Cassana (Borghetto di Vara)

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Cassana
frazione
Cassana – Veduta
Cassana – Veduta
Panorama di Cassana
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Liguria
Provincia La Spezia
Comune Borghetto di Vara
Territorio
Coordinate44°12′50.87″N 9°41′24.72″E / 44.21413°N 9.6902°E44.21413; 9.6902 (Cassana)
Abitanti108 (2011)
Altre informazioni
Fuso orarioUTC+1
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Cassana
Cassana

Cassana è una frazione del comune di Borghetto di Vara in provincia della Spezia. Essa è situata in collina, a 350 metri sul livello del mare, nell'entroterra di Levanto e delle Cinque Terre ed è parte della Val di Vara, che si estende da Varese Ligure a La Spezia.[1]

Il paese è un insieme di nuclei distanziati lungo l'omonima valle a mezza costa, i cui nomi indicano l'antica funzione geografica: la Chiesa, la Via, il Prato, Corneto, la Piazza e la Foce, la Valle, le Poggiole, il Groppo, il Forte, i Ponticelli, i Piani, il Castello.[1]

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Architetture religiose[modifica | modifica wikitesto]

  • Il campanile della chiesa di San Michele Arcangelo, torre dell'antico castello romanico.
    La Chiesa parrocchiale di San Michele Arcangelo, edificata nel XVI secolo sui resti di una preesistente struttura in stile romanico, ospita al suo interno quattro altari laterali risalenti ai secoli XVI e XVII ed è interamente affrescata. Conserva: un trittico datato al 1555 e attribuito al pittore Nicolò Vespasiano; un quadro del pittore di origini locali Giovanni Francesco Cassana (1611-1690); una pala d'altare su tela, riferibile alla fine del XVI secolo, dietro alla quale fu ritrovato, in occasione del restauro (1995), un frammento di dipinto murale firmato da Antonio da Carpena detto "il Carpenino" (custodito presso il museo diocesano della Spezia).

La Chiesa di Santa Maria della Foce, che conserva una statua dell'Immacolata, donata dalla famiglia Lomellini e, secondo la tradizione, proveniente dalla polena di una nave genovese vittoriosa in una memorabile battaglia.

L'oratorio Cassanese dedicato a San Rocco

L'Oratorio di San Rocco è una chiesa storica di piccole dimensioni, situata nella frazione vicina a Cassana, denominata "La Via". La chiesa ospita una piazza circolare sul lato frontale ed ogni anno, il 16 agosto, ospita la festa del santo a cui è intitolata.[1]

Aree naturali[modifica | modifica wikitesto]

La Caverna ossifera di Cassana[modifica | modifica wikitesto]

Sulla parte destra del torrente omonimo che attraversa il paese, è situata una caverna calcarea risalente al cretaceo[2], in cui sono stati ritrovati resti di ossa preistoriche[3].

Non è dato sapere la data precisa di scoperta della caverna ossifera nelle vicinanze della cittadina di Cassana. Nel 1824, Paolo Savi, professore dell'Università di Pisa, venne a conoscenza della sua esistenza, avendo ricevuto una cassa piena di ossa provenienti dal luogo[4].

Il 25 giugno 1825 lo stesso Paolo Savi, accompagnato da altri due naturalisti, Girolamo Guidoni e Girolamo Saccomanno, si recò in esplorazione della caverna, descrivendola come una caverna caratterizzata da due aperture nel monte, una più in basso e l'altra più in alto[5].

La particolare conformazione della caverna fa sì che all'interno di essa soffi sempre un vento fresco, da cui le deriva il nome dialettale di Resciadora, sfiatatoio[6].

Dalla visita Savi raccolse 26 reperti archeologici, quasi tutti di esemplari carnivori, soltanto 4 di esemplari erbivori[7]. Egli in seguito attribuì 22 delle ossa all'estinto Ursus spelaeus, dopo aver ricostruito tre ossature diverse attribuibili alla specie[5].

Anche Giovanni Capellini si recò nella medesima caverna per effettuare studi[8]. Il nome "Caverna Ossifera" venne dato da Carlo Caselli nel 1920, in seguito a ritrovamenti ossiferi nella caverna[9].

