Chiesa di Santo Stefano (Traversetolo)

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Chiesa di Santo Stefano
Campanile
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneEmilia-Romagna
LocalitàTorre (Traversetolo)
Indirizzovia del Braccio 26
Coordinate44°37′10.4″N 10°20′48.5″E / 44.619556°N 10.346806°E44.619556; 10.346806
Religionecattolica di rito romano
Titolaresanto Stefano
Diocesi Parma
Stile architettonicoromanico e neoclassico
Inizio costruzioneXII secolo
Completamento1888

La chiesa di Santo Stefano è un luogo di culto cattolico dalle forme romaniche e neoclassiche, situato in via del Braccio 26 a Torre, frazione di Traversetolo, in provincia e diocesi di Parma; fa parte della zona pastorale di Traversetolo-Neviano Arduini.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il luogo di culto originario fu costruito in epoca medievale. La prima testimonianza della sua esistenza potrebbe risalire già al 1144, quando un'ecclesiam S. Stephani de Torano fu menzionata in una bolla pontificia quale dipendenza dell'abbazia di San Giovanni Evangelista di Parma; lo stesso edificio fu citato anche in due atti notarili del 1150 e del 1179.[1]

Il più antico documento[2] che confermi con certezza l'esistenza della Capelle de Turre, dipendente dalla pieve di Traversetolo, risale invece al 1230.[1]

La prima testimonianza sicura della dedicazione del tempio a santo Stefano protomartire è costituita dal Regestum Vetus della diocesi di Parma del 1493.[1]

Entro il 1564 la chiesa fu elevata al rango di parrocchia,[3] separata dalla chiesa di San Michele Arcangelo di Sivizzano; il luogo di culto di Torre fu inoltre probabilmente restaurato o parzialmente ricostruito in quegli anni, mentre in adiacenza fu costruita la canonica.[1]

Tra il 1705 e il 1706 furono apportate alcune modifiche all'edificio, con la realizzazione del coro e della cappella dedicata alle anime del Purgatorio; negli anni seguenti furono inoltre aggiunti alcuni dipinti.[1]

Nel 1888 la chiesa fu profondamente modificata, con un nuovo orientamento dell'intera struttura: fu ribassato di 1,5 m il piano di calpestio, fu ricostruito l'altare maggiore al posto dell'ingresso originario, fu realizzato il portale d'accesso nella nuova facciata a est e furono modificate le altre aperture.[1]

Nel 1958 l'altare maggiore ligneo fu sostituito con uno nuovo in marmo, realizzato da Pietro Biselli.[1]

Nel 1993 il prospetto meridionale esterno della cappella di sinistra fu arricchito con un dipinto murale a opera di Proferio Grossi.[1]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Canonica

La chiesa si sviluppa su un impianto a navata unica, affiancata da una cappella su ogni lato.[3]

La semplice e simmetrica facciata a capanna, interamente rivestita in pietra e conci di arenaria, frutto di numerose modifiche nei secoli, presenta nel mezzo il portale d'ingresso delimitato da piedritti in laterizio; più in alto si aprono due piccole finestre rettangolari chiuse da inferriate, mentre a coronamento corre lungo gli spioventi del tetto il cornicione in mattoni in rilievo.[3]

Il prospetto laterale a sud è caratterizzato dalla presenza del portale d'ingresso secondario sul margine orientale; la parete della cappella in aggetto è arricchita da un dipinto murale raffigurante la Madonna assunta, realizzato da Proferio Grossi nel 1993.[1]

Sul retro si eleva il campanile intonacato, con cella campanaria affacciata sui quattro lati attraverso aperture ad arco a tutto sesto; in sommità si staglia l'alta guglia piramidale del tetto.[3] In adiacenza si trova la canonica, risalente al XVII secolo; l'edificio, rivestito in pietra, è raggiungibile attraverso una scala esterna che conduce alla loggetta d'ingresso.[1]

All'interno la navata intonacata, coperta da volta a botte, è affiancata sul fondo dalle arcate a sesto ribassato delle due cappelle laterali; in controfacciata è collocato un dipinto raffigurante Santo Stefano, realizzato da Giovanni Bolla nel 1714.[1]

Il presbiterio a pianta rettangolare, leggermente sopraelevato,[3] ospita l'altare maggiore marmoreo aggiunto nel 1958.[1]

Nella sagrestia è inoltre conservato un dipinto raffigurante Sant'Antonio, realizzato probabilmente da Giovanni Bolla; fino al 1980 la chiesa custodiva inoltre un olio, in seguito scomparso, rappresentante la Beata Vergine delle Grazie, attribuito ad Alessandro Mazzola Bedoli.[1]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g h i j k l m Santo Stefano in Torre, su parrocchiaditraversetolo.it. URL consultato il 1º giugno 2017.
  2. ^ Capitulum seu Rotulus Decimarum della diocesi di Parma
  3. ^ a b c d e Chiesa di Santo Stefano "Torre, Traversetolo", su Le chiese delle diocesi italiane, Conferenza Episcopale Italiana. URL consultato il 1º giugno 2017.

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