Duello nel Pacifico

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Duello nel Pacifico
Lo scontro tra il pilota statunitense e il capitano Kuroda
Titolo originaleHell in the Pacific
Lingua originaleinglese, giapponese
Paese di produzioneStati Uniti d'America
Anno1968
Durata103 min
Rapporto2,35:1
Generedrammatico, guerra
RegiaJohn Boorman
SoggettoReuben Bercovitch
SceneggiaturaAlexander Jacobs, Eric Bercovici
ProduttoreReuben Bercovitch
Produttore esecutivoSelig J. Seligman
Casa di produzioneAmerican Broadcasting Company, Henry G. Saperstein Enterprises Inc., Selmur Productions
Distribuzione in italianoBuena Vista Pictures
FotografiaConrad L. Hall
MontaggioThomas Stanford
Effetti specialiKunishige Tanaka, Joe Zomar
MusicheLalo Schifrin
ScenografiaMasao Yamazaki
TruccoShigeo Kobayashi
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani

Duello nel Pacifico (Hell in the Pacific) è un film del 1968 diretto da John Boorman e interpretato da Lee Marvin e Toshirō Mifune. Il film uscì negli Stati Uniti il 18 dicembre 1968.

Trama[modifica | modifica wikitesto]

Durante la seconda guerra mondiale, un pilota statunitense abbattuto giunge su di un'isola in mezzo all'oceano Pacifico, dove l'unico occupante è il capitano Tsuruhiko Kuroda della marina imperiale giapponese. In un primo tempo il conflitto tra le due nazioni li divide e tra i due uomini inizia una battaglia personale. La loro permanenza è quindi costellata di episodi di guerra, sostanzialmente per il possesso delle poche risorse di acqua e cibo, e di macabri scherzi fino a quando Kuroda cattura l'americano e lo lega ad un primitivo patibolo, ma la furbizia dell'avversario farà sì che presto nella stessa situazione si trovi il giapponese.

L'istinto di sopravvivenza ha però il sopravvento e i due uomini decidono di unire le forze, costruiscono perciò una zattera con canne di bambù per poi traversare l'oceano. Riescono quindi, dopo un difficoltoso viaggio, a giungere su un'altra isola dove trovano tra le rovine di un presidio militare alcuni beni di sussistenza.

Dopo essersi rasati e ripuliti, i due naufraghi trovano una bottiglia di sakè ed iniziano a bere, ma il capitano giapponese si imbatte in una copia della rivista statunitense Life, all'interno della quale sono pubblicate alcune fotografie raffiguranti soldati giapponesi caduti o catturati; è a quel punto che lo spirito di collaborazione, complice il caldo, l'incomprensione delle due lingue, la solitudine e la situazione di belligeranza che nonostante tutto continua ad esistere, tende a svanire prima del tragico epilogo.

Il finale[modifica | modifica wikitesto]

La sceneggiatura prevedeva un finale in cui il capitano Tsuruhiko Kuroda uccide due soldati giapponesi dopo che essi, scoperto l'aviatore americano, lo hanno decapitato. Quest'idea fu scartata e Boorman girò una scena in cui i due si separano dopo aver messo fine alla loro tregua. Il produttore Henry G. Saperstein, tuttavia, non era ancora soddisfatto del risultato e sostituì la parte finale con un'esplosione.[1] La conclusione alternativa girata da Boorman è disponibile in alcune edizioni home video del film.

Ambientazione[modifica | modifica wikitesto]

Tutte le scene esterne sono state girate nelle isole Palau, come specificato nei crediti del film.

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Hell in The Pacific [collegamento interrotto], su tcm.turner.com, TCM Turner Classic Movies. URL consultato il 29 agosto 2013.

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