Facciata della chiesa di Santa Maria della Foce

Lo zoologo Giacomo Doria, nel 1858, effettuò nella caverna i primi studi italiani su una specie di coleottero, piccolo e privo di occhi, che fu chiamato Anophtalmus Doriae in suo onore[10].

Giacimenti naturali di marmo[modifica | modifica wikitesto]

Marmo Rosso Cassana grezzo
Un pezzo di marmo "Rosso Cassana" grezzo. Si possono osservare le striature bianche tipiche del materiale.

Sono presenti localmente giacimenti di un tipo di marmo rosso con venatura bianca, molto pregiato per l'utilizzo in pavimenti e altre rifiniture esterne, denominato "Rosso Cassana" o "Rosso Cardinale".[11]

Questo tipo di marmo venne utilizzato nella pavimentazione della galleria di palazzo Esso a Roma.[11] Inoltre compare nella cornice del quadro dedicato alla Madonna del Rosario ospitato nell'altare della Chiesa Parrocchiale.

Questa ricchezza locale è tuttavia stata sfruttata solo in piccola parte a causa della mancanza di una viabilità adeguata che permettesse il passaggio di uomini e mezzi. Inoltre ogni attività venne sospesa a causa degli eventi della seconda guerra mondiale, che danneggiò le vie di comunicazione, causando un aumento esorbitante dei prezzi di trasporto.[11]

Monte Bardellone[modifica | modifica wikitesto]

Il monte Bardellone si affaccia a nord sulla vallata, a sud sul mar Tirreno davanti a Levanto e alle Cinque Terre. Dal medioevo iniziò ad acquisire importanza nodale, infatti dal Bardellone si dipanavano numerose vie di collegamento con l'entroterra fino alle province di Parma e Piacenza e vi giungevano inoltre le vie di collegamento con Levanto e la riviera ligure.[12]

Poco lontano dal poggio sulla sommità del Bardellone si erge la torre di Celasco, contornata da un piccolo borgo fortificato. Essa dal XIV secolo acquisì importanza in quanto sovrastava e controllava la zona, comprendendo anche lo scalo di Monterosso, ed era abitata da una famiglia proveniente da Framura, divenuta poi conosciuta come i "Signori di Celasco".[12]

Società[modifica | modifica wikitesto]

Lingue e dialetti[modifica | modifica wikitesto]

Nella zona è diffuso un dialetto ricco di sonorità particolari tipiche del territorio, con influenze dal dialetto Genovese e dalla Lunigiana, con doppie ben scandite unite a germanismi e gallicismi.

Tradizioni e folclore[modifica | modifica wikitesto]

Diffusa nella zona è la leggenda della "Maimona", immaginata come un donnone corpulento e poco dedito all'igiene, che viveva in un rudere lungo la strada per giungere al monte Bardellone. Questa leggenda veniva utilizzata per intimorire i bambini e impedire loro di avventurarsi da soli nei sentieri prima che fossero stati sufficientemente grandi e avveduti.

Un'altra leggenda raccontata ai bambini era quella di Pipara, il quale provocava i tuoni lanciando formagette giù dal monte Bardellone.

Vi erano leggende anche legate alla Resciadora, in cui si pensava vivesse il Diavolo, o ad altre caverne che si pensava essere abitate da streghe e creature fatate.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Attività locali del passato[modifica | modifica wikitesto]

Attività molitoria[modifica | modifica wikitesto]

Dal XVII secolo, grazie al torrente Cassana, caratterizzato da un'abbondante presenza di acqua in ogni stagione, si sviluppò la piccola industria molitoria in tutta la vallata di Cassana, con alcuni mulini ancora in efficienza nel 1960.[13]

Numerosi mulini possedevano nomi caratteristici: "Mulino del Moro", "Mulino del Ponte", "Mulino di Sotto", e spesso erano di proprietà di famiglie locali che si offrivano di macinare materie prime degli abitanti della vallata, in particolare anche da Levanto e dai paesi vicini[14], dietro pagamento di somme di denaro.

I mulini rendevano una attiva ed intensa produzione locale di farina di cereali, di grano e soprattutto di castagne, di cui la vallata era intensa produttrice, vi erano inoltre mulini con annessi frantoi per la lavorazione di olive di produzione locale.

