Felice Mazzetti

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Felice Mazzetti
NascitaSan Urbano, Argentina, 16 aprile 1897
Morte25 agosto 1943
Cause della morteCaduto in combattimento
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegio Esercito
Regia Aeronautica
ArmaFanteria
Anni di servizio1915-1943
GradoTenente colonnello pilota
GuerrePrima guerra mondiale
Guerra d'Etiopia
Seconda guerra mondiale
CampagneArbegnuoc
BattaglieBattaglia di Mai Ceu
Decorazionivedi qui
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Felice Mazzetti (San Urbano, 16 aprile 189725 agosto 1943) è stato un militare e aviatore italiano, decorato con quattro Medaglie d'argento al valor militare nel corso della prima guerra mondiale, della guerra d'Etiopia e della seconda guerra mondiale.

Nacque a San Urbano, nella Repubblica Argentina, il 16 aprile 1897, figlio di Grato. Dopo l'entrata in guerra del Regno d'Italia, avvenuta il 24 maggio 1915, si arruolò nel Regio Esercito. Promosso sottotenente, nell'agosto 1917, assegnato alla 1096ª Compagnia mitragliatrici, fu insignito con la prima medaglia d'argento al valor militare. Dopo la fine della Grande Guerra transitò in servizio nella Regia Aeronautica. Richiamato in servizio allo scoppio della guerra d'Etiopia partecipò alla operazioni belliche e alle successive prime operazioni di grande polizia coloniale, e venendo insignito di altre due medaglie d'argento al valor militare. Promosso tenente colonnello, nel corso della seconda guerra mondiale fu comandante del 145° Gruppo T (604ª e 610ª Squadriglia).[1] Alle 5:55 del 13 aprile 1942 egli decollò da Derna al comando di due Savoia-Marchetti S.M.82[N 1] scortati da 6 Messerschmitt Bf 110 e 3 Bf 109 per attaccare un campo trampolino britannico.[2] Alle 7:22 i due S.M.82 Marsupiale e tre Bf 110 atterrano sul capo trampolino britannico sito a 270 km a sud-sud-est di Derna e a 120 km a nord-ovest di Giarabub dove trovano tre aerei nemici incidentati, grandi quantità di carburante, olio lubrificante e riserve di viveri a secco.[3] Organizzata la difesa degli aerei, fu distrutto tutto ciò che si trovava in un raggio di tre chilometri e poi la formazione decollò alle 10:22 rientrando a Derna alle 11:40.[3]

Nel maggio 1942, su richiesta della 5ª Squadra aerea, un velivolo Savoia-Marchetti S.M.83 fu assegnato alla 610ª Squadriglia del 145° Gruppo T sull'aeroporto di Castel Benito, in Libia.[4] Questo velivolo era destinato ad una importante missione di ricognizione fra la costa atlantica della Guinea e l'Alto Egitto.[5] Il 18 maggio egli decollò con lo S.M.83, insieme al tenente Umberto Allevi, al sottotenente motorista Piccaglia e al primo aviere Zallocco, per trasferirsi con un volo di due ore e dieci minuti a Sebha, e da lì in un'altra ora di volo a Gatrun.[5] Il giorno dopo decollò da Gatrun e con un volo di andata e ritorno di 9 ore e 25 minuti di volo sorvolò il lago Ciad eseguendo la ricognizione fotografica.[5] Il 20 maggio l'aereo raggiunse Hon con un volo di due ore, proseguendo poi per Bengasi raggiunta in altre due ore.[5] Il 21 maggio il velivolo rientra a Castel Benito in due ore e dieci minuti di volo.[5] L'equipaggio e l'aereo tornano in Italia il 18 novembre.[5] Decorato con la quarta medaglia d'argento al valor militare, decedette il 25 agosto 1943.

Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Col suo contegno calmo e sprezzante del pericolo, dava costante mirabile esempio ai dipendenti. Cooperava efficacemente a respingere un forte contrattacco nemico, e sebbene ferito non si allontanava dalla linea che dopo tornata la calma e ricevutone l'ordine dal comandante di compagnia. Korite, 21-24 agosto 1917.[6]»
— Regio Decreto 14 agosto 1936.[7]
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Capitano pilota di complemento, volontario proveniente dall'estero. Comandante di pattuglia nei bombardamenti effettuati durante le battaglie del Tembien, dello Scirè, dell'Endertà e del Lago Ascianghi, dava prova di sereno ardimento e di sprezzo del pericolo procurando con le sue azioni a volo rasente forti perdite al nemico. Durante la battaglia dell'Ascianghi colpito da 52 proiettili in parti vitali dell'apparecchio era costretto ad atterrare tra i nostri avamposti. Con grande perizia riusciva ad effettuare la manovra in zona impervia e montana, senza recare danno all'equipaggio e al materiale. Dopo una riparazione di fortuna ripartiva con il carico di esplosivo rimasto, per lanciarsi nuovamente sull'avversario. Cielo dell'Etiopia, gennaio-maggio 1936
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Capitano pilota richiamato dall'estero ha confermato in quindici mesi tra campagna e operazioni di polizia coloniale le sue doti di combattente sereno e audace già appalesatosi nella guerra mondiale. Sempre primo in ogni rischiosa impresa, esempio luminoso di amor patrio, di dedizione, di ragionato coraggio. Durante la battaglia di Mai Ceu, sebbene più volte e seriamente colpito, ha fatto rifulgere maggiormente le sue doti di comandante sereno, calmo e di combattente ardito, dimostrando ammirevole tempra di soldato tutto dedito all'ideale di sacrificio per la grandezza della Patria. Fulgido esempio di comandante e di combattente pronto ad ogni cimento. Cielo dell'Impero, gennaio 1936-marzo 1937
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante di un gruppo trasporti si offriva volontario per effettuare un insieme di rischiose missioni di guerra. Sfidando le incognite dell'atterramento e della sosta in territorio desertico controllato da mezzi meccanizzati nemici, consentiva l'espletamento di una azione intesa a distruggere i rifornimenti di un campo trampolino britannico. Inoltre effettuava un volo di ricognizione di oltre tremila chilometri nel cuore dell'Africa Occidentale Francese e guidava i suoi equipaggi in bombardamenti su munite basi navali nemiche. Esempio di cosciente ardimento e di completa dedizione al dovere. Cielo del Sahara-Marmarica-Egitto, aprile-giugno 1942
— Regio Decreto 1 marzo 1943.[8]
Ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italia - nastrino per uniforme ordinaria

Onorificenze estere

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Commendatore dell'Ordine dell'Aquila tedesca - nastrino per uniforme ordinaria
  1. ^ Si trattava di un velivolo della 604ª e di uno della 610ª Squadriglia. Sul velivolo della 604ª trovavano posto 1 ufficiale, 20 carabinieri o avieri armati, 4 guastatori tedeschi, 1 motocicletta, 4 mitragliatrici pesanti e 2 leggere.
  1. ^ Brotzu, Cosolo 1975, p. 56.
  2. ^ Brotzu, Cosolo 1976, p. 20.
  3. ^ a b Brotzu, Cosolo 1976, p. 21.
  4. ^ Brotzu, Caso, Cosolo 1975, p. 72.
  5. ^ a b c d e f Brotzu, Caso, Cosolo 1975, p. 73.
  6. ^ Medaglia d'argento al valor militare Felice Mazzetti (JPG), su decoratialvalormilitare.istitutonastroazzurro.org, Istituto del Nastro Azzurro. URL consultato il 17 settembre 2023.
  7. ^ Bollettino Ufficiale 18 dicembre 1918, dispensa 84, pag. 6619.
  8. ^ Bollettino ufficiale 1943 dispensa 5ª, registrato alla Corte dei conti addì 30 marzo 1943, registro 18 Aeronautica, foglio n.337
  • Emilio Brotzu e Gherardo Cosolo, Dimensione cielo aerei italiani nella seconda guerra mondiale. Vol.8, Roma, Edizioni Bizzarri, 1975.
  • Emilio Brotzu, Michele Caso e Gherardo Cosolo, Aerotrasporti italiani nella seconda guerra mondiale. Vol.7, Roma, Edizioni Bizzarri, 1975.
  • Emilio Brotzu e Gherardo Cosolo, Dimensione cielo aerei italiani nella seconda guerra mondiale. Vol.9, Roma, Edizioni Bizzarri, 1976.
  • Alessandro Fraschetti, La prima organizzazione dell'Aeronautica Militare in Italia 1884-1925, Roma, Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare, 1986.
  • Vincenzo Lioy, L'Italia in Africa. L'opera dell'Aeronautica (1919-1937) Vol.2, Roma, Istituto Poligrafico dello Stato, 1965.
Periodici
  • Nico Sgarlato, Le Aquile dell'Impero, in Ali di Gloria, n. 3, Parma, Delta Editrice, aprile-maggio 2012.