Chiliotrichiopsis

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Chiliotrichiopsis
Immagine di Chiliotrichiopsis mancante
Classificazione APG IV
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
(clade) Angiosperme
(clade) Mesangiosperme
(clade) Eudicotiledoni
(clade) Eudicotiledoni centrali
(clade) Superasteridi
(clade) Asteridi
(clade) Euasteridi
(clade) Campanulidi
Ordine Asterales
Famiglia Asteraceae
Sottofamiglia Asteroideae
Tribù Astereae

Basal grade

Sottotribù Chiliotrichinae
Genere Chiliotrichiopsis
Cabrera, 1937
Classificazione Cronquist
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Divisione Magnoliophyta
Classe Magnoliopsida
Sottoclasse Asteridae
Ordine Asterales
Famiglia Asteraceae
Sottofamiglia Asteroideae
Tribù Astereae
Genere Chiliotrichiopsis
Specie
(Vedi testo)

Chiliotrichiopsis Cabrera, 1937 è un genere di piante angiosperme dicotiledoni della famiglia delle Asteraceae, sottofamiglia Asteroideae, tribù Astereae (Basal grade) e sottotribù Chiliotrichinae.[1][2][3]

Etimologia[modifica | modifica wikitesto]

Il nome del genere è derivato dal genere Chiliotrichum e dalla parola greca “opsis” (= simile a), denotando la somiglianza di queste piante con quelle appartenenti al genere Chiliotrichum.[4]

Il nome scientifico del genere è stato definito dal botanico Angel Lulio Cabrera (1908-1999) nella pubblicazione " Notas del Museo de La Plata. Botanica. [Instituto del Museo de la Universidad Nacional de La Plata]. Buenos Aires" ( Notas Mus. La Plata, Bot. 2: 172 ) del 1937.[5]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Portamento. Le specie di questo genere hanno un habitus di tipo arbustivo globoso ericoide.[6][7][8][9][10][2][4]

Fusto. La parte aerea in genere è eretta, ascendente e densamente ramificata. I rami hanno 6 - 8 coste longitudinali e sono punteggiati di ghiandole e tomento.

Foglie. Le foglie, persistenti, sono disposte in modo alternato, posizionate alla base degli steli, e sono sessili. Con forme da lineari-oblunghe a obovate o strettamente ellittiche, apici da ottusi a acuti, margini da interi a revoluti, solitamente ridotte, sono coriacee e di tipo ericoide. La superficie abassiale è densamente tomentosa. La consistenza è coriacea o cartacea.

Infiorescenza. Le sinflorescenze sono scapose (capolini solitari); raramente con 3 - 4 capolini. Le infiorescenze vere e proprie sono composte da un capolino terminale brevemente peduncolato di tipo radiato (o discoidale) con fiori spesso omogami. I capolini sono formati da un involucro, con forme ampiamente campanulate a cilindriche (l'involucro è tomentoso-glutinoso), composto da 15 - 25 brattee, al cui interno un ricettacolo fa da base ai fiori di due tipi: fiori del raggio e fiori del disco. Le brattee, persistenti, con forme da ampiamente lanceolate a lineari-lanceolate, apici acuti, margini lacerati-cigliati e a consistenza erbacea, sono disposte in modo più o meno embricato su 2 - 5 serie. Il ricettacolo è provvisto di pagliette (conduplicate) o parzialmente con pagliette a protezione della base dei fiori; la forma è convessa.

Fiori. I fiori sono tetra-ciclici (formati cioè da 4 verticilli: calicecorollaandroceogineceo) e pentameri (calice e corolla formati da 5 elementi). Si distinguono in:

  • fiori del raggio (esterni): se presenti sono 5 - 9 per capolino e sono femminili con forme ligulate (struttura zigomorfa); sono presenti staminoidi;
  • fiori del disco (centrali): sono più numerosi (da 13 a 35) con forme tubulose (attinomorfe); sono ermafroditi o (raramente) funzionalmente maschili.
*/x K , [C (5), A (5)], G 2 (infero), achenio[11]
  • Corolla:
    • fiori del raggio: la forma della corolla alla base è più o meno tubulosa-imbutiforme, mentre all'apice è ampiamente ligulata; la ligula può terminare con tre lobi; il colore è giallo;
    • fiori del disco: la forma è tubulare-imbutiforme bruscamente divaricata in 5 lobi; i lobi, patenti, eretti o ricurvi, hanno una forma deltata o più o meno lanceolata; il colore è giallo.
  • Androceo: l'androceo è formato da 5 stami sorretti da filamenti generalmente liberi; gli stami sono connati e formano un manicotto circondante lo stilo; le teche (produttrici del polline) alla base sono leggermente sagittate; le appendici apicali delle antere hanno delle forme piatte e lanceolate; il tessuto endoteciale (rivestimento interno dell'antera) è quasi sempre polarizzato (con due superfici distinte: una verso l'esterno e una verso l'interno). Il polline è sferico con un diametro medio di circa 25 micron; è tricolporato (con tre aperture sia di tipo a fessura che tipo isodiametrica o poro) ed è echinato (con punte sporgenti).[10][12]
  • Gineceo: l'ovario è infero uniloculare formato da 2 carpelli.[6] Lo stilo (il recettore del polline) è profondamente bifido (con due stigmi divergenti) e con le linee stigmatiche marginali separate; la base dello stilo è rigonfia.[13] I due bracci dello stilo hanno una forma triangolare e possono essere papillosi o ricoperti da ciuffi di peli.

