Baṛe miyā̃ choṭe miyā̃ (film 1998)

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Baṛe miyā̃ choṭe miyā̃
Amitabh Bachchan e Govinda in una scena del film
Titolo originaleबड़े मियाँ छोटे मियाँ
Lingua originalehindī
Paese di produzioneIndia
Anno1998
Durata142 min
Rapporto2,39:1
Generecommedia, musicale
RegiaDavid Dhawan
SceneggiaturaRumi Jaffery
ProduttoreVashu Bhagnani, Sheetal Jain
Produttore esecutivoKalim Khan
Casa di produzionePooja Entertainment
FotografiaK. S. Prakash Rao
MontaggioA. Muthu
MusicheViju Shah
ScenografiaR. Verman
CostumiMadhav Agasti, Madhvi Gupta
TruccoUday Indulkar
Interpreti e personaggi

Baṛe miyā̃ choṭe miyā̃ è un film del 1998 diretto da David Dhawan, con protagonisti Amitabh Bachchan e Govinda.

È ispirato a La commedia degli errori di William Shakespeare e a Bad Boys di Michael Bay.[1]

Trama[modifica | modifica wikitesto]

Arjun e Pyare sono due poliziotti legati dalla fama di imbranati. Arjun è ancora celibe nonostante l'età, mentre sua sorella Seema è innamorata di Pyare. Zorawar, un contrabbandiere d'armi e diamanti, si vede sfuggire una testimone oculare dei suoi loschi traffici, Madhu. Alla centrale di polizia, Pyare ascolta la testimonianza di Madhu, la consola e riaccompagna a casa, dove la ragazza però viene uccisa la notte stessa da Zorawar e i suoi uomini.

Neha, la migliore amica di Madhu, assiste all'omicidio e chiama la polizia per chiedere di Pyare, che la defunta le aveva descritto come una persona di fiducia. Quest'ultimo è altrove e al suo posto viene inviato Arjun che però, innamoratosi di Neha, decide di fingersi Pyare, arrivando fino a chiedere all'amico di fingersi lui di fronte a Neha a sua volta. Arjun decide di nascondere Neha in casa di Pyare per evitarle la stessa fine di Madhu, mandando Pyare a casa sua per proteggere la sua famiglia. La finzione regge finché Neha non incontra Seema e scoprono di essere entrambe innamorate della stessa persona, Pyare: il commissario Shyamlal, il superiore di Arjun e Pyare, chiarisce loro l'equivoco, con grande imbarazzo di Arjun.

A complicare le cose è l'arrivo in città dei ladruncoli Bare Miya ("Grande") e Chote Miya ("Piccolo"), sosia identici di Arjun e Pyare, ai quali, ignari, vengono attribuiti tutti i loro crimini. Shyamlal sorprende Bare e Chote nel quartiere a luci rosse e, credendoli i suoi sottoposti, li rimprovera, ricevendo un sacco di botte. Arjun e Pyare sono incaricati di scortare l'attrice di Bollywood Madhuri Dixit, ma Bare e Chote li precedono involontariamente, incontrando la diva e riempiendola di profferte indesiderate, affossando ulteriormente la reputazione dei due poliziotti. Anche Neha, alla ricerca di spiegazioni da parte di Arjun, cade vittima di questo scambio di identità, facendo involontariamente realizzare ai ladri la situazione. Arjun e Pyare accettano di sorvegliare il museo dov'è esposto il Koh-i-Noor per riguadagnarsi la fiducia di Shyamlal, ma Bare e Chote si spacciano per loro e, fattisi spiegare le debolezze dei sistemi d'allarmi dalle guardie, rubano il diamante con facilità. Arjun e Pyare vengono arrestati per il furto e Zorawar ne approfitta per rapire Seema, chiedendo in cambio Neha e il diamante.

