Elachanthemum intricatum

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Elachanthemum intricatum
Immagine di Elachanthemum intricatum mancante
Classificazione APG IV
DominioEukaryota
RegnoPlantae
(clade)Angiosperme
(clade)Mesangiosperme
(clade)Eudicotiledoni
(clade)Eudicotiledoni centrali
(clade)Superasteridi
(clade)Asteridi
(clade)Euasteridi
(clade)Campanulidi
OrdineAsterales
FamigliaAsteraceae
SottofamigliaAsteroideae
TribùAnthemideae
cladeAsian-southern African grade
SottotribùArtemisiinae
Genere Elachanthemum
Y.Ling & Y.R.Ling, 1978
Specie E. intricatum
Classificazione Cronquist
DominioEukaryota
RegnoPlantae
DivisioneMagnoliophyta
ClasseMagnoliopsida
SottoclasseAsteridae
OrdineAsterales
FamigliaAsteraceae
SottofamigliaAsteroideae
TribùAstereae
Genere Elachanthemum
Specie E. intricatum
Nomenclatura binomiale
Elachanthemum intricatum
(Franch.) Y.Ling & Y.R.Ling, 1978

Elachanthemum intricatum (Franch.) Y.Ling & Y.R.Ling, 1978 è una specie di piante angiosperme dicotiledoni della famiglia delle Asteraceae, sottofamiglia Asteroideae, tribù Anthemideae (clade Asian-southern African grade) e sottotribù Artemisiinae. Elachanthemum intricatum è anche l'unica specie del genere Elachanthemum Y.Ling & Y.R.Ling, 1978.[1][2][3][4]

Il nome generico (Elachanthemum) deriva da due parole greche "elachy" (= piccolo, minuto) e "anthemus" (= fiore, fiorito).[5] L'epiteto specifico ( intricatum) deriva dal latino e significa "aggrovigliato, intricato".[6]

Il nome scientifico della specie è stato definito dai botanici Adrien René Franchet (1834-1900), Yong Ling (1903-1981) e Yeou Ruenn Ling (1937-) nella pubblicazione " Acta Phytotaxonomica Sinica. [Chih su fen lei hsüeh pao.]. Beijing" (Acta Phytotax. Sin. 16(1): 63) del 1978.[7] Il nome scientifico del genere è stato definito nella stessa pubblicazione.

Portamento. Le specie di questa voce è un'erba annuale.[8][9][10][11][12][4]

Fusto. La parte aerea in genere è eretta, semplice o ramosa.

Foglie. Le foglie lungo il caule sono disposte in modo alterno con lamina intera o lobata o 1-3-pennatosette.

Infiorescenza. Le sinflorescenze sono formate da capolini raccolti in modo corimboso lasso. Le infiorescenze vere e proprie sono composte da un capolino terminale peduncolato di tipo discoide. I capolini sono formati da un involucro, con forme da emisferiche a suborbicolari, composto da diverse brattee, al cui interno un ricettacolo fa da base ai fiori di due tipi: fiori del raggio (qui assenti) e fiori del disco. Le brattee, piatte e a consistenza erbacea, sono disposte in modo più o meno embricato su più serie (da 3 a 4). Il ricettacolo, subconico, è sprovvisto di pagliette avvolgenti la base dei fiori. Le brattee al margine sono ampiamente scariose.

Fiori. I fiori sono tetra-ciclici (formati cioè da 4 verticilli: calicecorollaandroceogineceo) e pentameri (calice e corolla formati da 5 elementi). Si distinguono in:

  • fiori del raggio (esterni): sono assenti;
  • fiori del disco (centrali): sono numerosi con forme brevemente tubulose (attinomorfe); sono ermafroditi fertili (quelli più interni sono sterili).
*/x K , [C (5), A (5)], G 2 (infero), achenio[13]
  • Corolla: (solo fiori del disco) la forma è tubulare bruscamente divaricata in 5 lobi; i lobi, patenti o eretti, hanno una forma deltata o più o meno lanceolata; il colore in genere è giallo.
  • Androceo: l'androceo è formato da 5 stami (alternati ai lobi della corolla) sorretti da filamenti generalmente liberi e sottili; gli stami sono connati e formano un manicotto circondante lo stilo. Le antere possono essere sia di tipo basifissa che medifissa (ossia attaccate al filamento per la base – nel primo caso; oppure in un punto intermedio – nel secondo caso).[14] Questa caratteristica ha valore tassonomico in quanto distingue i generi gli uni dagli altri. Normalmente le antere variano da ottuse (arrotondate) a leggermente appuntite alla base (o anche caudate); in alcune piante le appendici sono triangolari, lineari o ellittiche. Il tessuto endoteciale (rivestimento interno dell'antera) non è polarizzato. Il polline è sferico con un diametro medio di circa 25 micron; è tricolporato (con tre aperture sia di tipo a fessura che tipo isodiametrica o poro).
  • Gineceo: l'ovario è infero uniloculare formato da 2 carpelli. Lo stilo (il recettore del polline) è profondamente bifido (con due stigmi divergenti) e con le linee stigmatiche marginali separate o contigue. I due bracci dello stilo hanno una forma troncata e possono essere papillosi o ricoperti da ciuffi di peli.