Frutti. I frutti sono degli acheni con pappo; in alcune specie è presente un certo dimorfismo (gli acheni dei fiori del raggio differiscono dagli acheni dei fiori del disco);

  • achenio: gli acheni, con forme oblanceolate e scarsamente compresse, hanno 5 nervature (o coste) laterali; la superficie è cosparsa da setole, qualche volta è ghiandolosa; la parete dell'achenio è formata da celle contenenti rafidi ma prive di fitomelanina; il carpoforo normalmente è anulare; le setole con punte a forma di ancora non sono presenti;
  • pappo: il pappo è formato da una serie di setole appiattite disuguali con margini fimbriati e (alcune) fuse alla base.

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama tramite farfalle diurne e notturne).[7][8]
Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
Dispersione: i semi (gli acheni) cadendo a terra sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria). In questo tipo di piante avviene anche un altro tipo di dispersione: zoocoria. Infatti gli uncini delle brattee dell'involucro (se presenti) si agganciano ai peli degli animali di passaggio disperdendo così anche su lunghe distanze i semi della pianta. Inoltre per merito del pappo il vento può trasportare i semi anche a distanza di alcuni chilometri (disseminazione anemocora).

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

Le specie di questo genere sono distribuite in Argentina, Bolivia e Perù.[3]

Sistematica[modifica | modifica wikitesto]

La famiglia di appartenenza di questa voce (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) probabilmente originaria del Sud America, è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23.000 specie distribuite su 1.535 generi[14], oppure 22.750 specie e 1.530 generi secondo altre fonti[15] (una delle checklist più aggiornata elenca fino a 1.679 generi)[16]. La famiglia attualmente (2021) è divisa in 16 sottofamiglie; la sottofamiglia Asteroideae è una di queste e rappresenta l'evoluzione più recente di tutta la famiglia.[1][9][10]

Filogenesi[modifica | modifica wikitesto]

La tribù Astereae (una delle 21 tribù della sottofamiglia Asteroideae) comprende circa 40 sottotribù. In base alle ultime ricerche nella tribù sono stati individuati (provvisoriamente) 5 principali lignaggi:[2]

  • Basal grade: include alcuni generi isolati, il gruppo "South American-Oceania", alcune sottotribù africane e il gruppo dei generi legnosi del Madagascar.
  • Bellis lineage: comprende le sottotribù eurasiatiche e una sottotribù africana.
  • Aster lineage: include i generi asiatici di Asterinae e i principali gruppi dell'Australia e dell'Oceania.
  • Baccharis lineage: include alcuni gruppi sudamericani.
  • North American lineage: include la vasta gamma di sottotribù del Nordamerica, Messico e alcuni gruppi distribuiti nel Sudamerica.

Il genere Chiliotrichiopsis (insieme alla sottotribù Chiliotrichinae) è incluso nel lignaggio "Basal grade". In particolare fa parte del sottogruppo relativo agli areali del Sudamerica. Le specie di questo gruppo sono caratterizzate da un livello di ploidia 2x o 4x.[2] La sottotribù è suddivisa in tre cladi (o gruppi): Chiliotrichum clade - Nardophyllum clade - Llerasia clade. Il genere Chiliotrichiopsis è incluso nel clade "Nardophyllum" insieme ai generi Katinasia - Nardophyllum - Cabreraea. Questo clade è da moderatamente a ben supportato e l'unico carattere morfologico comune a tutte le specie del gruppo sono gli acheni villosi, fittamente ricoperti da corti tricomi gemelli. Altri caratteri secondari sono i capolini di tipo discoidale e i ricettacoli parzialmente con pagliette.[17]

In precedenti trattazioni questo genere è descritto all'interno della sottotribù Hinterhuberinae (ora sinonimo della sottotribù Baccharidinae).[10]

I caratteri distintivi del genere di questa voce sono:[10]

  • i fiori del raggio non sempre sono presenti;
  • il pappo è fatto di scaglie lacerato-fimbriate, sottili, piatte e separate;
  • gli acheni talvolta sono fortemente ghiandolosi e viscidi.

Elenco delle specie[modifica | modifica wikitesto]

Questo genere ha 3 specie:[3]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b (EN) The Angiosperm Phylogeny Group, An update of the Angiosperm Phylogeny Group classification for the ordines and families of flowering plants: APG IV, in Botanical Journal of the Linnean Society, vol. 181, n. 1, 2016, pp. 1–20.
  2. ^ a b c d Nesom 2020.
  3. ^ a b c World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 1º gennaio 2024.
  4. ^ a b Bonifacino 2009.
  5. ^ The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 1º gennaio 2024.
  6. ^ a b Pignatti 1982, vol.3 pag.1.
  7. ^ a b Strasburger 2007, pag. 860.
  8. ^ a b Judd 2007, pag.517.
  9. ^ a b Funk & Susanna 2009, p. 589.
  10. ^ a b c d e Kadereit & Jeffrey 2007, p. 284 e XXX.
  11. ^ Judd-Campbell-Kellogg-Stevens-Donoghue, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, p. 520, ISBN 978-88-299-1824-9.
  12. ^ eFloras - Flora of North America, su efloras.org. URL consultato il 15 febbraio 2012.
  13. ^ Judd 2007, pag. 522.
  14. ^ Judd 2007, pag. 520.
  15. ^ Strasburger 2007, pag. 858.
  16. ^ World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 18 aprile 2021.
  17. ^ Bonifacino 2012.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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