Diocesi di Lisieux

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Diocesi di Lisieux
Dioecesis Lexoviensis
Chiesa latina
Suffraganea dell'arcidiocesi di Rouen
 
Parrocchie487 (nel 1789)
 
ErezioneVI secolo
Soppressione29 novembre 1801
territorio incorporato nella diocesi di Bayeux (porzioni minori alle diocesi di Évreux e di Séez)
Ritoromano
CattedraleSan Pietro
Dati dall'Annuario pontificio (ch · gc?)
 
Mappa delle diocesi storiche della Normandia prima della rivoluzione francese.
L'ex palazzo episcopale di Lisieux.
La basilica di Santa Teresa di Lisieux, costruita a partire dal 1929 e consacrata l'11 luglio 1954. È il secondo luogo di pellegrinaggio più importante di Francia, dopo la basilica di Lourdes.
Il lato nord-est dell'ex cattedrale di San Pietro.
Il palazzo fatto costruire nel 1769 dal decano del capitolo della cattedrale Jean-Baptiste-René Le Bas de Fresne come residenza privata.
La chiesa Saint-Jacques di Lisieux.

La diocesi di Lisieux (in latino: Dioecesis Lexoviensis) è una sede soppressa della Chiesa cattolica.

Territorio[modifica | modifica wikitesto]

La diocesi comprendeva la parte centrale della Normandia. Era delimitata a nord dal mare e dall'arcidiocesi di Rouen, ad est dalla diocesi di Évreux, a sud da quella di Séez e ad ovest ancora da Séez e dalla diocesi di Bayeux.

Sede vescovile era la città di Lisieux, dove fungeva da cattedrale la chiesa di San Pietro.

Il territorio diocesano comprendeva 478 parrocchie, comprensive delle 11 del territorio di Lisieux. Le parrocchie erano raggruppate in 4 arcidiaconati (Lieuvin, Pont-Audemer, Auge e Gacé) e 14 decanati. Alla diocesi inoltre appartenevano due exclavi: quella di Saint-Cande nell'arcidiocesi di Rouen composta da 5 parrocchie; e quella di Nonant nella diocesi di Bayeux composta da 4 parrocchie.[1]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Incerte sono le origini della diocesi di Lisieux. Il primo vescovo storicamente documentato è Teodobaldo, vissuto nella prima metà del VI secolo, che partecipò a tre concili celebrati a Orléans nel 538, nel 541 e nel 549. La cronotassi del primo millennio è comunque fortemente lacunosa.

Noviomagus Lexoviorum, capitale del popolo celtico degli Lessovi, era una civitas della provincia romana della Gallia Lugdunense seconda, come attestato dalla Notitia Galliarum dell'inizio del V secolo.[2] Dal punto di vista religioso, come di quello civile, Lisieux dipendeva dalla provincia ecclesiastica dell'arcidiocesi di Rouen, sede metropolitana provinciale.

Non si sa nulla della cattedrale primitiva di Lisieux. Nell'XI secolo i vescovi Herbert († 1050) e Hugues d'Eu († 1077) procedettero alla sua ricostruzione in stile romanico; fu probabilmente in questa occasione che vennero scoperte le reliquie dei santi Ursino, Patrizio e Berthevin (Cando), che un rituale del 1661 riconosceva come primi vescovi di Lisieux. La nuova cattedrale fu distrutta da un incendio nel 1136 e ricostruita nelle forme gotiche tra il 1160 e il 1230.

Tra i vescovi di Lisieux si ricordano: Freculfo (IX secolo), allievo della scuola palatina fondata da Carlo Magno; Arnolfo (dimesso nel 1181), che diede inizio alla costruzione della cattedrale e importante autore ecclesiastico; Nicola d'Oresme († 1382), filosofo, matematico e precettore di Carlo V; Pierre Cauchon († 1442), il cui nome è legato al processo contro Giovanna d'Arco; Léonor Goyon de Matignon I († 1677), che istituì il seminario diocesano.

In seguito al concordato con la bolla Qui Christi Domini di papa Pio VII del 29 novembre 1801 la diocesi fu soppressa. La porzione maggiore del suo territorio, compresa la città episcopale, fu incorporata nella diocesi di Bayeux, mentre porzioni minori furono aggregate alle diocesi di Évreux e di Séez.

Il 12 giugno 1854[3] ai vescovi di Bayeux è stato concesso di portare il titolo di vescovi di Lisieux.

Cronotassi dei vescovi[modifica | modifica wikitesto]

I cataloghi episcopali di Lisieux, databili al XII e XIII secolo, sono tra i più incompleti e scarni tra quelli della provincia ecclesiastica di Rouen.[4] Unica peculiarità, che li distingue da altri cataloghi dello stesso periodo, è l'assenza di santi vescovi.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Louis Du Bois, Histoire de Lisieux (ville, diocèse et arrondissement), Lisieux 1846, tome 1, pp. 351 e seguenti.
  2. ^ Monumenta Germaniae Historica, Chronica minora Archiviato il 24 settembre 2015 in Internet Archive., I, p. 555. Nel periodo tardo-imperiale le civitates venivano abitualmente identificate e nominate con il nome del popolo di appartenenza: civitas Lexoviorum da cui l'odierno nome di Lisieux.
  3. ^ Annuario Pontificio 2015, p. 91.
  4. ^ Duchesne, op. cit., p. 235.
  5. ^ Un vescovo con questo nome prese parte al concilio di Parigi, celebrato in un anno imprecisato fra il 557 e il 573. Non è indicata la sede di appartenenza, ma un prete con questo nome sostituì il vescovo Teodobaldo al concilio di Orléans del 541; secondo Duchesne è presumibile che Edibius sia succeduto a Teodobaldo sulla sede di Lisieux.
  6. ^ Al concilio di Parigi questi due vescovi firmarono, il primo come episcopus ex civitate Lexovia e il secondo come episcopus ex civitate Lexovias. Secondo Duchesne o si tratta di un errore nel manoscritto o di una momentanea divisione della diocesi.
  7. ^ Questo vescovo è riportato da Gallia christiana: avrebbe sottoscritto il privilegio accordato dal vescovo di Amiens al monastero di Corbie; Duchesne fa notare tuttavia che nel privilegio in questione la sede di appartenenza del vescovo non è indicata.
  8. ^ Durante questo periodo ci fu il tentativo del vescovo di Durham Rainulfo Flambard, fuggito dall'Inghilterra, di impossessarsi della diocesi per affidarla ai suoi figli. Cfr. Fisquet, op. cit., pp. 237-238.
  9. ^ Il 27 maggio 1474 fu nominato vescovo titolare di Cesarea di Palestina.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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