Il Molino di Sotto, in particolare, svolgeva un'intensa attività sia diurna che notturna ed era di proprietà della famiglia locale dei Croxatto, insieme al Molino del Ponte.[15]

Segherie[modifica | modifica wikitesto]

Nello stesso Molino di Sotto erano state installate anche due segherie, una per la lavorazione del legname e l'altra per la lavorazione di un tipo di marmo locale chiamato Rosso Cassana.[13]

Artigianato[modifica | modifica wikitesto]

Vi era un mulino in particolare, quello in località Brinca, dove venivano prodotti strumenti agricoli artigianali come zappe, vanghe, picconi. Il tutto attraverso l'utilizzo di un maglio mosso grazie alla forza dell'acqua.[16]

In passato, durante la fiera di San Michele, il 29 settembre di ogni anno, avveniva la vendita di corbe e cestini artigianali di vimini.[15]

Agricoltura e allevamento[modifica | modifica wikitesto]

Dall'antichità e fino alla Seconda Guerra Mondiale nella valle furono molto diffusi gruppi familiari viventi in case singole sparse nelle campagne, che si occupavano di attività di cura dei castagneti ed allevamento di suini.[1]

Geografia Antropica[modifica | modifica wikitesto]

Suddivisioni storiche[modifica | modifica wikitesto]

L'abbazia di Cassana fu nel 1133 fu elevata a sede vescovile per decreto del papa Innocenzo II, e tutte le chiese della vallata dovettero sottostare da quel momento ai tributi annui dovuti al vescovo. Le somme pagate e registrate testimoniano ancora oggi l'importanza della parrocchia del borgo.[17]

Nel 1535, seguendo le sorti del vicino borgo di Brugnato, Cassana passò sotto il dominio di Genova.

Nel 1607 Brugnato divenne "Capitanato", e Cassana fu posta sotto la sua giurisdizione. Carica poi passata a Levanto nel 1637.[17] I capitanati dipendevano nelle loro decisioni direttamente dal tribunale genovese, inoltre le comunità del territorio erano amministrate da consoli eletti dalla popolazione, che fungevano da luogotenenti per conto della Repubblica di Genova. In questo periodo il territorio fu scosso da frequenti episodi di violenza e furti da parte di banditi in circolazione nel capitanato. Questo clima di violenza venne scatenato in modo preponderante dalle guerre di secessione spagnola, polacca e austriaca.

La situazione migliorò gradualmente dal 1804, anno in cui la rivoluzione francese portò nuove idee, oltre che all'assegnamento di Cassana al dipartimento di Levanto. Il sindaco del dipartimento istituì il cimitero all'aperto di Cassana e la prima sepoltura avvenne il 12 ottobre 1810.[17]

Caduto l’impero napoleonico, il Congresso di Vienna aggregò la Liguria, con il nome di Ducato di Genova, al Regno di Sardegna, dividendola in tre province: provincia di Genova con capoluogo Genova, provincia di Ponente con capoluogo Savona e provincia di Levante con capoluogo La Spezia. Quest’ ultima era divisa in sei mandamenti. Al mandamento di Levanto appartenevano i comuni di Bonassola, Borghetto di Vara, Casale, Carrodano, Deiva, Framura, Levanto, Monterosso e Vernazza.

Frazioni[modifica | modifica wikitesto]

Si tratta di antichi nuclei abitativi chiamati "Vici", essi sono: la Chiesa, la Via, il Prato, Corneto, la Piazza, la Foce, la Valle, le Poggiole, il Groppo, il Forte, i Ponticelli, i Piani ed il Castello. Attualmente costituiscono frazioni del comune di Borghetto di Vara.

La Via[modifica | modifica wikitesto]

Attraversata da un'antica via romana costruita su un percorso preistorico.

La Chiesa[modifica | modifica wikitesto]

Situata sulla sommità della collina che sovrasta l'intera vallata.

Il Prato[modifica | modifica wikitesto]

Posta su una collina ricca di vegetazione.

Il Castello[modifica | modifica wikitesto]

Questa frazione risulta attualmente abbandonata ed in rovina.

Infrastrutture e trasporti[modifica | modifica wikitesto]

Mulattiere storiche[modifica | modifica wikitesto]

Nel XIII secolo un importante percorso collegato all'antica Via Francigena, attraversava Cassana per giungere a Levanto.