In prigione, Arjun e Pyare vengono visitati da Bare e Chote, che gli confessano i loro misfatti e promettono di aiutarli a salvare Seema. Mentre i due ladri fanno da esca, Arjun e Pyare conducono la polizia al nascondiglio di Zorawar, che arresta lui e la sua banda. Bare e Chote ne vanno dopo essersi scusati con tutti i presenti per i guai causati. Degli uomini di Zorawar, tuttavia, si impadroniscono del cellulare della polizia che sta portando il loro capo in prigione. Bare e Chote, in cerca di un passaggio, salgono senza saperlo sul cellulare e, capita la verità, riescono a far finire nuovamente in manette Zorawar. A seguito di ciò, Shyamlal si offre di assumerli in polizia, dando loro il posto che era di Arjun e Pyare, mentre questi vengono retrocessi a dirigere il traffico.

Produzione[modifica | modifica wikitesto]

Il film ha avuto un budget pari a 120 milioni di rupie.[2] È stato il primo film di Bollywood ad essere girato a Ramoji Film City, i principali studi cinematografici di Tollywood.[3]

La partecipazione di Madhuri Dixit alle riprese del numero musicale folk punjabi[4] Makkhaṇā (ਮੱਖਣਾ) è nata dopo che Dhawan si era accorto di disporre contrattualmente da un'altra produzione ancora di quattro giorni con l'attrice.[5]

Colonna sonora[modifica | modifica wikitesto]

La colonna sonora del film è stata composta da Viju Shah.[4] Udit Narayan ha cantato le parti di Govinda, mentre Amit Kumar e Sudesh Bhosle quelle di Bachchan.[4]

Tracce[modifica | modifica wikitesto]

Testi di Sameer, musiche di Viju Shah[4].

  1. Udit Narayan, Sudesh Bhosle, Rakesh Pandit, Poonam Bhatia e coro – Baṛe miyā̃ choṭe miyā̃ – 5:57
  2. Alka Yagnik, Udit Narayan e Amit KumarMakkhaṇā – 5:01
  3. Udit Narayan, Amit Kumar, Anuradha Paudwal e Kavita KrishnamurthyDetā jai jo re (Part 1) – 5:14
  4. Udit Narayan, Sudesh Bhosle e coro – Assī cuṭkī nabbe tāl (Part 1) – 5:29
  5. Alka Yagnik e Udit NarayanKisī disco mẽ jāẽ – 5:26
  6. Jaspinder Narula e Sudesh BhosleDhin tak dhin tak – 5:02
  7. Alka Yagnik, Kavita Krishnamurthy, Udit Narayan e Sudesh BhosleDetā jai jo re (Part 2) – 5:14
  8. Udit Narayan, Sudesh Bhosle e coro – Assī cuṭkī nabbe tāl (Part 2) – 1:53

Durata totale: 39:16

Distribuzione[modifica | modifica wikitesto]

Il film è stato distribuito nelle sale cinematografiche indiane a partire dal 16 ottobre 1998.

Accoglienza[modifica | modifica wikitesto]

Il film è stato un successo al botteghino, incassando 352,1 milioni di rupie e risultando il terzo film indiano di maggior incasso dell'anno.[2]

Remake[modifica | modifica wikitesto]

Il film ha avuto un rifacimento nel 2024 con lo stesso titolo, completamente diverso dall'originale ad eccezione del rapporto tra i due protagonisti e la presenza dei loro sosia.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Craig Dionne e Parmita Kapadia, Bollywood Shakespeares, Berlino, Springer, 2015, p. 167, ISBN 978-1-137-37556-8.
  2. ^ a b (EN) Top Lifetime Grossers 1990–1999 (Figures in Ind Rs), su boxofficeindia.com. URL consultato il 12 giugno 2012 (archiviato dall'url originale il 3 gennaio 2012).
  3. ^ (EN) Shanti Kumar, Regional Cinemas and Globalization in India, in Karin Wilkins, Joe Straubhaar e Shanti Kumar (a cura di), Global Communication: New Agendas in Communication, Londra, Routledge, 2013, p. 96, ISBN 978-1-135-01097-3.
  4. ^ a b c d (EN) Sunder, Bade Miyan Chote Miyan, su planetbollywood.com, 1998. URL consultato il 14 aprile 2024.
  5. ^ (EN) Bharti Dubey, David Dhawan: Madhuri Dixit is very professional and focused, in The Times of India, 15 maggio 2022. URL consultato il 14 aprile 2024.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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