Canis etruscus

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Canis etruscus
Cranio nel Museo Paleontologico Montevarchi
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Sottoregno Eumetazoa
Superphylum Deuterostomia
Phylum Chordata
Subphylum Vertebrata
Infraphylum Gnathostomata
Superclasse Tetrapoda
Classe Mammalia
Sottoclasse Theria
Infraclasse Eutheria
Superordine Laurasiatheria
(clade) Ferae
Ordine Carnivora
Sottordine Caniformia
Famiglia Canidae
Sottofamiglia Caninae
Sottotribù Canina
Genere Canis
Specie C. etruscus
Nomenclatura binomiale
Canis etruscus
Charles Immanuel Forsyth Major, 1877

Canis etruscus (Lupo etrusco) è una specie estinta di canide lupino che era originario del Mediterraneo nel Pleistocene inferiore. Il lupo etrusco viene descritto come un piccolo lupo della taglia di un cane. Questo piccolo lupo è classificato nella famiglia dei canidi come l'antenato del lupo di Mosbach (C. mosbachensis) a sua volta antenato del lupo grigio (C.lupus).[1]

Classificazione[modifica | modifica wikitesto]

Scheletro montato incompleto, Museo di Paleontologia di Firenze

I reperti fossili degli antichi vertebrati sono composti da frammenti ossei, ma è spesso probabile trovare frammenti da cui non si possono trarre informazioni sull'essere. I ricercatori si basano sulla analisi morfologica, ma è comunque difficile stimare le variazioni e relazioni fra specie che sono esistite in diverse epoche e diversi luoghi. Alcune osservazioni sono discussi dai ricercatori che non sempre accettano, e ipotesi che sono accettate da alcuni sono messe in discussione da altri.[2] Molte specie della famiglia Caninae del Pleistocene in Europa sono stati descritti dagli esperti. La maggior parte delle relazioni sistematiche e filogenetica non è stata spiegata per si è ritenuto che la loro morfologia sia simile.[3]

L'area del Valdarno superiore è situato nelle province di Firenze e Arezzo. La zona confina a nord e a est con la dorsale del Pratomagno e a sud e ad ovest con le colline del Chianti. Il Bacino del Valdarno superiore è provvisto di tre specie fossili di canidi risalenti al periodo villafranchiano superiore, cioè 1,9-1,8 milioni di anni fa (quando un gigantesco cambiamento climatico, che ebbe come conseguenza l'estinzione di molti animali e piante dell'epoca). Il paleontologo svizzero Charles Immanuel Forsyth Major scoprì due specie diverse in questa regione, che erano lo xenocione, che era successivamente classificato come Lycaon falconeri, e il più snello Canis etruscus.[3] Forsyth Major però non completò la descrizione dettagliata di questo reperto[3], cosa che fu ripresa dal paleontologo Domenico Del Campana che capì di avere davanti una nuova specie semplicemente per la sua taglia da sciacallo rispetto al lupo etrusco che era grande quanto un lupo.[4] In seguito questa specie fu ribattezzata nel 1913 sempre dallo stesso ricercatore il Canis arnensis.[5][6]

Tipo nomenclaturale[modifica | modifica wikitesto]

Il lectotipo è una mandibola, rinvenuta da una località sconosciuta nella Valdarno superiore, e conservato al Museo paleontologico di Montevarchi. L'esemplare del cranio è stato deciso come lectotipo dal paleontologo italiano Danilo Torre[7] basandosi sull'esemplare descritto da Forsyth Major.[8]

Canis Apolloniensis[modifica | modifica wikitesto]

Un esemplare di Canis apolloniensis è stato rinvenuto nel 1997 nella grotta di Petralona[9], vicino al villaggio di Nea Apollonia, Macedonia. È costituita da un cranio e da una mandibola. Nel 2011 uno studio più profondo fece un paragone fra tutti i 55 esemplari simili al lupo e si è scoperta che la numerosità di quest'ultimi era vasta quanto quella del lupo di quest'oggi. Si è ritrovati due principali famiglie che sono quella del cane dell'Arno, nel quale appartengono C. accitanus e C. senezensis, e quella del lupo etrusco al quale appartiene il C. apolloniensis.[10]

Famiglia di appartenenza[modifica | modifica wikitesto]

Questo grosso canide apparve nel Pliocene medio circa 3 milioni di anni fa nel bacino dello Yushi, nella provincia di Shanxi in CINA. Verso 2,5 milioni di anni fa si era già diffuso nella regione dalla Cina settentrionale all'attuale Tagikistan.[11] In Europa si diffuse verso 1,9-1,8 milioni di anni fa.[7] Nella famiglia di questo canide appartengono il lupo di Mosbach e in seguito al lupo grigio.[10]

Paleoecologia[modifica | modifica wikitesto]

Come prima specie apparve il Canis etruscus, seguito dal Canis arnensis e dal Lycaon falconeri e anche dalla gigantesca iena Pachycrocuta. Essi erano più adatti alle vaste pianure, paesaggi asciutti al contrario dei loro antenati, altri due canidi primitivi: l'eucione e il nittereute.[12]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Era un lupo di media grandezza, con un muso allungato, delle mascelle più grandi quanto quelle di un lupo grigio, il torace più grande. Il Canis arnensis aveva più caratteristiche in comune con il lupo grigio più del Canis etruscus.[13]

