Echinophora spinosa

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Finocchio litorale spinoso
Esemplare di Echinophora spinosa fotografata sull'isola barriera La Manga del Mar Menor, Spagna.
Stato di conservazione
Specie non valutata
Classificazione APG IV
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
(clade) Angiosperme
(clade) Mesangiosperme
(clade) Eudicotiledoni
(clade) Superasteridi
(clade) Asteridi
(clade) Campanulidi
Ordine Apiales
Famiglia Apiaceae
Classificazione Cronquist
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Divisione Magnoliophyta
Classe Magnoliopsida
Ordine Apiales
Famiglia Apiaceae
Sottofamiglia Apioideae
Tribù Echinophoreae
Genere Echinophora
Specie E. spinosa
Nomenclatura binomiale
Echinophora spinosa
L., 1753
Sinonimi

Selinum spinosum (L.) E.H.L.Krause

Nomi comuni

Carota di mare
Finocchio litorale
Finocchio spinoso

Il finocchio litorale spinoso (Echinophora spinosa L., 1753) è una pianta della famiglia delle Apiacee.[1] Presente ovunque nelle zone litoranee del bacino del Mediterraneo, è conosciuta localmente con una serie di innumerevoli nomi comuni.

Etimologia[modifica | modifica wikitesto]

Il nome scientifico della specie è stato definito da Linneo (1707 – 1778), conosciuto anche come Carl von Linné, biologo e scrittore svedese considerato il padre della moderna classificazione scientifica degli organismi viventi, nella pubblicazione Species Plantarum del 1753.[2][3]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

La pianta ancora priva di infiorescenze.

È una pianta erbacea perenne che cresce su suolo sabbioso, tipicamente sulle dune costiere (vegetazione psammofila) che grazie al suo rizoma, necessario per la ricerca di tracce di umidità, rimane saldamente aggrappata al terreno nel quale è immerso; serpeggiante e lungo fino a un metro, questo presenta annulature trasversali con squame grigiastre terminali.

La specie, semisucculenta, presenta peculiarità comuni ad altre piante che proliferano nell'ambiente marino, in grado di sopportare la salsedine e i venti salmastri, e capace di trarre nutrimento dai composti organici depositati sulle spiagge dalle maree. Caratterizzata dalla parte aerea che muore nel periodo invernale, è costituita da fusti robusti, scanalati, molto ramificati, pubescenti, di color verde grigiastro, che si innalzano fino a 60–70 cm. Le foglie, evolutesi per meglio resistere all'ambiente ostile, terminano all'apice con una spina rigida e si presentano rade e rigide, profondamente divise, a lobi trigoni, carenati sotto, solcati sopra.[4][5]

L'antesi copre un periodo che va da giugno a settembre, con le infiorescenze poste alla sommità del fusto riunite a ombrello, a 6-10 raggi, costituito da un fiore centrale, ermafrodito, circondato da fiori maschili, tutti di dimensioni minime, bianchi o screziati di rosso, avvolte da un involucro di brattee rigide lanceolato-spinose. Ogni apparato riproduttivo consta in un ovario infero formato da cinque petali liberi, che una volta fecondato si trasforma in un frutto secco, diachenio e ovoide, con stili eretti persistenti.[4][5]

L'Echinophora spinosa, come altre che costituiscono l'associazione vegetativa detta Ammofileto, risulta inoltre fondamentale per il consolidamento del substrato della prima vera fascia dunale fissa.[4]

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

La forma biologica della pianta è camefita scaposa (Ch scap), cioè è una pianta perennante legnosa alla base, con gemme svernanti poste ad un'altezza dal suolo tra i 2 ed i 30 cm (camefita), e asse fiorale allungato spesso privo di foglie (scaposa).

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

La specie è endemica dell'aerale marittimo del bacino del Mediterraneo, presente nelle zone costiere tra il livello del mare (litorali sabbiosi, fascia delle prime dune) e i 50 m di altitudine, in Europa, nella fascia che va dalla costa orientale della Spagna passando per la Francia meridionale, tutta la penisola italiana, fino all'alto Mare Adriatico, isole maggiori comprese (Corsica, Sardegna e Sicilia) oltre al Nordafrica (Algeria).

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ The Plant ListEchinophora spinosa L.
  2. ^ Linneo 1753, p. 399.
  3. ^ TropicosEchinophora spinosa L.
  4. ^ a b c Acta Plantarum 2008Echinophora spinosa L.
  5. ^ a b Pignatti 1982, p. 179.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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