Charles de Menthon d'Aviernoz

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Charles de Menthon-Lornay d'Aviernoz
NascitaAnnecy, 7 febbraio 1793
MorteCoise-Saint-Jean-Pied-Gauthier, 12 gennaio 1858
ReligioneCattolicesimo
Dati militari
Paese servito Impero austriaco
Regno di Sardegna (bandiera) Regno di Sardegna
Forza armata Esercito imperiale austriaco
Regno di Sardegna (bandiera) Regia Armata sarda
ArmaFanteria
Anni di servizio 1814 - 1819
Regno di Sardegna (bandiera) 1819 - 1848
GradoMaggior generale
FeriteFerita al petto e al ginocchio a Sona durante la battaglia di Custoza
ComandantiCarlo Alberto di Savoia
GuerreSettima coalizione

Prima guerra d'indipendenza italiana

CampagneCampagna di Lombardia del 1848
BattaglieBattaglia di Goito
Battaglia di Pastrengo
Battaglia di Santa Lucia
Battaglia di Custoza
Comandante diMaggior generale della Brigata Cuneo
Maggior generale della Brigata Savoia
DecorazioniMedaglia d'oro al valor militare
Studi militariBaccellierato presso l'Università di Grenoble nel 1813
Frase celebre«Je ne rends pas mon épée à des traîtres!»
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Charles de Menthon d'Aviernoz

Deputato del Regno di Sardegna
LegislaturaIII, IV
CollegioSaint-Pierre d'Albigny
Sito istituzionale

Charles Jean Dominique de Menthon-Lornay, meglio noto come Charles de Menthon d'Aviernoz e italianizzato in Carlo d'Aviernoz (Menton) (Annecy, 7 febbraio 1793[1][2]Coise-Saint-Jean-Pied-Gauthier, 12 gennaio 1858[1]), è stato un generale e politico italiano.

Appartenne ad una delle più antiche e illustri famiglie della Savoia e si dedicò principalmente allo studio delle lingue. Nel 1813 si diplomò (diplôme de bachelier) all’Università di Grenoble.

Si sposò con Marie-Antoinette Favier du Noyer, dama della regina Maria Teresa. Dal matrimonio non ebbe figli.

Durante le guerre napoleoniche si mise al servizio dell’Austria dal 1814 al 1819 in quanto alleata del regno di Sardegna. In seguito affermerà che questa alleanza austro-sarda fosse «fâcheuse mais nécessaire» in quanto gli austriaci, come i piemontesi, combattevano Napoleone.

Nel 1819 rientrò in Piemonte e fu inquadrato con il grado di capitano nella Brigata Savoia. Nel 1830 fu il primo sindaco di Chambéry, luogo di nascita. Dal 1831 fu maggiore nel 2º reggimento della medesima brigata e nel 1834 fu elevato a tenente colonnello. Dal 1837 fu colonnello sempre del 2º reggimento e dal 1844 al 1846 ricoprì il medesimo ruolo ma nel 1º reggimento.

Nella campagna del 1848 comandò in qualità di maggior generale la Brigata Cuneo, essendone a capo dal 1846, partecipando alle battaglie di Goito, Pastrengo e Santa Lucia. Dopo il ritiro, per motivi di salute, del maggior generale della Brigata Savoia barone François d’Ussillon, il conte d’Aviernoz dovette assumere il comando della suddetta brigata lasciando la Cuneo al colonnello del 1º reggimento Pietro Pilo-Boyl di Putifigari.

Nel corso della battaglia di Custoza (23-25 luglio) il d’Aviernoz si trovava a Madonna del Monte ed era a capo di un battaglione della sua brigata. Fu, a tal proposito, protagonista di un fatto alquanto ignominioso per gli austriaci: alcuni disertori ungheresi, che si trovavano presso il generale, avevano sostenuto giorni prima che alcuni italiani prestanti servizio all’Impero avevano manifestato l’intenzione di disertare; dunque, dopo la fallita avanzata imperiale sul monte a causa della fucileria savoiarda, il conte scese la collina con 60 uomini e incontrò alcuni italiani sventolanti bandiera bianca che volevano unirsi ai savoiardi, nel momento in cui ci fu contatto, gli italiani, a tradimento, iniziarono ad aprire il fuoco sugli uomini del conte il quale venne pure ferito al petto e al ginocchio. Invitato alla resa, pare che il conte abbia esclamato «Je ne rends pas mon épée à des traîtres!». A seguito della mendace notizia della dipartita del conte, i suoi uomini furono costretti a ritirarsi verso Sona. Il d’Aviernoz, ferito, venne catturato dagli austriaci e venne prontamente sostituito da Jean-François Mollard. Da Vincenzo Bortolotti viene definito quale «uomo di grande valore».

A causa delle ferite riportate egli non fu più in grado di servire nell’esercito e intraprese, pertanto, la carriera politica.

Fu Deputato del Regno di Sardegna nella III e nella IV legislatura per il collegio di Saint-Pierre d'Albigny.

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Fazione di Sona: il generale Carlo Menthon d’Aviernoz comandante la brigata “Savoia”, spintosi in ricognizione con una trentina di soldati sul Monte Pino, si imbatte in una colonna di 300 tirolesi che, innalzata bandiera bianca, lo fa avvicinare per poi contrattaccarlo. Egli allora coraggiosamente li carica e, sebbene due volte ferito, circondato e fatto prigioniero, rifiuta sdegnosamente di cedere la sciabola.»
— 23 luglio 1848[3]
  1. ^ a b (FR) Amédée de Foras, Armorial et nobiliaire de l'ancien duché de Savoie, vol. 3, Grenoble, Allier Frères, 1863-1966, pp. 458-459.
  2. ^ (FR) Louis Pillet, Histoire de l'Académie des sciences, belles-lettres et arts de Savoie, de 1820 à 1860, Chambéry, impr. savoisienne, 1891, p. 133.
  3. ^ Servizio informazioni Esercito, Almanacco R. Esercito 1939-1940 XVIII, Edizioni L. Alfieri, 1940, p. 360. URL consultato il 17 febbraio 2022.
  • Luca Di Pietrantonio, Per un dizionario dell’alta ufficialità dell’esercito carloalbertino. Prosopografie dei protagonisti dal 1831 al 1849, Torino, Università degli Studi di Torino, 2020, pp. 69–71.

Collegamenti esterni

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