine ha cominciato a scrivere e fare il lavoro di produzione»

Steinberg si è avvicinata alla scena dell'underground fumettistico dopo aver incontrato e fatto amicizia con Trina Robbins, che era andata negli uffici della Marvel per intervistare Lee per il magazine alternativo Los Angeles Free Press. Attraverso di lei, Steinberg ha conosciuto i collaboratori dell'East Village Other, il giornale alternativo di New York City, e ha incontrato i cartonisti underground.

La giornalista Robin Green, subentrata a Steinberg alla Marvel nel 1968, scrisse su Rolling Stone:

(EN)

«It was three years ago that I went to work at Marvel Comics. I replaced Flo, whose place I really couldn't take. Fabulous Flo Steinberg, as she was known to her public, was as much an institution in Marvel's Second Golden Age as Editor Stan (The Man) Lee himself. She joined Marvel just after Stan had revolutionized the comic industry by giving his characters dimension, character, and personality, and just as Marvel was catching on big.»

(IT)

«Tre anni fa sono stata a lavorare alla Marvel Comics. Ho sostituito Flo, di cui non potevo proprio prendere il posto. Favolosa Flo Steinberg, come lei era conosciuta al suo pubblico, era un'istituzione nella Second Golden Age della Marvel quanto il redattore Stan Lee stesso. Si unì alla Marvel subito dopo che Stan aveva rivoluzionato l'industria dei fumetti, dando ai suoi personaggi dimensione, carattere e personalità, e proprio mentre la Marvel stava prendendo piede.»

Carriera successiva[modifica | modifica wikitesto]

Steinberg ha lasciato la Marvel nel 1968. "Ero stanca. Gli ultimi anni sono stati così lunghi perché la posta dei fan è stata travolgente. Arrivavano dei sacchi e tutte le lettere dovevano essere accettate".[15] La posizione stessa, anche dopo cinque anni, non era particolarmente ben pagata, e Steinberg ha abbandonato dopo non aver ricevuto un aumento di 5 dollari.[16][17] Marie Severin, ricordando il giorno della festa per la partenza di Steinberg, osserva nel 2002:

(EN)

«I think the stupidest thing Marvel ever did was not give her a raise when she asked for it because she would have been such an asset to have around later because she's so honest and decisive. I was thinking, "What the hell is the problem with these people? She's a personality. She knows what she's doing. She handles the fans right. She's loyal to the company. Why the hell won't they give her a decent raise? Dummies."»

(IT)

«Penso che la cosa più stupida che la Marvel abbia mai fatto sia stata non darle un aumento quando lo ha chiesto perché sarebbe stata una risorsa da tenere attorno successivamente perché è così onesta e decisiva. Stavo riflettendo: " Che problema c'è con queste persone? Lei è una personalità. Sa cosa sta facendo. Lei gestisce correttamente i fan. È fedele all'azienda. Perché non le danno un aumento decente? Tonti".»

Una pagina dei Marvel Bullpen Bulletins nei fumetti della Marvel con data di copertina febbraio 1969 e necessariamente scritta due o tre mesi prima osservava che Steinberg "ha un nuovo grande lavoro al Rockefeller Center".[19] Lavorando per il gruppo commerciale American Petroleum Institute, ha curato opuscoli e manuali tecnici per 2 anni e mezzo, per poi abbandonare nel momento in cui l'organizzazione si trasferì a Washington D.C..[20] Da allora era diventata amica dei fumettisti underground di New York, tra cui Trina Robbins, Kim Deitch, Michelle Brand e Roger Brand.[20] Dopo il trasferimento di questi artisti a San Francisco, il centro della scena underground fumettistica, Steinberg nella seconda metà del 1970 si è trasferita in California.[20][21] Qui ha fatto amicizia con fumettisti tra cui Art Spiegelman e ha lavorato per la San Francisco Comic Book Company di Gary Arlington, finendo per lasciare la città dopo un anno.[20] Steinberg si trasferì per un breve periodo dalla sua famiglia a Boston e poi tornò a New York. Lì, ricordava nel 1984, la sua amica artista Marvel Herb Trimpe: "aveva uno studio a Manhattan che non utilizzava, così sono rimasta e ho cercato lavoro".[20] Steinberg trovò lavoro nella Capitan Company, la divisione vendite per corrispondenza della rivista di fumetti horror della Warren Publishing, rimanendo lì per tre anni.[20][22]

Ha parlato ad una conferenza del 1974 a New York di Comic Art Convention sul ruolo delle donne nel fumetto, a fianco di Marie Severin, Jean Thomas (a volte collaboratrice dell'allora marito Roy Thomas) e della rappresentante dei fan Irene Vartanoff.[23]