Territorio[modifica | modifica wikitesto]

Comprendeva tutta l'Eurasia a partire dalla Spagna alla Cina.[12]

Estinzione[modifica | modifica wikitesto]

Il lupo etrusco e il cane dell'Arno scomparirono entrambi dalle tracce fossili italiane verso 1,5 milioni di anni fa.[14][15][16][17]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Marco Cherin, Re-Defining Canis etruscus (Canidae, Mammalia): A New Look into the Evolutionary History of Early Pleistocene Dogs Resulting from the Outstanding Fossil Record from Pantalla (Italy), su link.springer.com, 16 febbraio 2013. URL consultato il 25 ottobre 2019.
  2. ^ Jean-Philip Brugal e Myriam Boudadi-Maligne, Quaternary small to large canids in Europe: Taxonomic status and biochronological contribution, in Quaternary International, vol. 243, 2011, p. 171, DOI:10.1016/j.quaint.2011.01.046.
  3. ^ a b c Marco Cherin, Davide F. Bertè, Lorenzo Rook e Raffaele Sardella, Re-Defining Canis etruscus (Canidae, Mammalia): A New Look into the Evolutionary History of Early Pleistocene Dogs Resulting from the Outstanding Fossil Record from Pantalla (Italy), in Journal of Mammalian Evolution, vol. 21, 2013, p. 95, DOI:10.1007/s10914-013-9227-4.
  4. ^ Roberta L. Hall e Henry S. Sharp, Wolf and Man: Evolution in Parallel, Academic Press, 10 maggio 2014, p. 155, ISBN 978-1-4832-6783-8. URL consultato il 27 maggio 2017.
  5. ^ Koufos, G.D., Kostopoulos, D., 1997b. New Carnivore material from the Plio-Pleistocene of Macedonia (Greece) with a description of a new canid. Münchner Geowiss. Abhlungen 34, 33e63.
  6. ^ B. Kurtén, Pleistocene mammals of Europe, London, Weidenfeld and Nicolson, 1968, p. 317, ISBN 978-0-202-30953-8.
  7. ^ a b Saverio Bartolini Lucenti e Lorenzo Rook, A review on the Late Villafranchian medium-sized canid Canis arnensis based on the evidence from Poggio Rosso (Tuscany, Italy), in Quaternary Science Reviews, vol. 151, 2016, pp. 58-71, DOI:10.1016/j.quascirev.2016.09.005.
  8. ^ Lumley, H. de, Kahlke, H.D., Moigne, A.M., Moulle, P.E., 1988. Les faunes de grands mammifères de la grotte du Vallonnet Roquebrune-Cap-Martin, Alpes-Maritimes. L’Anthropologie 92, 465–496.
  9. ^ (FR) R. Martin, Trois nouvelles espèces de Caninae (Canidae, Carnivora) des gisements Plio-Villafranchiens d’Europe. Documents des Laboratoires de Géologie de Lyon, in Notes et Mémoires, vol. 57, 1973, pp. 87-96.
  10. ^ a b L. Rook, I cani dell’Eurasia dal Miocene superiore al Pleistocene medio, Universities of Modena, Bologna, Firenze, Roma "La Sapienza", 1993.
  11. ^ Raffaele Sardella, Davide Bertè, Dawid Adam Iurino, Marco Cherin e Antonio Tagliacozzo, The wolf from Grotta Romanelli (Apulia, Italy) and its implications in the evolutionary history of Canis lupus in the Late Pleistocene of Southern Italy, in Quaternary International, 328–329, 2014, pp. 179-195, DOI:10.1016/j.quaint.2013.11.016.
  12. ^ a b M. Sotnikova, The carnivore mammals from the Pliocene to the early Pleistocene. Stratigraphic significance, in Transactions of the Geological Institute of RAS, vol. 440, 1989, pp. 1-122.
  13. ^ D. Torre, I cani Villafranchiani della Toscana, in Palaeontographia Italica, vol. 63, 1967, pp. 113-136.
  14. ^ M. Sotnikova, Remains of Canidae from the Lower Pleistocene site of Untermassfeld, in R. D. Kahlke (a cura di), Das Plestozan von Untermassfled bei Meiningen (Thuringen), part 2, vol. 40, Romisch-Germanisches Zentralmuseum, 2001, pp. 607-632, ISBN 978-3-7749-3080-3.
  15. ^ D. Torre, Affinità dentali del cane della grotta di l’Escale, in Rivista Italiana di Paleontologia e Stratigrafia, vol. 80, 1974, pp. 147-156.
  16. ^ D. Torre, The Ruscinian and Villafranchian dogs of Europe, in Bollettino della Società Paleontologica Italiana, vol. 18, 1979, pp. 162-165.
  17. ^ Vislobokova, I., Sotnikova, M. & Dodonov, A., 2003 - Bio-events and diversity of the Late Miocene-Pliocene mammal faunas of Russia and adjacent areas - in: Reumer, J.W.F. & Wessels, W. (eds.) - DISTRIBUTION AND MIGRATION OF TERTIARY MAMMALS IN EURASIA. A VOLUME IN HONOUR OF HANS DE BRUIJN - DEINSEA 10: 563-574 [ISSN 0923-9308] Published 1 December 2003

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