Falluja

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Disambiguazione – "Fallujah" rimanda qui. Se stai cercando altri significati, vedi Fallujah (disambigua).
Falluja
città
الفلوجة
Falluja – Veduta
Falluja – Veduta
Localizzazione
StatoBandiera dell'Iraq Iraq
Governatoratoal-Anbar
Distrettoal-Fallujah
Territorio
Coordinate33°21′N 43°47′E / 33.35°N 43.783333°E33.35; 43.783333 (Falluja)
Altitudine43 m s.l.m.
Abitanti425 774 (2003)
Altre informazioni
Cod. postale31002
Fuso orarioUTC+3
Cartografia
Mappa di localizzazione: Iraq
Falluja
Falluja

Falluja (in arabo الفلوجة?, al-Fallūja; talvolta scritta come Fallujah o Fallugia) è una città del governatorato di al-Anbar in Iraq, situata sull'Eufrate, circa 69 km ad ovest di Baghdad.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Falluja ai tempi di Babilonia ospitò un'importante accademia ebraica per vari secoli. Crebbe da piccola città nel 1947 a una popolazione di 425 774[1] abitanti nel 2003, prima dell'inizio della guerra. In Iraq è conosciuta come la "città delle moschee" per le oltre 200 moschee nella città e nei villaggi circostanti. È uno dei luoghi più importanti per l'Islam sunnita nella regione.

Nel 2003 è stata coinvolta nella seconda guerra del Golfo. Considerata dal comando angloamericano una irriducibile roccaforte degli insorti sunniti e degli elementi della resistenza irachena, fu teatro di alcuni dei più aspri e violenti combattimenti urbani del conflitto, con un numero elevatissimo di vittime civili. Nel 2004 l'uccisione e lo scempio dei cadaveri di 4 operatori di sicurezza dell'agenzia militare privata Blackwater in un'imboscata a Falluja spinse le forze militari statunitensi ad avviare un'ampia operazione per riprendere il controllo militare sulla città (prima battaglia di Falluja).

La guerra ha danneggiato circa il 60% degli edifici di cui il 20% totalmente distrutti, incluse 60 moschee della città provocando un elevato numero di vittime. La popolazione attuale è sconosciuta, ma si stima che nel 2006 gli abitanti fossero 250 000-300 000.[2] L'utilizzo di ordigni al fosforo bianco su Falluja durante la seconda guerra del Golfo è stato al centro di polemiche, scaturite nel novembre 2005 da un servizio giornalistico di Rainews24.[3][4]

Il 5 gennaio 2014, dopo 6 giorni di scontri e più di 60 morti, la città viene conquistata dai miliziani dello Stato Islamico dell'Iraq e del Levante (ex affiliato di Al-Qaeda), che issano le bandiere nere, simbolo del gruppo terroristico, nel centro della città.

Il 23 marzo 2016 inizia un'operazione da parte dell'esercito iracheno per liberare i villaggi attorno a Falluja. Il 30 marzo, con la copertura aerea dell'esercito statunitense, le forze irachene entrano in città. Il 27 giugno viene considerata dall'esercito iracheno ufficialmente liberata.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Al-Anbar Province - Town Population table, su iraqcoalition.org, www.archive.org, 15 dicembre 2006. URL consultato il 22 dicembre 2009 (archiviato dall'url originale il 15 dicembre 2006).
  2. ^ (EN) Fallujah Once Again Beset by Violence, su globalpolicy.org, McClatchy Washington Bureau, 26 novembre 2006. URL consultato il 22 dicembre 2009.
  3. ^ Iraq, la strage nascosta, su rainews24.rai.it, Rai News 24. URL consultato il 28 dicembre 2007 (archiviato dall'url originale il 26 gennaio 2006).
  4. ^ Usa spararono armi chimiche su Falluja, in Corriere della sera.it. URL consultato il 28 dicembre 2007.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN153808207 · LCCN (ENn2003122051 · BNF (FRcb155840606 (data) · J9U (ENHE987007484865405171