Nel 1975, Steinberg ha pubblicato Big Apple Comix, un collegamento cruciale tra il fumetto underground e i fumetti indipendenti moderni, con i contribuenti che includono talenti mainstream come Neal Adams, Archie Goodwin, Dennis O'Neil, Al Williamson, e Wally Wood.[24][25] Il critico Ken Jones, in una recensione retrospettiva del 1986, ha suggerito che Big Apple Comix e High Adventure di Mark Evanier possono essere stati "i primi veri fumetti alternativi".[26]

Dal 1984, ha diretto la redazione dell'Arts Magazine di Manhattan.[27] Negli anni '90, Steinberg è tornata a lavorare per la Marvel come revisore e ha continuato a ricoprire questo incarico fino al 2017, almeno come part-time.[28]

Morte[modifica | modifica wikitesto]

Steinberg è morta il 23 luglio 2017 a New York City,[29] a causa di complicazioni causate da un aneurisma cerebrale e da un cancro metastatico ai polmoni.[30] In una dichiarazione, la Marvel ha elogiato Florence Steinberg per essere "stata sempre il cuore della Marvel e una leggenda a sé".[3]

Omaggi[modifica | modifica wikitesto]

A fianco di Stan Lee, Jack Kirby e Sol Brodsky[31], Leo Steinberg, nei panni della Ragazza Invisibile, è protagonista del fumetto What If #11 (ottobre 1978), scritto e disegnato da Kirby.[32]