Nel territorio della vallata erano presenti numerose mulattiere che collegavano le aree abitate sparse nella vallata, erano cinque: Cavà – Costa – Corneto – Cassana (la frazione oggi chiamata Chiesa), Chiesa di Cassana – Pogliasca, Groppo – Prato – Redarena, Corneto – L'AgoPogliasca – Ponte di Brugnato, Cassana – Levanto.

Proprio grazie a quest'ultima gli abitanti poterono accedere abbastanza facilmente alla via ferroviaria Genova – La Spezia, aperta nel 1874.

Sentieri storici[modifica | modifica wikitesto]

L'anello sentieristico della valle di Cassana è composto da tre percorsi ripristinati e tabellati a cura dell'associazione Acli Cassana e censiti dal Club Alpino Italiano con i numeri 548 (ex 48), 549 (ex 49) e 544 (ex 50c).

Da Cassana parte il sentiero 549, che collega la piazza del paese con il monte Bardellone, risalendo il torrente Cassana. Lungo questo itinerario, che un tempo metteva in comunicazione la Val di Vara con Levanto, si può osservare il Ponte dell’Oro ritenuto, da alcuni storici, di origine romana.[18]

Un altro ponte lungo la via, chiamato Au pé du cucù, si trova ai piedi del monte Bardellone, dove si trova anche la località Brinca. Sulla sommità del monte Bardellone, dove conduce il sentiero sopra detto, si ha una spianata che domina l'intera vallata di Levanto.

Il sentiero 548 invece, collega la Croce del monte Castellaro con Cassana, percorrendo un tragitto attraverso il monte stesso.[18]

Nei dintorni si trova anche il monte Perina, raggiungibile prendendo il sentiero 544, che porta salendo ripidamente verso la sommità di esso, dove è visibile l'intero comprensorio di casupole formanti la valle di Cassana.[19]

Curiosità[modifica | modifica wikitesto]

Dalla sommità del monte Bardellone, collegato a Cassana da una rete di sentieri, si può osservare un fenomeno geotermico interessante, detto "caligo", costituito da un tappeto di nubi molto basse sull'acqua del mare, causato dalla forte evaporazione dell’acqua marina.[18]

La Croce nei pressi del monte Castellaro, nella vallata, è meta di pellegrinaggio religioso ogni 14 settembre, la visita è organizzata dall'associazione ACLI di Cassana, impegnata nel promuovere le peculiarità turistiche e gli itinerari nei territori dell'antica civiltà ligure.[18]

Nei pressi del monte Castellaro si erge un'antica fortificazione ligure costruita per difendere la popolazione dalle incursioni marine.[18]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d Il paese di Cassana, su scopricassana.it.
  2. ^ Catasto Grotte d'Italia [collegamento interrotto], su catastogrotte.net.
  3. ^ Savi, Sopra una caverna ossifera stata scoperta in Italia, p. 6
  4. ^ Savi, Sopra una caverna ossifera stata scoperta in Italia, p. 3
  5. ^ a b Savi, Sopra una caverna ossifera stata scoperta in Italia, pp. 6-8
  6. ^ Tomaini, La Vallata di Cassana, p. 102
  7. ^ Tomaini, La Vallata di Cassana, p. 105-106
  8. ^ Fonte da sezione dedicata in "Atti della reale accademia dei lincei Archiviato il 16 novembre 2017 in Internet Archive.", p. 2
  9. ^ Nicolini, Pastorino, La Risorgenza di Cassana, p. 2
  10. ^ Tomaini, La Vallata di Cassana, p. 106
  11. ^ a b c Tomaini, La Vallata di Cassana, p. 111
  12. ^ a b Bardellone, su scopricassana.it.
  13. ^ a b Tomaini, La Vallata di Cassana, p. 109
  14. ^ I mulini, su scopricassana.it.
  15. ^ a b Tomaini, La Vallata di Cassana, p. 110
  16. ^ Placido Tomaini, La Vallata di Cassana, Tecniche Nuove, p. 110.
  17. ^ a b c I Croxatto e la loro terra d'origine, su croxatto.net.
  18. ^ a b c d e Le antiche vie del mare: sentiero Cassana - Bardellone, su comunediborghettodivara.net.
  19. ^ L'anello sentieristico della valle di Cassana, su scopricassana.it.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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