Ferrovia Marmifera Privata di Carrara

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Template:Infobox Linea ferroviaria La Ferrovia Marmifera di Carrara è stata una ferrovia privata a scartamento normale, adibita esclusivamente al trasporto dei marmi bianchi dalle cave del Comune di Carrara alle zone di smistamento della pianura di Avenza e del Porto di Carrara. La ferrovia ha operato ininterrottamente dal 1876 al 1964, quando fu chiusa a seguito della concorrenza del trasporto su gomma.

Storia

viadotto ferroviario dismesso di Vara

La Ferrovia Marmifera nacque a partire dall'iniziativa di una società a capitale privato formata dal cavaliere fiorentino Giuseppe Troyse-Barba, dal segretario comunale di Carrara Giuseppe Fossati e dall'ingegnere del Comune di Carrara che nel 1866 ricevettero la concessione per la costruzione. Dopo la morte di Troyse-Barba e la cessione di varie quote di capitale si arrivò nel 1874 alla fondazione della vera e propria Società Ferrovia Marmifera Privata di Carrara.

Il primo progetto esecutivo per la costruzione della ferrovia fu elaborato nel 1869 dagli ingegneri Pietro Ganzoni e Carlo Willy e portò alla realizzazione dei primi due tronchi della ferrovia (20 km in totale) che furono inaugurati il 19 agosto del 1876. Questi due tronchi collegavano il porto di Marina di Carrara alle pendici dei bacini di escavazione (il capolinea era nella zona chiamata "Piastra") e nella zona tra Carrara e Avenza (fra le stazioni di Avenza e di San Martino) si raccordavano ad un tratto di ferroviario preesistente lungo circa 5 km gestito dalle Ferrovie dell'Alta Italia.

Un successivo ampliamento verso le regioni di escavazione (cave di Gioia, Ravaccione-Polvaccio, Colonnata) fu proposto nel 1885 da parte degli ingegneri Sartorio e Leoni. I lavori iniziarono nel 1887 e il nuovo ramo venne inaugurato il 15 maggio del 1890. Con questo ampliamento la ferrovia riuscì ad accelerare notevolmente i tempi di spostamento dei marmi verso il mare e rappresentò la prima alternativa meccanizzata agli antichi metodi di movimentazione dei blocchi, che storicamente venivano trasportati con carri trainati da buoi e con la lizzatura.

La ferrovia si affermò rapidamente ottenendo quote sempre maggiori di mercato nel trasporto del marmo. Si può affermare che, a parte una breve flessione indotta dalle requisizioni di mezzi durante la Prima guerra mondiale, la Ferrovia Marmifera continuò a espandere il proprio fatturato fino alla fine degli anni venti del XX secolo, quando gli effetti della crisi economica del 1929 contrassero considerevolmente il mercato del marmo. Il massimo periodo di attività venne raggiunto nel 1923, con circa 500.000 tonnellate di marmo trasportato all'anno su 33 km totali di percorso tra linea e raccordi. Con la Seconda guerra mondiale la linea subì pesanti danni a causa dei bombardamenti e dei sabotaggi, portando la Società Marmifera prossima al fallimento.

Nel dopoguerra i tracciati principali vennero ricostruiti, ma la concorrenza sempre più forte costituita dal trasporto su gomma decretò l'obsolescenza dell'intero sistema ferroviario, che venne definitivamente chiuso e smantellato a partire dal 15 maggio 1964.

Viadotto in salita

Percorso, stazioni e fermate

0,00 Colonnata


1,00 Tarnone


Raccordo per Fantiscritti


4,00 Miseglia Superiore


Raccordo per Piastra


6,00 Torano


8,00 Miseglia Inferiore


9,00 Carrara - Monterosso


10,50 Carrara San Martino


Linea per Genova


13,00 Carrara - Avenza


Linea per Pisa


Autostrada A12


16,50 Marina di Carrara

Caratteristiche

La ferrovia venne esercita con trazione a vapore. Il percorso partendo dal basso scavalcava la Ferrovia Tirrenica e, sempre in salita, raggiungeva la sua quota massima in località Ravaccione, a 445 m sul livello del mare, affrontando una pendenza massima del 58 per mille.

Lungo tutto il percorso si contavano almeno 11 tra stazioni e piazzali di caricamento (Avenza, Carrara San Martino, Colonnata, Fantiscritti, Gioia, Marina di Carrara - porto, Miseglia Bassa, Monterosso, Ravaccione, Tarnone, Torano - Piastra).

Molte delle opere di ingegneria civile che furono realizzate per la costruzione della ferrovia sono esistenti ancora oggi; alcune di esse sono adibite alla circolazione stradale. Tra esse si ricordano la galleria tra Fantiscritti e Ravaccione, i ponti di Vara, i ponti in ferro di Vezzala e Ravaccione, i viadotti di Miseglia.

Sulla ferrovia marmifera vennero utilizzate inizialmente locomotive a vapore costruite in Germania dagli stabilimenti di Krauss, Henschel e Hanomag; successivamente vennero sostituite da modelli fabbricati dagli stabilimenti Ansaldo e Breda.

Dalla fine degli anni '50, in un tentativo di ammodernare la linea, vennero acquistate anche alcune locomotive diesel modello Ranzi RI 100, che operarono negli ultimi anni di attività della ferrovia.

Bibliografia

  • Elena Tarabella, La ferrovia marmifera privata di Carrara, Università di Pisa, Pisa, 1986.

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Collegamenti esterni

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