Chiesa di Santa Caterina (Avelengo)

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Chiesa di Santa Caterina
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneTrentino-Alto Adige
LocalitàAvelengo
Coordinate46°38′52.65″N 11°12′31.41″E / 46.647959°N 11.208726°E46.647959; 11.208726
Religionecattolica
TitolareCaterina d'Alessandria
Diocesi Bolzano-Bressanone
Stile architettonicogotico

La chiesa di Santa Caterina (in tedesco: St. Katharina in der Scharte, ossia "nel valico" o "nella forcella") è una chiesa cattolica situata nel comune di Avelengo, in provincia di Bolzano; è sussidiaria della parrocchiale di San Giovanni di Avelengo e fa parte della diocesi di Bolzano-Bressanone[1][2].

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La chiesa vista da dietro, con il Gruppo Tessa sullo sfondo; la grande pietra che si vede in primo piano è oggetto di una leggenda secondo cui un gigante che stava costruendo questa chiesa si mise a litigare con un altro che stava costruendo quella di San Giacomo a Lavenna (Meltina), il quale lanciò verso di lui questo macigno[1][3].
Gli affreschi della facciata
Interno

Secondo la tradizione, una prima chiesa sul posto venne eretta forse nel XII secolo, al posto di un luogo di culto pagano, e andò distrutta in un incendio nel 1202; essa venne riedificata in forme romaniche, e nel 1251 ne è documentata la consacrazione. L'intitolazione a santa Caterina, patrona tra l'altro dei carrettieri, sarebbe legata all'antico sentiero che da Avelengo conduceva al fondovalle, rimasto in uso fino agli anni 1980.

Anche della seconda chiesa resta poco: coro e campanile vennero infatti ricostruiti in stile tardogotico nel 1452, e nel Cinquecento il soffitto della navata (e con esso tutto il tetto) venne sopraelevato per portarlo a livello del coro. Intorno al 1900 venne infine aggiunto il vestibolo storicista davanti alla facciata, in cui venne poi inserito il portale romanico che si trovava prima sul fianco meridionale[1][2][3][4].

Nel 1999 facciata e campanile sono stati oggetto di restauro[3].

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Dettaglio dell'altare

Esterno[modifica | modifica wikitesto]

La chiesa, orientata verso sudest, sorge nell'omonima località di Santa Caterina, in posizione panoramica tra boschi e prati del Monzoccolo, con vista sulla conca di Merano[2]; poco distante si trova un'antica edicola votiva, con affreschi di scuola meranese di inizio Quattrocento che raffigurano la Crocifissione e i santi Caterina, Volfango, Antonio abate, Leonardo di Noblac, Vigilio e Giovanni Battista[3].

La chiesa è costruita principalmente in arenaria della Val Gardena e porfido quarzifero di Bolzano, e in misura minore in granito dal vicino Monte Ivigna, con conci che arrivano a misurare anche 1,8 metri di lunghezza[3]; essa si presenta con facciata a capanna, preceduta da un vestibolo neoromanico con prospetto scalare, e conclusa da un coro poligonale[2].

Il campanile è una massiccia torre a base quadrata, con cella campanaria aperta da grandi monofore archiacute e cuspide piramidale[2]; esso ospita tre campane: la Grande (fusa da Josef Graßmayr, 1757), la Media (Peter Sermond di Bormio, 1553) e la Piccola (Giovanni Colbacchini, 1925)[1].

Interno[modifica | modifica wikitesto]

La porzione di facciata che si trova all'interno del vestibolo è occupata da un ciclo di affreschi purtroppo assai degradato, databile al 1360-70 (o al 1410 secondo altre fonti), raffigurante una Crocifissione e tre scene della vita di santa Caterina (la cattura, il supplizio della ruota e la decapitazione)[1][2][3][4]. L'interno è a navata unica, conclusa all'abside poligonale, con finestre archiacute e volta a costoloni[2].

L'altare a portelle è opera gotica del 1490, successivamente rimaneggiata; la parte centrale, ridipinta nel 1875, ospita le statue di santa Caterina, san Giovanni Battista e santa Maria Maddalena (o sant'Elena), mentre nella cimasa, che è un'aggiunta seicentesca, vi sono quelle della Madonna con Bambino e dei santi Barbara e Osvaldo. All'interno delle portelle sono dipinti san Martino e san Giorgio, e all'esterno la scena dell'Annunciazione[1][2].

L'altare laterale, intitolato a san Sebastiano, è del 1630 circa, ed è affiancato da due statue dei santi Antonio di Padova ed Elisabetta di Turingia, di epoca diversa. Seicenteschi sono pure il pulpito ligneo e le statue dei santi Floriano e Rocco ai lati dell'arco santo[1][3]. Sulla parete nord della navata è presente inoltre un rilievo raffigurante la decapitazione di santa Caterina[3].

L'organo è opera di Oswald Kaufmann del 2005[1].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g h Rampl, pp. 90-91.
  2. ^ a b c d e f g h Conta, pp. 332-333.
  3. ^ a b c d e f g h La chiesa di S. Caterina ad Avelengo - Guida digitale, su Merano e dintorni. URL consultato il 29 marzo 2024.
  4. ^ a b SANTA CATERINA, su Monumentbrowser - Beni culturali - Provincia autonoma di Bolzano. URL consultato il 29 marzo 2024.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Gioia Conta, I luoghi dell'arte, vol. 1, Provincia autonoma di Bolzano, 1998, ISBN 88-85129-25-0.
  • (DEIT) Walter Rampl, Ein Haus voll Glorie schauet - Dimore della gloria divina, Südtirol 3 Alto Adige, Axams, 2019, ISBN 978-3-9502677-5-4.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

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