Nella serie Ultimate Fantastic Four #28 (maggio 2006), lo scrittore Mark Millar ha aggiunto un piccolo tributo a Steinberg: nel fumetto lei ricopre il ruolo di segretaria del presidente Thor, in una terra popolata quasi interamente da supereroi. In una breve scena ammonisce la Torcia Umana di non bruciare il tappeto, a cui lui risponde: "Lo so, lo so. Non c'è bisogno di essere una tale lagna, Miss Steinberg".[33]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Doc V, "Fabulous" Flo Steinberg (1939-2017), su Timely-Atlas-Comics, 28 luglio 2017. URL consultato il 20 agosto 2018 (archiviato il 22 agosto 2018).
  2. ^ (EN) Rachel DeSantis, ‘Fabulous Flo’ Steinberg of Marvel comics fame has died, in NY Daily News, 23 luglio 2017. URL consultato il 20 agosto 2018 (archiviato il 23 luglio 2017).
  3. ^ a b Ben Morse, Marvel Mourns the Loss of Flo Steinberg, su Marvel, 23 luglio 2017. URL consultato il 20 agosto 2018 (archiviato il 23 luglio 2017).
  4. ^ a b Jim Salicrup e Dwight Jon Zimmerman, Fabulous Flo Steinberg, in Comics Interview, vol. 17, New York City, Fictioneer Books, novembre 1984, p. 59.
  5. ^ a b c Flo Steinberg Interview: Absolutely Fabulous, in Comic Book Artist, vol. 18, aprile 2002, p. 9-B.
  6. ^ Flo Steinberg Interview: Absolutely Fabulous, in Comic Book Artist, vol. 18, aprile 2002, p. 9/10-B.
  7. ^ Jim Salicrup e Dwight Jon Zimmerman, Fabulous Flo Steinberg, in Comics Interview, vol. 17, New York City, Fictioneer Books, novembre 1984, p. 60.
  8. ^ a b c Flo Steinberg Interview: Absolutely Fabulous, in Comic Book Artist, vol. 18, aprile 2002, p. 10-B.
  9. ^ Lo spazio che gli artisti hanno a disposizione per fare correzioni, preparare le opere d'arte per la stampa, e, come in seguito si immaginerà nelle pagine delle lettere della Marvel e nei Bullpen Bulletins, una club house mitologica in cui artisti come Lee, Jack Kirby, Steve Ditko, Don Heck e altri si sarebbero trovati a divertirsi.
  10. ^ Jim Salicrup e Dwight Jon Zimmerman, Fabulous Flo Steinberg, in Comics Interview, vol. 17, New York City, Fictioneer Books, novembre 1984, p. 65.
  11. ^ Jim Salicrup e Dwight Jon Zimmerman, Fabulous Flo Steinberg, in Comics Interview, vol. 17, New York City, Fictioneer Books, novembre 1984, pp. 63, 65 e 67.
  12. ^ Jim Salicrup e Dwight Jon Zimmerman, Fabulous Flo Steinberg, in Comics Interview, vol. 17, New York City, Fictioneer Books, novembre 1984, p. 61.
  13. ^ Daniel Best, Jim Mooney, su Adelaide Comics and Books, 17 luglio 2011. URL consultato il 21 agosto 2018 (archiviato dall'url originale il 17 luglio 2011).
  14. ^ (EN) Robin Green, Marvel Comics: Face Front, in Rolling Stone, 16 settembre 1971. URL consultato il 21 agosto 2018.
  15. ^ Flo Steinberg Interview: Absolutely Fabulous, in Comic Book Artist, vol. 18, aprile 2002, p. 18-B.
  16. ^ Roy Thomas Talks About Writing — and Editing — for Marvel During the 1970s (PDF), su twomorrows.com, 3 n° 70, Alter Ego, luglio 2007, p. 83. URL consultato il 22 agosto 2018 (archiviato il 25 novembre 2009).
  17. ^ Jim Salicrup e Dwight Jon Zimmerman, Fabulous Flo Steinberg, in Comics Interview, vol. 17, New York City, Fictioneer Books, novembre 1984, p. 67-68.
  18. ^ Marie Severin intervistata su Flo Steinberg, in Comic Book Artist, vol. 18, aprile 2002, p. 9/10-B.
  19. ^ Marvel Bullpen Bulletins page, "Sensational Scoops to Startle, Stun, and Soothe You!", in The Incredible Hulk, vol. 2, #112, febbraio 1969.
  20. ^ a b c d e f Jim Salicrup e Dwight Jon Zimmerman, Fabulous Flo Steinberg, in Comics Interview, vol. 17, New York City, Fictioneer Books, novembre 1984, p. 68.
  21. ^ Bhob Stewart e Michael Catron, The Life and Legend of Wallace Wood, vol. 1, Fantagraphics Books, 2016, p. 218, ISBN 9781606998151, OCLC 881207841.
  22. ^ David Roach e Jon B. Cooke, The Warren Companion: The Definitive Compendium to the Great Comics of Warren, TwoMorrows Publishing, 2001, p. 136, ISBN 189390508X, OCLC 51981209.
  23. ^ Frank Lovece e Paul Kowtiuk, Cons: New York 1974!, collana The Journal Summer Special, Maple Leaf Publishing, 1974.
  24. ^ Big Apple Productions, 1975 Series, su Comics.it. URL consultato il 22 agosto 2018 (archiviato il 22 ottobre 2012).
  25. ^ Richard J. Arndt, Big Apple Comix, su The Early Independents. URL consultato il 22 agosto 2018 (archiviato il 16 luglio 2011).
  26. ^ Lee Dunchak, Buried Treasures of the Month, su CosmicComix.con, The Back Issue Bin, 29 ottobre 2007. URL consultato il 22 agosto 2018 (archiviato dall'url originale il 29 ottobre 2007).
  27. ^ Jim Salicrup e Dwight Jon Zimmerman, Fabulous Flo Steinberg, in Comics Interview, vol. 17, New York City, Fictioneer Books, novembre 1984, p. 73-74.
  28. ^ Ryan Penagos, Flo worked with Stan, Jack, Steve and the rest of the original Marvel Comics team. And she was still coming in to proofread recently., in Twitter, 23 luglio 2017. URL consultato il 22 agosto 2018 (archiviato il 23 luglio 2017).
  29. ^ (EN) Obituary for Florence "Flo" Steinberg, su H.B. Humiston Funeral Home, Kerhonkson, NY. URL consultato il 21 agosto 2018 (archiviato il 10 luglio 2018).
  30. ^ Rachel DeSantis, ‘Fabulous Flo’ Steinberg of Marvel comics fame has died, su NY Daily News, 23 luglio 2017. URL consultato il 22 agosto 2018 (archiviato il 23 luglio 2017).
  31. ^ Tutti trasformati in versione Marvel Bullpen dei Fantastici Quattro
  32. ^ (EN) Tom Brevoort, What If #11 (ottobre 1978), su Comics Bulletin, Brevoort's History of Comics, 30 luglio 2002. URL consultato il 22 agosto 2018 (archiviato dall'url originale il 18 gennaio 2011).
  33. ^ Mark Millar, Ultimate Fantastic Four #28, vol. 1, Marvel, 2006.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Lettera al direttore, Inside Comics #2 (estate 1974)
  • Trina Robbins, Women and the Comics, Eclipse Books, giugno 1985, p. 104, ISBN 0913035025, OCLC 12484379.
  • A Jack Kirby tribute, in The Comics Journal, vol. 167, aprile 1994, pp. 1-19. Brevi omaggi da parte di molti professionisti del fumetto, tra cui Steinberg
  • Trina Robbins, The Great Women Superheroes, Kitchen Sink Press, novembre 1996, pp. 129, 133, ISBN 0878164839, OCLC 34722579.
  • Les Daniels, Marvel: Five Fabulous Decades of the World's Greatest Comics, Harry N Abrams Inc, gennaio 1998, pp. 103–105, 107, 128, ISBN 0810925664, OCLC 29203124.
  • Interview with the Invisible Woman, Flo Steinberg, in Jack Kirby Collector, vol. 18, gennaio 1998, pp. 45-46.
  • Special Fabulous Flo Steinberg Celebration, in Comic Book Artist, vol. 18, aprile 2002.

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