Bajon

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Bajon
Origini stilisticheEbbe origine negli anni '40 in Brasile
Strumenti tipicipercussioni, accordeon, maracas, flauto
PopolaritàDiffuso in America Latina negli anni '40 e '50
Categorie correlate
Gruppi musicali bajon · Musicisti bajon · Album bajon · EP bajon · Singoli bajon · Album video bajon

Il Bajon è un genere musicale e uno stile di danza nato nel nordest del Brasile negli anni quaranta del XX secolo[1].

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Armando Trovajoli, compositore di El Negro Zumbón

Il Bajon (in portoghese Baião) nacque incorporando elementi di tradizioni indigene e musica meticcia, africana ed europea: secondo lo storico e folclorista Câmara Cascudo era una danza popolare dalla fine del XIX secolo[2].

In origine la musica era sostenuta solo dagli accompagnamenti eseguiti da strumenti come il violão e la viola, ambedue simili alla chitarra; in seguito man mano che diventava più popolare, iniziarono ad aggiungersi le orchestrazioni.[3]

Comininciò a espandersi negli anni quaranta grazie al successo di Luiz Gonzaga, considerato "il re del bajon"[4].

Nonostante l'area relativamente piccola in cui si sviluppò la sua maggiore popolarità, una notevole varietà di musica è associata al bajon, riflettendo il suo status di musica tradizionale e di danza tradizionale nel Nordest del Brasile. Tra gli artisti di punta si possono citare Luiz Gonzaga, Selma do Côco, Humberto Teixeira, Sivuca, Carmélia Alves, Dominguinhos, Elba Ramalho, Eddie Barclay e la sua Orchestra, Ary Lobo.

Si diffuse in Europa negli anni cinquanta[5]. In Italia arrivò grazie alla colonna sonora del film Anna di Alberto Lattuada, che conteneva il brano El Negro Zumbón scritto in questo stile da Armando Trovajoli con il testo in spagnolo di Francesco Giordano[6]. Il brano ebbe in seguito un numero considerevole di cover.[7]

Negli anni successivi il bajon entrò nel repertorio di molti artisti, tra cui Phil Spector (in Be My Baby), Jerry Leiber e Mike Stoller (in There Goes My Baby, incisa dai Drifters) e da Burt Bacharach (Any Day Now)[8].

Alcuni brani musicali bajon realizzati in Italia[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (PT) Baião, su enciclopedia.itaucultural.org.br. URL consultato il 17 gennaio 2024.
  2. ^ Câmara Cascudo, Dicionário do Folclore Brasileiro, Rio de Janeiro, Ediouro, 1998.
  3. ^ (PT) Como se toca o baião: combinações de elementos musicais no repertório de Luiz Gonzaga, su scielo.br. URL consultato il 17 gennaio 2023.
  4. ^ Ruy Castro, Chega de saudade. Storia e storie della bossa nova, Tissi, Angelica, 2005, p. 159.
  5. ^ Bajon, su treccani.it. URL consultato il 15 gennaio 2024.
  6. ^ Jacopo Tomatis, Storia culturale della canzone italiana, su books.google.it, Il Saggiatore, 2019. URL consultato il 17 gennaio 2024.
  7. ^ El negro zumbón (Anna), su musicbrainz.org. URL consultato il 18 gennaio 2024.
  8. ^ Burt Bacharach, Chiunque abbia un cuore, su books.google.it, Mondadori, 2013. URL consultato il 17 gennaio 2024.
  9. ^ Ballate col bajon/La pentolaccia, su discografia.dds.it, Discoteca di stato. URL consultato il 17 gennaio 2024.
  10. ^ Colpa del bajon, su ildiscobolo.net. URL consultato il 17 gennaio 2024.
  11. ^ Romanina del bajon/Casa mia, su discografia.dds.it, Discoteca di stato. URL consultato il 17 gennaio 2024.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Câmara Cascudo, Dicionário do Folclore Brasileiro, Rio de Janeiro, Ediouro, 1998.
  • Ruy Castro, Chega de saudade. Storia e storie della bossa nova, Tissi, Angelica, 2005, p. 159.
  • Jacopo Tomatis, Storia culturale della canzone italiana, Il Saggiatore, 2019.
  • Burt Bacharach, Chiunque abbia un cuore, Mondadori, 2013.