Chiesa di Sant'Apollinare (Terenzo)

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Chiesa di Sant'Apollinare
Facciata
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneEmilia-Romagna
LocalitàCasola (Terenzo)
Indirizzostrada Castello di Casola
Coordinate44°35′36″N 10°04′23″E / 44.593333°N 10.073056°E44.593333; 10.073056
Religionecattolica di rito romano
Titolaresant'Apollinare
Diocesi Parma
Consacrazione1577
Stile architettonicobarocco
Inizio costruzione1568
Completamento1630

La chiesa di Sant'Apollinare è un luogo di culto cattolico dalle forme barocche, situato in strada Castello di Casola a Casola, frazione di Terenzo, in provincia e diocesi di Parma; fa parte della zona pastorale di Berceto-Fornovo-Medesano.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il luogo di culto originario fu edificato nella località di Casa Storti, lungo la via di monte Bardone, in epoca medievale; la cappella del Monte fu citata nel 1230 nel Capitulum seu Rotulus Decimarum della diocesi di Parma tra le dipendenze della pieve di Bardone.[1]

Nella seconda metà del XVI secolo l'antico tempio cadde in rovina e fu sostituito con l'edificio odierno, costruito tra il 1568 e il 1577 nel borgo di Castello di Casola.[2]

Nel 1630, allo scopo di liberare il paese dalla terribile peste che flagellò l'Italia settentrionale, fu edificato in adiacenza al lato sinistro della chiesa un piccolo oratorio intitolato a san Rocco.[2]

Nel 1934 il campanile fu soprelevato.[2]

Intorno al 1960 il luogo di culto fu internamente ristrutturato, col rifacimento delle pavimentazioni e la decorazione ad affresco delle volte e delle pareti.[2]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Campanile
Retro e lato ovest

La chiesa si sviluppa su un impianto a navata unica affiancata da una cappella per lato, con ingresso a nord e presbiterio a sud.[2]

La simmetrica facciata a capanna, quasi interamente rivestita in pietra a maglia irregolare come il resto dell'edificio, è tripartita verticalmente da quattro lesene d'ordine gigante, spezzate da un cornicione orizzontale a circa metà altezza; al centro è collocato l'ampio portale d'ingresso, inquadrato da una cornice intonacata; più in alto si apre una finestra rettangolare, anch'essa incorniciata; in sommità si staglia un grande frontone triangolare con cornice spezzata, al cui interno è posto un piccolo oculo ovale.[2]

Retro e lato est

Dai fianchi aggettano i volumi delle cappelle e, sulla sinistra, del piccolo oratorio di San Rocco; a metà del lato destro si erge il campanile; i primi tre ordini, due dei quali contenenti ampie monofore ad arco a tutto sesto tamponate, sono rivestiti in pietra; la cella campanaria novecentesca, realizzata in laterizio, si affaccia sulle quattro fronti attraverso grandi aperture a tutto sesto balaustrate; a coronamento si eleva una merlatura ghibellina, realizzata nel 1934 a ricordo dell'antico castello distrutto.[2]

All'interno la navata, coperta da una volta a botte lunettata affrescata, è affiancata da una serie di lesene coronate da capitelli dorici, a sostegno del cornicione perimetrale modanato; le cappelle laterali, chiuse superiormente da volte a vela dipinte, si affacciano sull'aula attraverso ampie arcate a tutto sesto.[2]

Il presbiterio, lievemente sopraelevato, è preceduto dall'arco trionfale a tutto sesto; l'ambiente, coperto da una volta a vela affrescata, accoglie l'altare maggiore a mensa in marmi policromi aggiunto intorno al 1980 insieme all'ambone e al tabernacolo.[2]

La chiesa conserva vari arredi lignei settecenteschi.[3]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Fallini, Calidoni, Rapetti, Ughetti, p. 191.
  2. ^ a b c d e f g h i Chiesa di Sant'Apollinare "Casola, Terenzo", su Le chiese delle diocesi italiane, Conferenza Episcopale Italiana. URL consultato il 20 settembre 2018.
  3. ^ Casola, su sixia.it. URL consultato il 21 settembre 2018 (archiviato dall'url originale il 24 aprile 2021).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Marco Fallini, Mario Calidoni, Caterina Rapetti, Luigi Ughetti, Terra di pievi, Parma, MUP Editore, 2006, ISBN 88-7847-021-X.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]