Don't Call Me Baby

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Don't Call Me Baby
singolo discografico
ArtistaMadison Avenue
Pubblicazione18 ottobre 1999
Durata3:46
Album di provenienzaThe Polyester Embassy
Genere[1]Dance
Musica house
EtichettaVicious Grooves, VC, C2
ProduttoreAndy Van Dorsselaer
FormatiCD, 7", 12"
Certificazioni
Dischi d'oroBandiera della Nuova Zelanda Nuova Zelanda[2]
(vendite: 5 000+)
Dischi di platinoBandiera dell'Australia Australia (3)[3]
(vendite: 210 000+)
Bandiera del Regno Unito Regno Unito[4]
(vendite: 600 000+)
Madison Avenue - cronologia
Singolo precedente
Singolo successivo
Who the Hell Are You
(2000)

Don't Call Me Baby è un singolo del duo musicale australiano Madison Avenue, pubblicato il 18 ottobre 1999 come primo estratto dall'unico album in studio The Polyester Embassy.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Il brano presenta un campionamento della linea di basso presente nella canzone Ma quale idea del cantante italiano Pino D'Angiò, eseguita dal bassista Stefano Cerri. È opinione diffusa che tale melodia sia a sua volta basata sul brano Ain't No Stoppin' Us Now del duo statunitense McFadden & Whitehead; D'Angiò ha dichiarato invece che si tratta di una composizione originale sua e di Cerri.[5]

Accoglienza[modifica | modifica wikitesto]

Nel 2017 BuzzFeed l'ha posizionata trentaquattresima nella lista delle 101 migliori canzoni dance degli anni '90.[6]

Tracce[modifica | modifica wikitesto]

Testi e musiche di Cheyne Coates, Andy Van Dorsselaer e Duane Morrison.

  1. Don't Call Me Baby – 3:49
  2. Don't Call Me Baby (The Dronez Dub) – 6:10
  3. Don't Call Me Baby (The Dronez Old School Mix) – 6:40
  4. Don't Call Me Baby (Alexander Purkart Meets the Plastic Park Remix) – 7:34

Successo commerciale[modifica | modifica wikitesto]

Nel Regno Unito il brano debuttò inizialmente alla 30ª posizione della Official Singles Chart nel novembre 1999, trascorrendo quattro settimane in classifica. L'8 maggio 2000 Don't Call Me Baby fu ripubblicato in suolo britannico e, dopo aver venduto 93 794 copie, è rientrato in classifica al primo posto, spodestando Oops!... I Did It Again di Britney Spears. A maggio 2020 il singolo ha distribuito un totale di 434 000 copie e ha inoltre totalizzato 70 000 riproduzioni in streaming.[7]

In Australia la canzone ha trascorso sei settimane al 2º posto nella classifica dei singoli,[8] mentre in Nuova Zelanda ha raggiunto la vetta nella pubblicazione del 2 aprile 2000.[9]

Classifiche[modifica | modifica wikitesto]

Classifiche di fine anno[modifica | modifica wikitesto]

Classifica (1999) Posizione
Australia[18] 7
Classifica (2000) Posizione
Australia[19] 83
Nuova Zelanda[20] 16
Regno Unito[21] 31

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Don't Call Me Baby, su AllMusic, All Media Network. URL consultato il 10 dicembre 2020.
  2. ^ (EN) Official Top 40 Singles - 02 April 2000, su nztop40.co.nz, The Official NZ Music Charts. URL consultato il 10 dicembre 2020.
  3. ^ (EN) ARIA Charts – Accreditations – 2000 Singles, su aria.com.au, ARIA Charts. URL consultato il 10 novembre 2020 (archiviato dall'url originale il 10 agosto 2020).
  4. ^ (EN) Don't Call Me Baby, su British Phonographic Industry. URL consultato il 21 agosto 2023.
  5. ^ (EN) Don't Call Me Baby by Madison Avenue, su songfacts.com, Songfacts. URL consultato il 10 dicembre 2020.
  6. ^ (EN) Matt Stopera, Brian Galindo, The 101 Greatest Dance Songs Of the '90s, su buzzfeed.com, BuzzFeed, 11 marzo 2017. URL consultato il 10 dicembre 2020.
  7. ^ (EN) Rob Copsey, Flashback: Madison Avenue's Don't Call Me Baby debuts at Number 1, su officialcharts.com, Official Charts Company, 14 maggio 2020. URL consultato il 10 dicembre 2020.
  8. ^ (EN) MADISON AVENUE - DON'T CALL ME BABY (SONG), su australian-charts.com. URL consultato il 10 dicembre 2020.
  9. ^ (EN) MADISON AVENUE - DON'T CALL ME BABY (SONG), su charts.nz. URL consultato il 10 dicembre 2020.
  10. ^ a b c d e f g h i j (NL) Madison Avenue - Don't Call Me Baby, su ultratop.be, Ultratop. URL consultato il 10 dicembre 2020.
  11. ^ (EN) Top National Sellers - Week: 10/2000 (PDF), su worldradiohistory.com, Music & Media. URL consultato il 10 dicembre 2020.
  12. ^ (EN) The Irish Charts - Search Results - Don't Call Me Baby, su irishcharts.ie. URL consultato il 10 dicembre 2020.
  13. ^ (IS) Íslenski Listinn Topp 40 (Vikuna 10.2. – 16.2. 2000), su timarit.is, Dagblaðið Vísir. URL consultato il 10 dicembre 2020.
  14. ^ Tutti i successi del 1999, su hitparadeitalia.it, Hit Parade Italia. URL consultato il 10 dicembre 2020.
  15. ^ (EN) Top National Sellers - Week: 30/2000 (PDF), su worldradiohistory.com, Music & Media. URL consultato il 10 dicembre 2020.
  16. ^ (EN) Don't Call Me Baby - Full Official Chart History, su officialcharts.com, Official Charts Company. URL consultato il 10 dicembre 2020.
  17. ^ (EN) Madison Avenue - Chart history (Hot 100), su Billboard. URL consultato il 10 dicembre 2020.
  18. ^ (EN) ARIA Top 100 Singles for 1999, su aria.com.au, ARIA Charts. URL consultato il 10 dicembre 2020.
  19. ^ (EN) ARIA Top 100 Singles for 2000, su aria.com.au, ARIA Charts. URL consultato il 10 dicembre 2020.
  20. ^ (EN) Official Top 40 Singles - End of Year Charts 2000, su nztop40.co.nz, The Official NZ Music Charts. URL consultato il 10 dicembre 2020.
  21. ^ (EN) End of Year Singles Chart Top 100 - 2000, su officialcharts.com, Official Charts Company. URL consultato il 10 dicembre 2020.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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