Frutti. I frutti sono degli acheni senza pappo. Gli acheni hanno una forma obovoide privi di coste; l'apice in genere è obliquo e arrotondato. Il pericarpo possiede delle bande longitudinali di cellule mucillaginifere, mentre le sacche di resina sono assenti.

Impollinazione: tramite insetti (impollinazione entomogama tramite farfalle diurne e notturne).[9][10]
Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori.
Dispersione: i semi cadono a terra e vengono dispersi soprattutto da insetti come formiche (disseminazione mirmecoria). Un altro tipo di dispersione è zoocoria: gli uncini delle brattee dell'involucro (se presenti) si agganciano ai peli degli animali di passaggio che portano così i semi anche su lunghe distanze. Inoltre per merito del pappo (se presente) il vento può trasportare i semi anche per alcuni chilometri (disseminazione anemocora).

Distribuzione e habitat

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La specie di questa voce è distribuita in Cina e Mongolia.[3]

La famiglia di appartenenza di questa voce (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) probabilmente originaria del Sud America, è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23.000 specie distribuite su 1.535 generi[15], oppure 22.750 specie e 1.530 generi secondo altre fonti[16] (una delle checklist più aggiornata elenca fino a 1.679 generi)[17]. La famiglia attualmente (2021) è divisa in 16 sottofamiglie; la sottofamiglia Asteroideae è una di queste e rappresenta l'evoluzione più recente di tutta la famiglia.[1][11][12]

l gruppo di questa voce è descritto nella tribù Anthemideae, una delle 21 tribù della sottofamiglia Asteroideae). In base alle ultime ricerche nella tribù sono stati individuati (provvisoriamente) 4 principali lignaggi (o cladi): "Southern hemisphere grade", "Asian-southern African grade", "Eurasian grade" e "Mediterranean clade". Il genere Elachanthemum (insieme alla sottotribù Artemisiinae) è incluso nel clade Asian-southern African grade.[4].

Da un punto di vista filogenetico il genere Elachanthemum, nell'ambito della sottotribù, occupa una posizione centrale e fa parte del "Ajania Group".[12][4] In precedenti trattazioni questa pianta era denominata Stilpnolepis intricata.[18]

I caratteri distintivi della specie Elachanthemum intricatum sono:[12]

  • il portamento è erbaceo annuale;
  • le infiorescenze sono solamente discoidi;
  • il polline è liscio.

Il numero cromosomico della specie è: 2n = 18.[12]

In base all'"orologio molecolare" questa specie ha iniziato a divergere circa un milione di anni fa.[4]

Sono elencati alcuni sinonimi per questa entità:[3]

  • Stilpnolepis intricata (Franch.) C.ShihS
  1. ^ a b (EN) The Angiosperm Phylogeny Group, An update of the Angiosperm Phylogeny Group classification for the ordines and families of flowering plants: APG IV, in Botanical Journal of the Linnean Society, vol. 181, n. 1, 2016, pp. 1–20.
  2. ^ Nesom 2020.
  3. ^ a b c World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 6 giugno 2024.
  4. ^ a b c d e Oberprieler et al. 2022.
  5. ^ David Gledhill 2008, p. 51 e 150.
  6. ^ Botanical names, su calflora.net. URL consultato il 6 giugno 2024.
  7. ^ The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 6 giugno 2024.
  8. ^ Pignatti 1982, vol.3 pag.1.
  9. ^ a b Strasburger 2007, pag. 860.
  10. ^ a b Judd 2007, pag.517.
  11. ^ a b Funk & Susanna 2009, p. 644.
  12. ^ a b c d e Kadereit & Jeffrey 2007, p. 357.
  13. ^ Judd-Campbell-Kellogg-Stevens-Donoghue, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, p. 520, ISBN 978-88-299-1824-9.
  14. ^ Musmarra 1996.
  15. ^ Judd 2007, pag. 520.
  16. ^ Strasburger 2007, pag. 858.
  17. ^ World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 18 aprile 2021.
  18. ^ World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 6 giugno 2024.

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